Mei Ling

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22 gennaio 16, ore 03:15

Victoria, Hellas

Appartamento di Angela


«Quindi, ricapitoliamo: mi stai dicendo che dietro i Fantasmi non c'è il governo cinese?»

«Esatto.» rispose Angela da sotto la doccia. «Agiscono per conto di un'ala estremista guidata dall'ex presidente Deng Haoyu.»

Appoggiandomi alla parete esterna del bagno, di fianco alla porta, mi rigirai in mano il tablet che avevo preso dalla borsetta di Angela: al suo interno c'era una miniera di informazioni sull'identità di ogni spia cinese attiva su Marte e su dove ciascuna di loro operasse.

I dati combaciavano con quelli che Mia aveva estratto poche ore prima dal server a Eos: i Fantasmi erano ancora attivi a Noctis, Olimpia e Ilion.

Avevo deciso di fidarmi, ed eravamo tornati all'appartamento di Angela.

Tom, l'uomo con cui lei stava passando la serata prima che io li interrompessi sparandogli, non era più dove lo avevo colpito: doveva essere sopravvissuto e fuggito. Non che la sua sorte mi importasse, avevo problemi ben più grandi di lui.


«Lo scopo di Deng è destabilizzare il pianeta ed eliminare il governatore Chanal per sostituirlo con qualcuno che apra Marte allo scambio con le Repubbliche Popolari.» continuò Angela. «Presentando questo risultato come un successo personale, verrebbe sicuramente reinstaurato come presidente al prossimo congresso.»

«In poche parole, vuole stracciare il Trattato di Pechino.» commentai, pensieroso.


Il Trattato di Pechino era un vecchio accordo fra tutte le principali potenze terrestri, risalente alla Guerra del Pacifico, nel ventitreesimo secolo. In seguito allo stallo del conflitto, il trattato ridisegnò le aree di influenza delle grandi potenze, sia sulla Terra che nello spazio: era su questo trattato che si basava lo sfruttamento esclusivo di Marte da parte dell'Alleanza, e specularmente quello cinese di Venere.


L'idea del trattato era quella di prevenire nuove guerre su larga scala, e aveva funzionato bene per secoli.

«Deng sta giocando a un gioco molto pericoloso.» constatai. «Marte dovrebbe dichiararsi indipendente dall'Alleanza per uscire dal Trattato, e a quel punto non escluderei una nostra invasione in risposta. Le Repubbliche risponderebbero, e avremmo una guerra interplanetaria fra le mani.»

«E i nostri servizi segreti sono d'accordo.» assentì Angela uscendo dalla doccia. «Per questo sono stata infiltrata fra gli uomini di Deng in modo da sabotarne gli sforzi.»

Il rumore dell'asciugacapelli fermò la nostra conversazione; qualche minuto più tardi, Angela uscì dal bagno indossando un accappatoio color crema.

«Molto meglio senza tutta quella polvere addosso.» disse lei, dirigendosi verso la camera da letto.

«Non ti saresti impolverata se non ti fossi inerpicata per quella rupe.» replicai senza muovermi.

Angela entrò nella camera, accostando la porta senza chiuderla del tutto.

«Non sarei scappata se non mi avessi sparato addosso.»

«Miravo alla borsetta.»

«E per fortuna non l'hai colpita, o avresti distrutto il tablet.»

Non le risposi: non avevo intenzione di darle ragione.

«Vuoi continuare a parlare attraverso la porta?» esclamò Angela.

«Aspettavo che ti vestissi.»

Angela spalancò la porta. «Sono già vestita, e non ho voglia di urlare: entra.»

Definirla "vestita" era forse eccessivo, visto che indossava soltanto una camicia da notte; nonostante questo, Angela si muoveva con disinvoltura da una parte all'altra della stanza, cercando qualcosa nei vari cassetti e nell'armadio.

«Come dicevo, mi sono infiltrata fra gli uomini di Deng per sabotarli dall'interno, ma non è stato affatto facile: ogni cellula operativa agisce indipendentemente dalle altre, comunicando solo se indispensabile. Ho impiegato un anno intero a raccogliere le informazioni che avevo sul tablet.»

«E in questo anno non sei riuscita a capire quali potrebbero essere le loro prossime mosse?»

«Mi stai ascoltando?» rispose Angela con stizza. «Ti ho appena detto che ogni gruppo agisce all'oscuro degli altri. Io avevo contatti diretti solo con l'altro membro della mia cellula, un thailandese chiamato Wun Sen.»

«Allora continuerò a stanarli uno ad uno: ora che so chi siano non sarà difficile.» dissi guardando il tablet.

Stando alle informazioni di Angela, i Fantasmi erano dieci: due erano morti a Nuova Roma, e il terzo era lei stessa. Rimanevano quindi in sette fra Olimpia, Ilion e Noctis.

«Immagino che andrai a Ilion ora, è la scelta più logica.» disse Angela.

Aveva ragione: Ilion era di gran lunga la più vicina delle tre.

 «Forse.» risposi.

«Come pensavo; quando partiamo?»

«Partiamo?» esclamai, guardandola storto.

«Abbiamo lo stesso obiettivo, e hai bisogno del mio aiuto per trovare gli uomini di Deng.»

«Non ho bisogno di alcun aiuto: lavoro meglio da solo, o con persone di cui mi posso fidare.»

Angela mi rivolse un sorriso misurato. «Pensi che sia così sciocca da dirti tutto subito? Ci sono ancora cose che non ti ho detto, e solo quando accetterai di lavorare con me, dividerò tutte le mie informazioni con te.» disse tendendomi la mano.

La guardai in silenzio per alcuni lunghi attimi. «E va bene.» concessi infine.

«Perfetto!» esclamò Angela, tornando a rovistare nell'armadio. «Devo solo recuperare una cosa... Trovato!» disse, prendendo una piccola scatola da uno dei cassetti.

«Cos'è?» le chiesi, curioso di sapere per cosa avesse messo a soqquadro la stanza.

«La mia nuova copertura.» spiegò lei, estraendo un telefono dalla scatola. «Grazie a te "Angela" è bruciata, quindi devo cambiarla: tornerò a essere l'ambasciatrice "Mei Ling", che sfortunatamente è caduta in disgrazia ed è dovuta fuggire dalla patria, chiedendo asilo su Marte. Qui dentro c'è tutto quello che mi serve.»

«Stai esagerando, solo al SAS sanno che stavo investigando su di te.»

«Appunto.»

«È una copertura debole.» insistetti. «Non reggerà a un esame approfondito.»

«So anch'io che "Angela" era una copertura migliore!» sbottò lei. «Ma continuare a usarla dopo che mi hai scoperta sarebbe stupido. No, ufficialmente hai ucciso Angela Chen su quella rupe.»

«Manca il cadavere.» le feci notare.

«Sono caduta nel lago e sono andata a fondo.» rispose lei con un'alzata di spalle.

«Fai come credi.» esclamai infine, non desiderando prolungare oltre la conversazione. «Angela o Mei Ling, per me non fa alcuna differenza.»

Guardai l'ora sul tablet: le tre e mezza.

«Partiremo per Ilion entro l'alba, cerca di dormire un po'.»

Uscendo dal suo appartamento, attivai il blocco della serratura e disattivai l'apertura interna: non sapevo ancora se mi potessi fidare di lei, e non avevo intenzione di correre alcun rischio.

I Fantasmi di TharsisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora