XIV.

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Le sue labbra si schiantarono contro le mie con violenza. Quello non era un bacio dolce o passionale, quello era puro possesso. Un bacio carnale, intriso del più osceno dei desideri.
Jaden era folle, ma io lo ero ancora di più ad assecondarlo.
Le nostre lingue si intrecciarono in una danza proibita, scontrandosi come in un duello.
Le sue mani erano arpionate ai miei fianchi, mentre le mie strette fra i suoi morbidi ricci. Sentì la sua eccitazione premersi sul mio ventre ed io ansimai sospesa in questo limbo di pura passione. Me lo strinsi addosso desiderosa di volerne di più.
Non riuscivo a fermarmi, nonostante la testa sapeva di stare sbagliando, il mio corpo non voleva sentire ragioni.
Era tutto così assurdamente eccitante.
Jaden era capace di tirare fuori la parte più selvaggia di me. Risvegliava desideri che non avrei mai potuto immaginare, così crudi e osceni. Ma era tutto sbagliato. Io, lui. Niente di ciò che stavamo facendo poteva considerarsi giusto o semplicemente normale.
Tra me e Jaden non sarebbe mai potuta andare a finire bene. Io e lui eravamo come il giorno e la notte, il bianco ed il nero.

Il suono di un clacson ci fece trasalire e, spaventata, mi staccai violentemente dal suo corpo. Mi portai le dita alle labbra, sentendole subito umide e gonfie. Il respiro ancora affannato. Jaden mi stava fissando, gli occhi lucidi e colmi di un desiderio viscerale. Non avrei saputo descrivere come mi sentivo. Era fottutamente assurdo. Il cuore rischiava di scoppiare e sentivo i polmoni sull'orlo del collasso.
"Sali in macchina" ordinò Jaden. Questa volta non fiatai, non provai nemmeno a ribellarmi. Mi sistemai la giacca e lo seguì a testa china verso l'auto.
Il tragitto fu breve e non una sola parola venne pronunciata.
"Dove siamo?" domandai appena Jaden accostò la macchina. Davanti a noi si ergeva un enorme palazzo beige.
"Vieni" mi fece cenno di seguirlo scendendo dalla macchina. Dubbiosa lo seguì percorrere quello che doveva essere il vialetto che portava all'atrio dell'edificio.
"Dobbiamo salire" si incamminò verso le scale.
"Puoi dirmi dove stiamo andando?" chiesi sempre più agitata.
"Smettila di fare domande e seguimi" distrattamente mi afferrò per un polso e mi trascinò con sé.
Dopo pochi minuti, affannata, ci fermammo davanti all'ingresso di quello che doveva essere sicuramente un appartamento.
Jaden tirò fuori dalla giacca un mazzo di chiavi e con pochi gesti fece scattare la serratura della porta. Quando quest'ultima fu aperta, Jaden ci si fiondò dentro lasciandomi bruscamente.
Incerta lo seguì all'interno "Vivi qui?"
"Sì" lo vidi scomparire dietro l'angolo per cui ne approfittai per guardarmi un po' attorno. Il locale era moderno, minimal e soprattutto ordinato. Mi mossi cauta fra le mura della sala fin quando la mia attenzione non venne catturata da un piccolo giradischi posizionato tra gli scomparti di una libreria. Quando mi avvicinai notai che non si trattava affatto di libri, ma di una vera e propria collezione di vinili.
Affascinata, mi ritrovai ad accarezzare quelle magnifiche copertine. Mozart, Beethoven, Chopin, possibile che fossero di Jaden? Possibile che collezionasse vinili?
"Cosa stai facendo?" mi girai di scatto, terrorizzata. Jaden era a qualche metro di distanza, si era cambiato i vestiti ed ora indossava una semplice tuta che aderiva perfettamente al suo corpo. Deglutì a fatica colta sul fatto.
"Sono tuoi?" domandai curiosa.
"Nessuno ti ha insegnato che non si toccano le cose degli altri?" si avvicinò lentamente con passo felino. Un predatore pronto a cacciare la sua piccola preda.
"Sono tuoi dunque" sorrisi rigirandomi fra le mani un vinile di Schubert "Non immaginavo ti piacesse la musica classica"
"Non sono affari tuoi" mi liquidò strappandomi dalle mani il vinile e riponendolo sulla libreria insieme agli altri.
"Sei impossibile" sbuffai allontanandomi da lui di qualche passo.
"Spogliati" mi ordinò perentorio.
"Co cosa?" farfugliai confusa. Cosa aveva intenzione di fare? Per un attimo mi balenarono in mente immagini di me e Jaden completamente nudi avvinghiati uno all'altro. Immaginai come sarebbe sentire la sua bocca sulla mia e le sue mani arpionate ai miei fianchi.

"Togliti la giacca e il maglione, voglio vedere come va la spalla" spalancai la bocca stordita. Stavo seriamente fantasticando su come sarebbe stato fare sesso con lui?
"Sì certo" mi tolsi la giacca impacciata. Voleva solo controllare la spalla. Una spalla che faceva terribilmente male, ora che ci pensavo.
"Dovrai toglierti anche la maglia se vuoi che controlli che sia tutto a posto" mi incitò.
"Ok" risposi a disagio. Fantasticavo su di lui e non ero nemmeno in grado di levarmi la maglia senza sentirmi in imbarazzo. Percepivo i suoi occhi su di me e con un lungo sospiro di incoraggiamento afferrai l'orlo della maglia e la tirai su facendola passare per la testa. Ero ormai rimasta in intimo e mi maledissi mentalmente per aver indossato un reggiseno in pizzo praticamente trasparente. Jaden, spudorato, non tentò nemmeno di celare il piccolo sorriso malizioso che gli affiorò sulle labbra quando vide cosa stessi indossando.
"Girati" la sua voce era così dannatamente bella. Feci come da lui richiesto e mi ritrovai a fissare il mio riflesso allo specchio. Esposta, vulnerabile con solo un reggiseno di pizzo addosso a coprire la mia vergogna.
"Cazzo" imprecò Jaden. Un dolore acuto mi pervase quando mi toccò un punto preciso della scapola.
"Fa dannatamente male" piagnucolai per il forte dolore.
"Hai bisogno di ghiaccio e di una pomata per lividi" asserì lui scomparendo dietro l'angolo per la seconda volta. Mi girai lentamente per poter vedere meglio allo specchio e quando lo feci, i miei occhi si spalancarono allarmati. Il livido era molto più grosso di quanto mi aspettassi e l'intera zona era completamente arrossata.
"Tieni questo per almeno trenta minuti, poi ti aiuterò a spalmarci un po' di questa crema" mi passò un piccolo sacchettino di plastica con dei cubetti di ghiaccio all'interno.
"Anderson la pagherà" i suoi occhi erano puntati su di me minacciosi.
"Tu non farai proprio nulla" gli puntai un dito contro "Non voglio scenate Jaden"
"Non puoi fermarmi piccola" sorrise compiaciuto.
"Smettila di fare il duro. Non ho bisogno che tu mi protegga, è stato solo un incidente." alzai gli occhi al cielo esasperata.
"Anderson se lo merita" ribatté stizzito "Ti ha fatto del male"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 03, 2022 ⏰

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