~Chapter fourteen~

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-Katherine's point of view-

Ero così dispiaciuta per Luke che non trovai la forza di parlare.

Da quello che avevo capito dal discorso tra Damon e Jo, dovevo andare a cacciare la Bestia che aveva ferito Luke.
Potevo farcela...

Con quello scorbutico.
Che mi aveva implicitamente insultato.

Ora l'impresa si faceva ardua...

Mi agitava terribilmente averlo vicino.

Non avevo voglia di discutere ,tantomeno con lui,così mi limitai a seguirlo senza fiatare.

Scendemmo fino a quello che sembrava essere uno scantinato. Con un -tic- Damon accese la luce e rimasi senza fiato.

Un grande capannone pieno di armi mi si presentò davanti agli occhi, ora a forma di cuoricino.

Ce n'erano di tutti i tipi: dai coltelli, ai fucili, alle pistole alle granate.

"Ma cos'è? Un'armeria?" Chiesi estasiata, non ricevendo però risposta.

D'istinto mi avvicinai ai fucili, sfiorando con le dita quelli in legno lucido. Sembravano oliati da poco.

"Sono pericolosi" mi riprese Damon.

"Lo so meglio di te" risposi seccata.

Perchè tutti mi trattavano come una bambina?

Lo sentii ridacchiare.
Che nervi.

"Che hai da ridere?!" Esclamai esasperata.

"Dubito che tu ne sappia più di me in fatto di armi" rispose spavaldo.

"Credi come vuoi. Tu non sai un cazzo di me, ricordatelo" risposi fredda.

Non parlammo più.

Lui caricò alcuni fucili sulla Jeep blu notte parcheggiata all'esterno del capannone e partimmo.

Guardavo fuori dal finestrino il paesaggio che sfumava davanti ai miei occhi.

Dopo una decina di minuti ruppe il silenzio "Non sei curiosa di sapere dove andiamo?"

Mi girai e per una frazione di secondo i suoi occhi incontrarono i miei.

Trattenni il respiro, chiedendomi come potessero degli occhi essere così profondi e tenebrosi.

Sembrava che dietro quell'azzurro si celassero misteri che non aveva mai svelato a nessuno.

Rabbrividii e nonostante sembrassi un' ebete, rimanendo li a fissarlo, non distolsi lo sguardo.

Prese lui l'iniziativa e tutto tornò alla normalità, quel momento magico si spezzò.

Che cazzo mi stava succedendo?

Ero stressata, si, decisamente esaurita.
Ecco qua la spiegazione.

Che cosa dovevo fare?
Ah già.
Dovevo rispondere alla sua domanda.
Qual era?
Stavo rincogliendo troppo per i miei gusti...

Decisi di non rispondere.
A parte che non ricordavo cosa mi avesse chiesto, poi volevo fargli capire che ero incazzata e facevo sul serio.
(Davvero?)
Vabbe.
Non è il momento di conflitti interni.

Stavamo percorrendo una stradina sterrata in mezzo ai boschi, del polverone si alzava da terra, posandosi sui vetri e oscurando la visuale.

Il verde ci circondava, quello sembrava essere un luogo dimenticato da Dio.

Ad un certo punto Damon fermò la Jeep di botto.

"La vera Foresta si trova a qualche chilometro da qua. Facciamo un po' di pratica e poi cerchiamo quella bastarda."

Annuii distrattamente, ancora sconvolta per quello che mi era preso prima.

Scaricammo pistole e fucili, appoggiandoli ad alcuni alberi.

"Allora vedi quell'albero laggiù"mi indicò un faggio, con un bersaglio rosso verniciato sopra.

"Ho capito cosa devo fare." Tagliai corto.

Lui mormorò sarcastico un " immagino..."

"Guarda e impara" gli risvolsi un grande sorriso, già immaginavo la sua faccia esterrefatta.

Mi abbassai alla base dell'albero e presi il fucile di legno rossiccio.

Sentivo il suo sguarso fisso su di me.

Caricai la Gamo con una manciata di proiettili di cui non riconobbi il materiale.
Sembrava acciaio viola..

"Che roba è questa?"chiesi, riferendomi ai proiettili.

"Meglio che tu non lo sappia"mi guardò torvo.

Sistemai il fucile contro la spalla, chiusi un occhio e mirai all'albero.

"Scommetto cinquanta dollari che da qui non becchi nemmeno la parte più esterna del bersaglio " mi sfidò

Alzai un sopracciglio"Bhe, allora preparati a pagare"

Presi la mira, di nuovo, chiudendo un occhio.
Dovevo sparare al centro esatto.
Inspirai,espirai,contrassi i muscoli della spalla e premetti il grilletto.

Del fumo fuoriusciva dalla canna della Gamo.

Mi girai con aria trionfante verso Damon, che nel frattempo era notevolmente sbiancato in viso.

Si avvicinò all'albero e quando notò che il proiettile era conficcato proprio al centro del cerchio rosso, si giró verso di me, basito.

Trattenni a stento una risata.

"Prima, stavi per caso insinuando che fossi scarsa? "Scoppiai a ridere

La sua faccia aveva ripreso colore e i suoi occhi brillavano
"Niente male!" Sorrise, mostrando i suoi denti perfetti e bianchissimi.

Di nuovo caddi nella sua trappola e per un secondo trattenni il respiro, perdendomi nei suoi occhi di ghiaccio.

Un rumore improvviso mi fece scattare alle mie spalle.

"Abbiamo visite" annunciò Damon teatrale, allargando le braccia.

Sorrisi.

"Ora ci divertiamo"mi sussurrò all'orecchio, ridendo.

"Si, ma ricordati che mi devi cinquanta dollari."
Ridacchiai, facendolo sospirare.

'The Last One'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora