Pioggia di Fuoco

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7 febbraio 16, ore 19:11

Labirinto della Notte


L'altopiano innevato di Tharsis scorreva a gran velocità sotto di loro, mentre i canyon del Labirinto disegnavano una ragnatela che si estendeva a perdita d'occhio; nel compartimento passeggeri, Mia attendeva con il cuore in gola, ascoltando le comunicazioni radio dei piloti.

«Tutto bene lì dietro?» le chiese a un certo punto il tenete Eriksen. «È tremendamente silenziosa, agente.»

«Non si preoccupi, tenente.» rispose lei, cercando di non far tremare la voce. «Qual è il piano?»

«Bombarderemo gli edifici fino a raderli al suolo, dopodiché atterreremo e faremo collassare i tunnel per seppellire chiunque si sia rifugiato all'interno. A quel punto daremo un'occhiata in giro, e se dovessimo trovare qualche computer superstite entrerà in gioco lei.»


I tre jet si abbassarono di quota, entrando in uno dei numerosi canyon; rallentando notevolmente per evitare le pareti rocciose che si stringevano sempre di più, e lo percorsero per alcuni chilometri, finché finalmente, il loro obiettivo comparve in lontananza davanti a loro: gli edifici fatiscenti della vecchia miniera di rame, risalenti all'epoca dei primi coloni. Sembrava impossibile che i Fantasmi potessero aver scelto un luogo tanto malridotto come base operativa, e proprio per questo era un nascondiglio ideale.

All'esterno della miniera, la presenza di alcuni rover parcheggiati confermava un'attività recente.

«S-2, S-3: pronti ad aprire il fuoco al mio segnale.» disse il tenente.

I tre Seirén si schierarono fianco a fianco, scendendo di quota e procedendo finché gli edifici non furono a portata.

«Bersaglio acquisito, fuoco a volontà!»

I velivoli aprirono contemporaneamente il fuoco, usando la massima potenza del cannone frontale. Per almeno due minuti interi continuarono a bombardare le strutture e i veicoli, infliggendo enormi danni grazie ai velocissimi proiettili esplosivi, mentre le onde d'urto provocate dalle deflagrazioni causarono frane e valanghe alle pareti rocciose circostanti.

All'interno di S-1, Mia attendeva che tutto il rumore finisse ad occhi chiusi, senza possibilità di osservare cosa stesse accadendo all'esterno. Suo malgrado, era terrorizzata: in vita sua, non aveva mai udito una simile cacofonia di esplosioni, fischi e boati. Iniziava a chiedersi se non avesse commesso un'errore ad accettare di prendere parte all'operazione, quando improvvisamente tutto tacque.

Nessuno stava rispondendo al fuoco.


«S-2, S-3: portatevi ai lati della miniera e controllate il perimetro.» ordinò il tenente

I due piloti obbedirono all'ordine, scendendo a pochi metri d'altezza.

«Nessun contatto, S-1. Forse non ci sono superstiti.» disse uno dei piloti dopo alcuni secondi.

«Oppure non c'era nessuno. Forse hanno abbandonato la base dopo il secondo attacco.» puntualizzò l'altro.

«Lasciando qui tutti quei rover?»

«Non distraetevi.» intervenne il tenente. «Continuate a controllare. Se non troviamo nessuno entro qualche minuto...»

Le sue parole vennero interrotte da un fortissimo sparo.

«Cecchini! Prendete quota!» esclamò il tenente.

Un secondo sparo si udì dopo pochi secondi, seguito da un terzo e da un quarto. Improvvisamente, il motore sinistro di S-1 prese fuoco dopo essere stato colpito.

«Perdo quota.» esclamò il tenente Eriksen, cercando di mantenere la calma mentre una serie di allarmi risuonava nella cabina di pilotaggio. «Tento un atterraggio di emergenza.»

Il secondo Seirén si girò di fianco, aprendo il fuoco con la mitragliatrice nella generica direzione degli spari per coprire le manovre del tenente.

All'interno, Mia lottava per impedire che il panico prendesse il sopravvento su di lei.

«Idiota.» disse a sé stessa. «A cosa pensavi di andare incontro?»

«Non riesco a rallentare!» esclamò il tenente. «Haywood, preparati all'impatto!»

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