23 giugno 2009, ore 6:46 AM,
Era sudato e aveva bisogno di una doccia urgentemente. La tuta elastica Babbbana che utilizzava per fare jogging era completamente bagnata nata e cominciava ad innervosirlo.
Piano mise le chiave nella serratura della porta e girò. L'ambiente era buio e silenzioso, dunque Hermione era ancora addormentata.
Posò le due bustine e la bacchetta sul tavolo, prima di entrare in bagno e dedicarsi a se stesso.
Quando finalmente entrò in doccia e il getto d'acqua tiepida gli bagnò la testa e poi la schiena, si rilassò dopo la tensione muscolare.
La propria mano insaponata passò per tutto il corpo, soffermandosi sul membro silente: la sera prima non aveva osato masturbarsi, il solo pensiero che Hermione fosse sveglia nella stanza affianco lo frenò. Inoltre l'allusione della donna lo spinse ad allontanare ogni impulso, sarebbe stato incredibilmente imbarazzante essere scoperto.
Senza neanche volerlo la sua mente ricordò i loro incontri e nuove immagini gli offuscarono gli occhi.Hermione entrò già nuda dalla porta del bagno: i fianchi e le cosce piene lo tentarono con l'andatura sensuale: le carni oscillavano in modo peccaminoso, meraviglioso gli sembrò il poco rimbalzo dei piccoli seni appena scoperti dai lunghi capelli ondulati.
Severus la osservò attraverso il vetro della cabina doccia.
La vide raggiungerlo e posizionarsi sotto il getto d'acqua: i capelli ormai fradici vennero tirati indietro e le scoprirono il viso con le goccioline che imperlavano la pelle nivea.
La Granger con l'indice accarezzò un proprio capezzolo, facendo attenzione a guardarlo attentamente negli occhi.
"Ti piace, Severus?" gli chiese innocente, con le labbra arrossate dal vapore.
"Hermione..." cercò di dire, pur non riuscendo a staccare gli occhi dai capezzoli ormai turgidi.
In un attimo la ragazza agguantò il soffione della doccia e aumentò la pressione dell'acqua, poi lo portò al proprio nucleo: probabilmente il contatto tra il clitoride e il forte flusso di acqua le provocò una eccitazione tale da farla sussultare.
Davanti agli occhi dell'uomo la donna si stava letteralmente masturbando, in un paio di secondi la sentì urlare forte con la testa reclinata all'indietro: una scena così erotica tanto che il suo pene si indurì in modo spropositato.
"Cos'è? Non vuoi scoparmi?" gli chiese con molta difficoltà nell'articolazione.
Non ci pensò due volte a spingerla malamente contro il muro, il soffione ancora sul suo clitoride ora era fra loro due. In un attimo fu dentro di lei.
Spinse furiosamente, prendendo a coppa il seno e con l'altra mano le tenne il collo ma non molto forte da farle male. Un dito si spinse tra le sue labbra, venne succhiato mentre si guardavano con occhi offuscati dal piacere.
Venne, sia nella realtà che nell'immaginazione, eppure la sua mente continuava ad andare avanti: il se stesso ansante ripose il capo nell'incavo del collo di Hermione. Entrambi facevano fatica a respirare in modo regolare dopo l'intenso orgasmo e la doccia continuava ad erogare acqua sui loro corpi.
La mano sul torace della donna lo avverti che stava per dire qualcosa "Severus io ti a-"La mente venne distratta da un rumore improvviso: il flacone di bagnoschiuma scivolò dalla mensola su cui era risposto e caffè con un un forte rumore ed eco sul piatto doccia.
Arrivato in cucina fu lieto di scoprire che Hermione ancora dormiva. L'orologio sul polso indicava ormai le 7:30 e, stando ai tipici orari da Ministero, la donna si sarebbe svegliata di lì a poco per abitudine.
Ebbe appena il tempo di lanciare un incantesimo riscaldante sui pain au chocolat comprati quella mattina e fare una buona spremuta con le arance fresche e un caffè lungo, prima di sentire dei primi rumori al piano superiore. Apparecchiò in terrazzo con le poche stoviglie che aveva a casa, cercando almeno di rendere presentabile il tutto. Accanto alla tazza di caffè fiori di campo.
Quando la vide spuntare dalla scale, con il pigiama di raso di quella notte a casa sua, i capelli raccolti in una crocchia disordinata e delle ciabatte...quasi svenne. Bellissima nella semplicità del mattino: illuminata dai raggi del sole che filtravano dalla finestra, che rendeva ramata la ciocca di capelli ribelle che le cadeva sul viso, lo stesso sole accennava ancor di più il color ambra degli occhi e il rosa delle labbra, la stessa luce che rendeva possibile intravedere i capezzoli turgidi dalla casacca...in un attimo le scene della doccia gli balzarono davanti. Lei che implorava, lei che gemeva, lei che stringeva, lei che leccava, lei che...
"Buongiorno Severus!" pronunciò dolce con un sorriso genuino. La melliflua sensualità della sera prima nascosta dietro una dolcezza erotica.
"Ciao Hermione" riuscì a dire col fiatone quasi. Si sentì un completo stupido.
Gli occhi della giovane si posarono prima su di lui e poi sul tavolino imbandito: sgranò gli occhi e tornò a guardarlo.
"Per me?"
Severus sforzò un sorriso timido e per invitarla si fece da parte, scostando di poco la sedia per farla accomodare.
"A cosa devo questo trattamento?" chiese ella appena seduta.
"Sei qui per riposare e sei mia ospite"
Lo guardò con uno sguardo carico di tenerezza, si allungò per accarezzargli piano il braccio.
"Grazie, Severus, sei stato gentilissimo ora siediti"
"Ti faccio compagnia ma non mangio, non sono solito fare colazione" pronunciò prendendo posto accanto a lei.
"Qui vedo due pain au chocolat" gli disse indicandoli.
"Sono entrambi per te"
"Magari non diciamolo alla mia nutrizionista babbana" bisbigliò ella prima di addentarne uno. Gettò il capo all'indietro, probabilmente per il piacere gustativo, e Severus sorrise per quel gesto così infantile trovandola adorabile. Si ricompose subito dopo, maledicendosi per l'ennesima volta in quella mattina.
"Adoro il pain au chocolat! Mia madre è francese e ogni volta che facciamo visita alla mia famiglia in Francia faccio una scorta! Da quando i miei genitori hanno comprato una casa in Val d'Isère vado lì solo per questi!"
Piton le sorrise timidamente "Li ho presi nel mio panificio di fiducia in paese. È gestito da una anziana babbana, Amalia, che ormai conosco da anni; si è stupita del mio acquisto ovviamente, compro solo pane integrale da dieci anni. Inoltre mi ha regalato, come sempre, le arance del suo orto ed ho fatto una spremuta"
"Grazie davvero" gli disse Hermione, accarezzandogli il dorso della mano.
"Il tocco di personalità l'ho raggiunto con il caffè: lungo e tre zolletta di zucchero, come piace a lei, Dirigente dell'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale"
"È come fai a saperlo?
"La prima volta che sono venuto nel tuo studio la tua segretaria urlava contro il responsabile del piano ristoro determinate parole 'La signora Granger non beve un corto con due zollette! Un lungo con tre zollette e lo richiede nell'immediata subito'. Terrificante"
Hermione rise di gusto, portando una mano a coprire la bocca.
"Sei attento!" pronunciò tra le risate.
"Sempre" rispose egli, carezzandole le dita libere.
Dopo un po' di silenzio Hermione alzò lo sguardo su di lui: piano girava tra le mani i fiori di campo.
"E i fiori?"
Piton scrollò le spalle e spinse il suo sguardo altrove, arrossendo.
"Anche questi li ha regalati Amalia?"
"No, li ho visti e ho pensato che ti somigliassero"
"Mh...cosa abbiamo in comune io e un fiorellino bianco?"
"La bellezza: senza bisogno di niente altro riuscite ad esprimere una bellezza vera, propria della natura. Quando ti mostri a me senza nessun filtro, come ora, riesco a cogliere la tipica essenza della natura: la spontaneità. Di animo nobile, puro e candido come quei petali..." dopo aver detto ciò Severus deglutì, pensando a quanto sciocco fosse stato esporsi così tanto.
"Severus sei...magnifico" sentì sussurrare.
Si sorrisero a vicenda.Spazio autrice
Sono ritornata un po' prima questa volta, infatti il capitolo è drammaticamente corto...scusatemi.
Purtroppo questa sessione mi ha consumata sia fisicamente che emotivamente: sono stata molto male ed è stato davvero difficile riprendersi.
Spero davvero che io possa fare meglio la prossima volta, voi fatemi sapere cosa ne pensate! ❤️❤️Grazie come sempre.I fiori di campo
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Occasionale -Snamione-
FanfictionL'eros e l'agàpe: due modi di amare dettati da bisogni diversi. È possibile che questi due concetti coesistano? I due protagonisti di questa storia lo scopriranno.