Marinette aveva ricominciato ad andare regolarmente a scuola, ormai si era anche abituata agli sguardi compassionevoli che i suoi compagni le riserbavano ogni volta e ai professori che la giustificavano se la beccavano distratta a fissare il vuoto oltre la finestra.
Gli unici che cercavano di trattarla nel modo più normale possibile erano Alya e Luka. Il ragazzo era anche cambiato ultimamente, la sera passava meno tempo con lei, quasi come se dopo avesse qualcosa di importante da fare e non poteva farglielo sapere.
Forse si era semplicemente stancato di sentire i suoi pianti e i suoi stupidi sfoghi, magari aveva trovato qualcosa di meglio da fare che stare a sentire la ragazza che l'aveva rifiutato per un altro.
Guardò fuori dalla finestra della classe.
L'altro...
Chissà dov'era in questo momento, se stava bene, cosa stava facendo, se la pensava mai, se era stata una sua scelta o era stato obbligato a lasciarla qui da sola tutto questo tempo.
Sospirò sconfitta dalle risposte inesistenti a quelle domande.
I suoi pensieri malinconici furono interrotti dalla campanella, era arrivato il momento di tornare a casa, finalmente.
Li sarebbe potuta stare sola, piangere se ne sentiva il bisogno o magari provare a disegnare modelli di abiti. Ci provava ogni tanto a tornare a disegnare, ma non le veniva mai l'ispirazione e si distraeva continuamente tornando a pensare al suo ragazzo.
Prese la cartella e, in silenzio, si diresse verso le scale che l'avrebbero portata all'uscita della scuola, solo che ad un tratto le si fece vicina la sua migliore amica che, prendendola sottobraccio, la fece fermare.
<< Dove scappi ragazza? Che ne dici di passare il pomeriggio insieme?>> disse sorridendole speranzosa.
Sapeva di dover fare qualcosa per uscire da quel vortice di negatività che era diventata la sua vita, quindi sapeva anche di dover accettare le proposte di Alya, ma era così difficile rinunciare alla solitudine e a rinchiudersi nei ricordi dei momenti felici che condivideva con Adrien.Anche quella sera era corso via da casa Dupain-Cheng per andare a trovare Adrien, cibo alla mano.
Quella sera aveva deciso anche di fargli una sorpresa, prendendo dei cornetti e biscotti fatti dal padre della ragazza e facendo finta di volerli per se, per la colazione dell'indomani mattina.
I coniugi erano comunque sempre propensi a dargli dei dolci che avevano fatto per la casa, ora non li avrebbe più rifiutati.
Corse, grazie alla sua trasformazione, per tutta Parigi, fino ad arrivare alle campagne, dove sorgeva il casolare abbandonato.
<< Adrien?!>> lo chiamò entrando.
Strano, solitamente percependo la sua presenza si faceva sempre trovare all'entrata, affamato come solo un gatto può esserlo.
Invece quella sera dovette cercarlo, fino a trovarlo sul tetto a contemplare un cielo stellato che solo l'inverno poteva offrire.
Aveva lo sguardo tremendamente malinconico, tanto che un po' gli dispiaceva anche doverlo distrarre, ma non era un bene ne per lui ne per Plagg avere pensieri troppo negativi.
<< Ti ho portato una sorpresa.>> richiamò la sua attenzione.
Adrien si voltò velocemente preso alla sprovvista, poi si mise ad annusare l'aria e il suo volto si illuminò repentinamente. Saltò agilmente dalla sua posizione a dove si trovava l'amico e gli tolse la busta di mano.
Avrebbe riconosciuto l'odore dei cibi preparati dal signor Dupain ovunque, da essere umano, figurarsi con l'olfatto di un felino.
Luka lo guardò soddisfatto mangiare, convinto che quei sapori così famigliari potessero aiutarlo a tornare com'era. Se così non fosse stato, beh, almeno aveva avuto del buon cibo.
<< Grazie Luka.>> disse sorridendogli mentre si leccava i baffi.
<< Non c'è di che amico.>> ricambiò il sorriso crogiolandosi anche nei passi avanti che avevano fatto insieme. Sentirlo parlare di nuovo, anche se non tanto quanto avrebbe voluto, era una scintilla significativa che aveva aiutato a rendere più luminosa la fiamma della speranza.
<< Hai visto Marì? Come sta?>>
<< L'ho vista prima di venire qui e sta come stava ieri sera Adrien, è inutile che me lo chiedi sempre.>> sorrise scuotendo la testa.
<< Scusa se sei l'unica fonte di informazione che ho.>> sbuffò.
Luka scosse la testa sorridendo, ma aveva ragione il biondo, era per questo che faceva sempre un sacco di domande alla ragazza per sapere come le era andata la giornata.
<< Oggi anche è andata a scuola, si è lamentata di come la guardano, della pena che hanno negli occhi e del trattamento di favore che le riservano gli insegnanti.>> disse tornando a guardarlo mentre la faccia gli si faceva cupa.
<< La mia Marì...>> sospirò triste.
Luka capì di doverlo nuovamente tirare su di morale. << Ma oggi è uscita con Alya! Dice che hanno fatto una lunga passeggiata ed è stata meglio che a casa.>>
Adrien sorrise, sempre con quel velo di malinconia che aveva a coprirgli il volto, immaginando la sua ragazza passeggiare sotto il sole e scherzare con la sua amica.
Chissà se lui poteva tornare a far parte di quelle giornate...
Scosse la testa obbligandosi a guardare positivo e a non farsi più tirar giù da quei pensieri negativi.
<< Credo comunque sospetti di me. Sta iniziando a chiedermi spesso cosa faccio quando me ne vado.>> incrociò le braccia al petto pensieroso, rivolgendo anche lui lo sguardo al cielo notturno.
<< Forse perché non sai essere discreto.>> lo prese in giro.
<< O forse perché vorrebbe passare sempre più tempo con me...sai...magari...>> lo guardò con la coda dell'occhio, trattenendo il riso per sembrare il più serio possibile.
<< Cataclisma.>> disse impassibile guardandosi la mano che ora conteneva il potere della distruzione.
Luka scoppiò a ridere capendo la minaccia poco velata del biondo che lo seguì subito dopo ritraendo la nube nera.
Entrambi si ritrovarono a pensare quanto fosse strana quella situazione. A ridere insieme come vecchi amici, come se non si fossero mai fatti la guerra per l'amore della stessa ragazza. Come se Luka non fosse stato l'artefice del momento in cui aveva dovuto rinunciare ai suoi ricordi e come se Adrien non fosse stato il ragazzo che più di una volta aveva contribuito a spezzargli il cuore.
Marinette l'aveva tradito con lui. Era stato usato per dimenticare lui, ma alla fine avevano perso entrambi. Adrien anche di più, in verità.
Se lo sarebbe mai perdonato? Chiudendo gli occhi si vedeva ancora lanciare quella dannata arma contro il ragazzo. Ancora e ancora. Era un incubo che non lo avrebbe più abbandonato, come il senso di colpa.
Sarebbe servito chiedere scusa adesso? Ora che sentiva di avere un vero legame con Adrien, forse poteva azzardarsi a parlarne e a chiedere il perdono. Almeno a provarci.
<< Scusa.>> disse una volta tornato serio.
Adrien si voltò a guardarlo con un sopracciglio alzato e lo sguardo dubbioso.
Si chiese cosa prendesse a quel ragazzo, perché si era fatto serio tutto d'un tratto. I suoi pensieri iniziarono a vagare su cosa avesse potuto fare a Marinette, se aveva provato a baciarla e ora gli chiedeva scusa, se aveva provato ad allontanarla da lui in questi giorni, se stava solo facendo finta di essergli amico...
Interruppe bruscamente quella valanga di supposizioni stupide. Non avrebbe più avuto pregiudizi su di lui.
<< Perché?>> rilassò il volto.
Luka si fece coraggio cercando di incanalare più aria possibile nei polmoni. Era giunto il momento.
<< Per quello che ti ho fatto.>> espirò, finalmente.
Non sentiva niente provenire da Adrien, quindi si voltò a guardarlo.
<< La colpa è mia se sei in questa situazione. Non dovevo farmi prendere dalla gelosia, mi ha reso cieco e vulnerabile, una facile preda di Papillon.>>
Adrien capì si riferisse a quel momento tragico che lo aveva costretto all'oblio.
STAI LEGGENDO
La Dea Bendata: Il Gatto Nero.
Fanfiction> > > > > > Il sequel di "La dea bendata" è un racconto medio-lungo su cosa accadrebbe se i giovani tornassero ad essere i paladini di Parigi dopo la loro rinuncia. Quanto effettivamente i Kwami influenzeranno lo svolgimento della vita di due...