Capitolo 5

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4 marzo 2009, Londra

La sensazione del lenzuolo di seta sottostante era decisamente eccitante: quel tessuto dalla texture lucida aveva qualcosa di sensuale anche solo nell'accarezzarlo. Hermione allungò una mano sul letto, stringendo fra le dita il materiale liscio.
"Ti piace la mia biancheria da letto?" le chiese Severus da un angolo della stanza. L'uomo uscì dalla porta del bagno in camera con ancora le goccioline che gli imperlavano le spalle e gli sfioravano i capelli neri già bagnati: un solo asciugamano di spugna nero a coprirlo dal bacino fino a metà coscia. Il profilo del membro dell'uomo, ben visibile anche attraverso il tessuto scuro, la incantò.
"Abbiamo appena finito, Signorina Granger. Non mi dica che ne vuole un altro po'?"
Le sussurrò quella frase guardandola diritto negli occhi, la voce bassa e calma gli scivolò sulla lingua e sulle labbra, facendola eccitare già dalle prime sillabe. Gli occhi neri brillarono, non solo per il riflesso giallognolo del fuoco del camino ma anche a causa della lussuria e del desiderio: nessuno, neanche Eugenius, la guardò con così tanta cupidigia.
"Forse è lei, Professor Piton, a volerne un altro po'?" pronunciò quella frase con sfacciataggine, ghignando e socchiudendo gli occhi.
Un sorrisetto furbo nacque anche sulle labbra sottili maschili. Una vigorosa mano stringeva l'asciugamano per tenerla ferma, l'altra corse a stringerle la gamba piegata sul letto: le vene in rilievo, i polpastrelli consumati dal lavoro di pozionista e i calli formatasi dalla stessa attività, rese quella presa possessiva ancora più erotica.
"Non si dice mai di no ad una signorina"
Iniziò a baciarle il collo del piede lentamente, salendo lungo la gamba e poi ancora più sopra alle cosce. La mano seguì il percorso delle labbra, ora accarezzando ora graffiando leggermente con le unghie corte: quei semplici gesti le fecero venire la pelle d'oca.
Il mago si sistemò a carponi sul letto; piano separò le cosce mentre con lo sguardo le chiese, silenzioso, il permesso. Baci passionali, lappate e teneri morsi furono il trattamento per la pelle molle dell'interno coscia femminile: ad ogni tocco Hermione avrebbe potuto raggiungere l'orgasmo, con Severus l'intero corpo diventava un'unica zona erogena.
Lo guardò dalla sua posizione favorevole e lo trovò pervaso di quella sua tipica bellezza oscura e rara, nascosta ai più. Gli occhi scuri gli continuarono a brillare dall'eccitazione e in quel momento anche le labbra si presentarono più vive e piene a causa dei continui baci donati e le folte sopracciglia non si costrinsero nel tipico cipiglio austero, bensì si rilassarono alla vista del proprio sesso.
"Vuoi assaggiare ancora il mio frutto, Severus?"
"Non voglio solo assaggiarlo ancora, Hermione, io voglio mangiarlo per sempre"
La strega sentì distintamente un'ondata intensa di piacere al basso ventre.
"Dimmi quanto lo vuoi" gli sussurrò prendendogli il mento liscio appena rasato tra le dita.
A quel gesto inaspettato Piton assunse un'espressione incuriosita: sicuramente non si aspettava che la donna prendesse in mano la situazione in quel modo. Decise di stare al gioco ma a modo suo.
"Esattamente quanto lo vuoi tu"
Non fu la risposta che la Granger si aspettò, Piton non si sarebbe piegato facilmente al suo volere e questo non fece altro che aumentare la tensione sessuale tra i due.
Gli carezzò piano una guancia glabra appena rasata e lo costrinse, con una leggera pressione sulla mandibola, a sollevarsi fino al proprio viso. Ormai a pochi centimetri l'uno dall'altra si guardarono per secondi interminabili: si chiese a cosa tutto quello avrebbe portato e si rese conto che qualsiasi cosa valesse la pena pur di essere scopata da quell'uomo.
Lo vide desiderare le proprie labbra, semplicemente non le guardava, le sembrò piuttosto che le venerasse. Si avvicinò alle sue discretamente, con una lentezza studiata per farlo impazzire, d'altronde sentiva quanto la sua virilità fosse attiva in quel momento, sentiva il calore e la durezza anche attraverso l'asciugamano.
Non lo baciò ma sfiorò solo quei lembi sottili di pelle sensibile: appena egli si avvicinava di più per eliminare la distanza, ella si spostava con un sorriso.
"Hermione..." pronunciò Severus sommesso.
Per quanto anche lei stessa soffrisse, il desiderio di averlo in pugno e dominarlo a proprio piacimento superò ogni altro volere.
Con i denti gli tirò leggermente il labbro inferiore e subito dopo pronunciò sottovoce "Dillo, Severus, devi dirmelo".
Il maestro di Pozioni sospirò e tentò un'altra volta di baciarla, venne però ostacolato dalla mano di Hermione che gli stringeva piano la nuca.
"Ti prego, Hermione" disse in un soffio. Cedette quindi così, con gli occhi socchiusi da un piacere che ancora doveva arrivare.
"Di fare cosa?"
"Lasciati mangiare, leccare...lasciati prendere. Senti -premette ancora di più l'erezione sulla coscia- che voglia ho di farti godere, di godere con te e di te"
Non lo sentì mai così, tuttavia non le bastava: voleva di più.
"Allora supplicami" avanzò la donna guardandolo negli occhi.
"Ti supplico"
"Implorami"
"Ti imploro" pronunciò egli quasi in una preghiera.
Avere un uomo così alla propria completa mercé; avere proprio lui, Severus Piton, alla propria mercé la eccitò così tanto da provocarle non soltanto brividi e sensazioni forti ma sentì un distinto rivolo di umori che le percorse la coscia e che andò a bagnare le lenzuola.
In un fluido gesto abile, di cui dubitò ella stessa di aver compiuto, lo fece stendere parallelamente alla testiera del letto e poggiò il proprio nucleo sulla sua bocca tanto desiderosa. Accadde tutto così velocemente che entrambi si stupirono inizialmente, un breve istante di poca durata, precedente alla passione che consumarono dopo.
Il verbo "mangiare" Severus non lo usò a caso: letteralmente la mangiò, con lappate appassionate, acrobazie con la lingua mai provate, succhiate quasi indecenti. Lo sentì esperto e si sentì stupida per non averlo avuto prima, anche terribilmente gelosa delle donne a lei precedenti.
La posizione terribilmente scomoda, non venne screditata grazie al piacere che non le fece sentire il solito disturbo: mosse, quando poté, veloce il bacino mentre Severus le afferrò le natiche e gliele strinse con possesso, schiaffeggiandole a volte.
Lo guardò dall'alto e lo vide completamente abbandonato al proprio sesso. Si curò di togliergli una fastidiosa ciocca di capelli corvini dal viso e di accarezzargli la fronte seduta. Lo sguardo che Piton le dedicò dopo quel gesto, fu così intenso che quasi venne. Dovette chiudere gli occhi.
L'orgasmo la colpì dopo poco: venne stringendogli la mano poggiata sul seno sinistro.
Riuscì solo dopo a scendere dal suo viso.
"Decisamente sì, voglio mangiarla per sempre" gli sentì dire e poi aggiungere "E tu Hermione, lo vuoi per sempre?".
Si sentì osservata dagli occhi neri e a disagio: ritenne sempre la fase post-orgasmo la peggiore per parlare.
"Ci penso"

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