La notizia del giorno.

77 5 2
                                    


CIAO, COME AL SOLITO VI CHIEDO DI COMMENTARE E DI FARMI SAPERE COSA NE PENSATE.
BUONA LETTURA ✌️❤️

Marinette guardava ansiosa il telefono. Cosa avrebbe dovuto fare? Avrebbe dovuto chiamarlo?
Erano almeno due ore che non aveva notizie del biondo e, sapeva non essere eccessive e di star esagerando, ma non era da lui, Adrien una volta a casa aveva anche l'abitudine di videochiamarla.
Aveva l'irrefrenabile impulso di scrivergli un messaggio, l'ennesimo che non sarebbe stato letto temeva.
Gliene aveva già mandati una decina.
Magari si era solo addormentato, stanco com'era dagli allenamenti, doveva rilassarsi e non farsi prendere dal panico.
Si costrinse a chiudere gli occhi che erano rimasti fissi sul cellulare per molto tempo, ma lasciò la mano a stringerlo, come per essere pronta a rispondergli non appena si fosse fatto vivo. Come per sentirlo, in qualche modo, più vicino.
Non poteva essergli accaduto niente di brutto, infondo era a casa e si sa che villa Agreste è una fortezza, persino Adrien stesso ne esce o entra solo se strettamente sorvegliato.
Non correva alcun pericolo.
Con fatica, dopo lunghe ore a rigirarsi nel letto, riuscì ad addormentarsi.

                 °•°•°•🦋🦋🦋🦋•°•°•°

<< Marinette! Corri! Svegliati!>>
La voce di sua madre, Sabine, irruppe nella sua stanza, accompagnata dal vostro della botola lasciata aprire troppo incautamente. Questo fece sobbalzare Marinette dal letto, con una mano sul petto, come per trattenere il cuore.
Un davvero pessimo risveglio, pensò la mora.
<< Marinette!>> Richiamò nuovamente la donna.
<< Sono sveglia, sono sveglia. Ma oggi non ho scuola e non capisco...>> Iniziò la ragazza con tono lamentoso voltandosi verso la madre e strofinandosi gli occhi con le mani a pugno.
<< Non c'entra la scuola, al telegiornale...>> La donna prese un respiro profondo, sapeva che non doveva farsi vedere agitata o la figlia avrebbe fatto sicuramente peggio, ma come poteva darle questa notizia con serenità?
<< Adrien...>>
Bastò quel nome, detto in quel tono che, Marinette sapeva, la madre usava quando si costringeva a mantenere la calma. La figlia sgranò gli occhi, si catapultò fuori dal letto e, senza nemmeno indossare le pantofole, si precipitò in salotto, davanti alla televisione.
Sullo schermo piatto, una professionale Nadja Chamack, annunciava la notizia che stava sconvolgendo Parigi e i suoi cittadini.
<< Questa mattina, una tragedia ha colpito una delle persone più un vista e importanti della nostra amata città, Gabriel Agreste, dopo la morte della moglie, avvenuta ormai più di un anno fa, si ritrova ad affrontare la scomparsa di un figlio, l'unico suo figlio, Adrien Agreste.>>
Scomparsa?
Marinette era rimasta pietrificata, la testa completamente occupata dalla parola "scomparsa" che, purtroppo, ha molte sfumature.
Cos'era accaduto al suo Adrien?
<< Come possiamo notare la finestra della camera del ragazzo è caduta in frantumi, pezzi di vetro sparsi sia all'interno che all'esterno, secondo gli esperti è stato rotto da dentro la camera, del ragazzo nemmeno una traccia. Sarà stato un rapimento? La polizia si aspetta a breve una richiesta di riscatto, ma mentre seguiamo il caso, miei cari concittadini, ci chiediamo, Parigi è ancora una città sicura? Grazie per averci seguito, vi aggio...>>
Tom, alla vista della sua bambina, spense la televisione e le si mese di fianco, con un dolce e confortante tocco la sua mano fu sulla spalla di Marinette, totalmente immobile, il viso in una smorfia tra sbigottimento e preoccupazione, le lacrime che scendevano lungo le guance.
Anche la madre le si fece vicino, assumendo la stessa posizione del marito.
<< Tu non ne sapevi nulla? È accaduto ieri, prima di cena.>>
<< Il signor Agreste ha detto di aver atteso tutta la notte, prima di denunciare la scomparsa.>> Precisò Tom.
No, lei non ne sapeva nulla, perché ovviamente Gabriel Agreste non l'avrebbe mai messa al corrente di nulla, lei per lui non era importante, non la voleva neanche vicino al figlio.
Oltre la preoccupazione anche la rabbia si aggiunse al suo malessere.
Cosa avrebbe dovuto fare ora?
Avrebbe tanto voluto andare a casa di Adrien e digliene quattro a quel padre che...
Adrien...
Adrien era scomparso nel nulla. Starà in pericolo? I rapitori gli avrebbero fatto del male? Ma poi come erano entrati estranei in quella fortezza?
La preoccupazione diventava disperazione.
Il suo Adrien...non gli aveva mai neanche detto che lo amava.
Non poteva perderlo così.
Si divincolò dalla presa dei genitori e corse in lacrime nella sua stanza.
Si soffermò sulle loro foto appese alla bacheca sul muro.
Non doveva accadergli nulla di male, lui era la persona più meravigliosa che conoscesse.
Le gambe cedettero e lei si ritrovò, scossa dai si ghiozzi, inginocchiata a terra, con le mani a coprirsi il volto.
<< Adrien...>> Pianse più forte.
<< Adrien dove sei?>>

Passò una buona mezz'ora in quello stato, ma non se ne rese neanche conto del tempo che passava.
Tutto prese una piega diversa quando, per la seconda volta in quella mattinata, la botola della sua camera fu spalancata con prepotenza.
<< Marinette!>>
Un coro di voci anticipò l'arrivo del suo gruppo di amiche.
Voltandosi si ritrovò davanti, intente a stringerla in un abbraccio di gruppo, Alya, Rose, Juleka, Mylène e Alix.
<< Ragazza abbiamo visto il telegiornale, perché non ci hai avvisate subito?>> Il tono di Alya era intriso di pura preoccupazione, temeva che l'amica fosse rimasta a piangere per tutta la notte.
<< Non...io... l'ho saputo...>> Non riusciva a parlare per via dei singhiozzi.
<< Non dirci che anche tu l'hai sentito dalla TV!>> Disse scioccata Alix.
Dalla sua risposta, ovvero l'intensificarsi del pianto, capirono che era stato proprio così.
<< O Marí, vedrai che andrà tutto bene.>> Le accarezzò dolcemente i capelli Rose.
<< Si, la polizia sta facendo del suo meglio, lo troveranno.>> Intervenne per rassicurarla Mylène.
Juleka annuì bofonchiando qualcosa per dare manforte alle teorie dell'amica.
Tutta Parigi era stata messa a soqquadro per ritrovare Adrien Agreste.
<< Ci sono anche i ragazzi, sono molto preoccupati anche loro.>> Avvisa Alya, staccandosi dal gruppo.
<< Possiamo farli salire? Te la senti?>>
Marinette annuì, asciugandosi le lacrime, si fece aiutare dalle amiche a rimettersi in piedi e a darsi una parvenza di stabilità, mentre Alya andava a chiamare gli altri compagni di classe.
Una volta riuniti tutti nella stanza, dopo saluti, abbracci e parole di conforto, trovarono ognuno il suo posto a sedere, chi a terra, chi sulla sedia della scrivania e chi sulla chaise longue.  Avevano tutte e tutti i musi lunghi, intimoriti da ciò che poteva essere accaduto al loro amico. Volevano sapere di più, ma sapevano benissimo che il signor Agreste non avrebbe mai acconsentito a dare più spiegazioni del necessario, nemmeno alla ragazza del figlio, nemmeno al migliore amico di Adrien. Era ingiusto restare lì, in quella stanza, senza poter far nulla, a volte in silenzio, a volte a fomentare una rivolta contro casa Agreste. A volte, invece, la stanza si riempiva di sospiri e pianti.
Rimasero insieme tutta la giornata, arrivò anche Luka, a sentire il telegiornale per qualsiasi novità sullo svolgersi del caso. I coniugi Dupain- Cheng avevano preparato il pranzo per tutti e tutte, lo avevano consumato in salotto, davanti alla TV rigorosamente accesa sull canale dove il tg era in programmazione per 24 ore.
Cenarono nella stessa identica maniera ma, ad un certo punto, Marinette sentí il bisogno di restare da sola, così si congedò con la scusa del bagno e salì in camera sua, poi sul suo terrazzino, si poggiò alla fredda ringhiera con gli avambracci e sospirò.
Chissà dov'era il ragazzo che amava. Parigi sembrava ancora più grande e sconosciuta.
<< Marinette...>>
Si voltò, vicino alla botola, appena salito, c'era Luka, con la sua silhouette slanciata e magra e i suoi capelli tinti di una splendida sfumatura verde acqua, colore che richiamava i suoi occhi dolci. Era sempre stato un caro, carissimo amico, per la ragazza.

La Dea Bendata: Il Gatto Nero.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora