~Chapter four~

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Era la camera di mia sorella.

Appoggiai la mano sulla maniglia in ferro battuto,con una spinta aprii la porta e un profumo di vaniglia mi arrivò al naso.

Lei adorava quell'aroma e ovunque passasse lasciava quel profumo.

La sua stanza era intatta da cinque mesi: nessuno aveva osato entrare, nemmeno mia madre, per pulire.

Difatti c'era polvere ovunque.

Mi avvicinai alla sua scrivania e aprii i cassetti, iniziando a frugare tra la sua roba.

Volevo capire se nell'ultimo periodo prima di morire aveva subìto dei torti da parte di qualcuno o aveva dei conti in sospeso, che, ipoteticamente, le sarebbero costati la vita.

Cercavo più che altro il suo diario.

Qualche volta mi aveva mostrato la copertina del diario e niente di più perchè, come diceva lei, giustamente un diario segreto doveva rimanere tale.

Pensavo che magari avesse confidato le sue preoccupazioni tra quelle pagine ingiallite.

Misi a soqquadro la stanza. Avevo controllato ovunque:sotto il materasso, dentro al comodino e alla scrivania, nell'armadio.

Mi accasciai a terra.

Erano passate ben due ore e mezza dall'inizio della mia ricerca.

Ero senza speranza.

Sapevo che lei era molto enigmatica e non avrebbe sicuramente lasciato il suo diario in bella vista.

Non mi sarei sorpresa se dietro il suo armadio avessi trovato un passaggio segreto o una botola.

Leggeva sempre gialli e thriller e non esitava ad appassionarsi di cronaca nera, cercando di indovinare il colpevole in ogni caso.

Io non ero fatta per queste cose. Figuriamoci, da piccola faticavo a capire chi era il criminale nei cartoni animati di "scooby doo", quindi era quasi certo che non avrei mai trovato ciò di cui avevo bisogno.

Ero seduta per terra, con la schiena appoggiata al letto e osservavo la scrivania.

Mi sembrava di vedere qualcosa di strano: una cordicina pendeva da un asse dello scrittoio.

Gattonando mi avvicinai e mi sdraiai supina sotto alla scrivania.

La cordicina faceva parte di una rilegatura di... un diario.

Esultando lo presi e lo tirai verso di me ,cercando di scastrarlo dall'asse di legno.

Cadde qualche scheggia ma alla fine riuscii ad averlo tra le mani. Finalmente.

Ora potevo capire qualcosa in più su mia sorella.

In realtà ero molto abbattuta all'idea che lei non si fidasse di me a tal punto da non confidarsi con me, ma con pagine di carta.

In fondo lei mi voleva bene, scacciai quei pensieri.

Appoggiai il diario sul letto e rimisi a posto tutto quello che avevo tirato fuori dai cassetti(non poco).

Dopo una buona mezz'ora ripresi il diario e chiusi la porta, inspirando un'ultima volta il profumo di vaniglia.

×

Danville, 18/10/2014
Caro diario,
Oggi sono uscita con i miei amici, è stata una bella giornata e mi sono divertita. Non ci posso credereee! Byron mi ha chiesto finalmente di uscire! Santo cielo, non puoi capire quante capriole ha fatto il mio cuore. Come gia sai, mi piace moltissimo e non vedo l'ora di uscire con lui, tra 4 giorni. Ci manca solo che mi metto a fare il conto delle ore.
Tuttavia devo confessarti che, mentre tornavo a casa, sentivo qualcuno che mi seguiva. Dei passi rieccheggiavano alle mie spalle e, quando mi voltavo, non trovavo nessuno. Avevo davvero molta paura ma forse... bah mi sono immaginata tutto. A volte do un poco di matto.
Ora ti saluto, mia sorella vuole preparare dei muffin con me

La tua dolce Alexis

Lessi l'ultima pagina del diario con estrema attenzione, una decina di volte.

Quasi scoppiai a piangere quando realizzai che era morta il giorno prima di uscire col ragazzo di cui era innamorata.

Mi si strinse il cuore.
Dovevo vendicare la sua morte.

Senza alcun dubbio.

×

Ero seduta sulla sedia girevole della mia scrivania, con le gambe penzolanti, i piedi appoggiati sul bracciolo della sedia.

E riflettevo.

Alexis era seguita da qualcuno... ma come poteva non riuscire a vedere chi la seguisse?

Sfogliai altre pagine ma erano tutte bianche.

Imprecai.

Lo lanciai sul mio letto e ne uscii una penna bianca.

La rigirai tra le dita e provai a scarabocchiare su un foglio ma era scarica, cosi non serviva a nulla.

Aspetta però... mi ricordai che quelle penne... scrivevano eccome, solo invisibili all'occhio umano.

Avevano bisogno di una piccola luce che illuminasse l'inchiostro che, solo allora, diventava visibile.

Trovato il pulsantino della torcia, mi avventai sul diario e illuminai la pagina seguente.

Come pensavo apparsero lettere e frasi.

Mi stupii poichè la scrittura era affrettata e disordinata, quasi non sembrava la sua.

Danville,20/10/2015
Caro diario,
Sono attanagliata dalla paura. Sento quei passi ovunque e penso di essere diventata pazza. Ma non solo, ora chiunque sia, ha iniziato a far cadere i libri in camera mia! Mi segue ovunque! Per questo ti scrivo con questa penna e per questo ho cambiato un milione di volte il nascondoglio. Credo di essere continuamente osservata.Tuttavia non mi ha ancora fatto nulla di male. Non ne parlo alla mia famiglia perchè credo che mi prenderebbero per una matta. Mia mamma poi... mi prenderebbe in giro a vita, su una cosa che non è affatto divertente.
Comunque, se non mi ha ancora aggredita credo non lo farà mai: ne ha avute a montagne di occasioni per farlo. O magari, ribadisco di nuovo, sono solo molto stressata e mi immagino tutto, ma  mi riesce difficile crederlo.
ALEX

'The Last One'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora