19 gennaio 2009, ore 6:35 A.M, Londra.
Il sole quella mattina era coperto da nuvole plumbee e cariche dell'acqua che di lì a poco avrebbe bagnato i tetti londinesi; si respirava tra le strade il tipico odore di pioggia, l'odore tipico della natura primordiale, quello che entrava nei polmoni e che offuscava la mente.
Poche luci accese illuminavano la città ancora avvolta nella semioscurità dell'alba invernale. Pochi rumori, poche macchine, poche vite sveglie...il silenzio sarebbe durato poco, appena forse una mezz'ora e quella che era una delle metropoli più importanti al mondo avrebbe visto un nuovo giorno ricco di dinamicità.
L'appartamento appena venduto al sesto piano alle spalle di King's Road, aveva un'unica luce accesa: la lampada da terra posizionata tra il grande divano in tessuto grigio e la poltrona dello stesso design.
La tranquilla pace dell'appartamento venne spazzata via dal fastidio e stridulo suono della sveglia poggiata sul comodino in camera da letto. Una mano, stancamente, diede fine a quello strazio cliccando a tentoni il bottone di spegnimento.
Hermione Granger, con addosso solo la parte di sopra del pigiama in seta rosa, occupava con la sua enorme massa di capelli castani mossi e disordinati, entrambi i cuscini e il centro del grande letto. Gli occhi chiusi e la bocca aperta, già un'espressione infastidita sul volto.
Socrate, il gatto persiano bianco della donna, con uno scatto felino scattò sul letto. La grande coda pelosa infastidiva il naso della proprietaria.
"Socrate!" bisbigliò la ragazza "sono sveglia, ho solo bisogno di un po' più di te..."
L'animale per tutta risposta premette una zampa sul petto della giovane e iniziò a miagolare. La stava chiamando.
Hermione si mise a sedere, spostando dunque il gatto al suo fianco. Voltò lo sguardo alla grande vetrata sulla destra, coperta in parte da tende sottili color panna: alcune goccioline di pioggia già bagnavano i vetri, il profilo degli edifici si confondeva tra la nebbia umida della città e tra il grigio del maltempo.
"Sarà una giornata fantastica" disse ironica a se stessa, nella totale solitudine di casa sua.Mentre versava il latte nella tazza, appoggiata all'isola della cucina, la Granger azionò il bottone del telefono per sentire la segreteria accumulata del giorno precedente.
"Amore della mamma!" si levò dal dispositivo la voce vivace e femminile di sua madre "So bene che sei con i tuoi amici e questo messaggio lo sentirai domani mattina, ti auguro quindi un buon inizio settimana e un buon lavoro! Ricorda che io e papà siamo fierissimi e orgogliosi della nostra magnifica donna in carriera! Tra otto mesi sarà il grande giorno, non vedo l'ora...lo so che stai borbottando e che mi starai dando dell'esagerata! Bacioni".
I genitori vivevano a dieci minuti da casa sua: cinque anni prima riuscì a ritrovarli in Australia e far ritornare loro la memoria, esprimendo magico che le valse addirittura una menzione d'onore al Dipartimento Incantesimi del Ministero.
Erano una famiglia ormai felice, unita...sua madre non faceva altro che ripetere che mancava solo un marito per lei e un nipotino per sé.
Hermione posò lo sguardo sul calendario appeso al frigo: mancavano davvero otto mesi precisi al suo trentesimo compleanno. Il solo pensiero di abbandonare i venti la faceva sentire estremamente ed eccessivamente vecchia.
Tirò un sospiro e azionò il tasto che riproduceva il prossimo messaggio.
"Harry! Come si usa questo aggeggio? Papà puoi venire un attimo?!" la voce di Ginevra che inveiva venne coperta da un rumore di fruscii, come se il telefono usato per la registrazione venisse scossò in continuazione "Scusa Hermione ma non imparerò mai ad usare questi apparecchi babbani! Hai dimenticato la tua porzione di torta alla zucca, vieni a riprenderla appena i tuoi impegni politici te lo permettono o mamma ti invierà una Strillettera diretta al tuo Ufficio al Ministero: se non mangi sono guai! I bambini si sono svegliati quando te ne sei andata e mi hanno chiesto di te in modo insistente, soprattutto Albus come al solito. Ti aspettiamo per la prossima serata e mi raccomando: cerca di trovare un uomo e gioisci della vita!" subito dopo si sentì Harry che richiamava la moglie per la sua sfacciataggine "Il tuo amico è un bigotto e pensa che la sua amica di infanzia non voglia sco..." la registrazione venne interrotta bruscamente. Probabilmente Harry aveva premuto il tasto per zittirla.
Scoppiò a ridere: Harry e Ginny erano comici. Una bellissima coppia di amici, amanti, coniugi, genitori...se avesse avuto un prototipo di relazione probabilmente avrebbe immaginato proprio quel tipo di rapporto.
I due avevano ormai due figli, James e Albus, due bambini che l'amavano e che la vedevano come la zia-divinità, portatrice di doni e dolciumi.
Il lavoro al Ministero prendeva molto tempo, soprattuto da quando diventò caporeparto dell'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale; stare con la famiglia e gli amici divenne sempre più raro e difficili, i momenti privati erano ridotti spesso solo al weekend. Vedeva molti suoi compagni, compresi Harry e Ron, tutti i giorni lavorando al Ministero e essendo essi Auror, tuttavia lo svago era davvero limitato.
Gustandosi i cereali ormai gonfi di latte, pensò all'ultima frase di Ginevra e il continuo assillo di sua madre: ormai alla soglia dei trenta anni non aveva un uomo accanto. Le sembrò così triste ora la sua casa, che pure aveva arredato con gusto minuzioso, in ogni dettaglio, tuttavia era vuota.
Da bambina si costrinse a proseguire solo i suoi obiettivi, senza badare alla vita personale: aveva un bel lavoro retribuito, che le piaceva molto ma che le toglieva modo di relazionarsi con costanza alla sua famiglia e ai suoi amici, figurarsi ad una relazione. Aveva fatto molta strada per arrivare a quel punto e le sembrava di essersi persa qualcosa.
Da quando non condivideva il letto con un uomo? Forse un anno. Da quando non aveva una relazione? Una sola e finita in tragedia anni prima.
Con Ronald fu solo e soltanto un bacio, dettato dalle emozioni forti del momento: non lo amava, si accorse...glielo disse, gli fece male e la conseguenza fu un periodo lungo, due anni, di silenzi. Ronald visse questi anni in Romania, dal fratello, dove conobbe Evelina, una ragazza rumena graziosissima con la quale avrebbe convolato a nozze nell'estate del 2009.
Il ragazzo rosso andò avanti, Hermione no.
Aveva incontrato l'uomo della sua vita, sì, Eugenius. Pensare a quell'uomo, al loro amore e alla tragica fine di questo, fece si che una goccia salata dall'occhio cadesse nel latte.
"Un ottimo modo per iniziare" sussurrò ancora solo e soltanto a se stessa.Spazio autrice
Finalmente sono tornata e spero che siate felici di questo. Non so effettivamente da quanto manco, sicuramente un po'; i diversi impegni scolastici, le varie vicende personali, anche la poca immaginazione, tutti questi fattori mi hanno tenuta lontana da Wattpad. Leggevo qualcuna di voi ogni tanto, facendo una capatina, non avevo però mai tempo: scrivere qualcosa che altri leggeranno è una cosa seria e spesso si tende a minimizzare l'importanza di questo nostro "hobby". Se scrivo, scrivo bene, altrimenti non lo faccio proprio.
Ho in mente un bel piano per questa storia anche se non ho scritto i prossimi capitoli: ho preso l'iPad e ho letteralmente gettato sulla tastiera le idee di una notte. Come avete visto la storia inizia nel 2009, Hermione è già una donna di quasi trent'anni, vive da sola...insomma sembra che intorno a lei tutto sia già definito, tutto a parte lei ovviamente. Prossimamente cercherò di sottolineare meglio il rapporto mondo babbano-mondo magico e in che modo i due riescano a plasmare la vita dei personaggi.
Per il mio ritorno ho pensato anche di rendere più "innovativa" la storia (lo so che molte autrici lo fanno da anni ma io non l'ho mai fatto), caricando le immagini di ambienti, di cose, di persone eccetera per farvi immaginare esattamente ciò che immagino io mentre scrivo.
Casa di Hermione la immagino su questo stile serio e minimalista:Il gatto Socrate (Socrate come il filosofo sì)
Spero che vi sia piaciuto e che continuerà a piacervi...a presto!❤️
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Occasionale -Snamione-
FanfictionL'eros e l'agàpe: due modi di amare dettati da bisogni diversi. È possibile che questi due concetti coesistano? I due protagonisti di questa storia lo scopriranno.