Capitolo 11

796 26 6
                                    

3 aprile 2009, ore 10:58 AM, Ufficio

"Nous sommes ravis de vous accueillir à Hogwarts; j'ai vérifié l'école il y a dix jours et je suis heureux de vous dire que nos élèves vivent en harmonie..."* pronunciò quelle parole nel francese che ricordava di aver imparato durante le estati passate a Parigi dagli zii, dinanzi a lei la dirigente francese per la Cooperazione Magica Internazionale.
Programmarono quell'incontro qualche giorno prima, soltanto per informarsi reciprocamente delle situazioni scolastiche; qualche ora prima incontrò anche il dirigente bulgaro.
La bella donna francese le sorrise cortesemente, stava per risponderle quando qualcuno bussò alla porta. Chiese esplicitamente di non essere interrotta durante quell'incontro e sapeva che Rose, la sua assistente, non avrebbe mai mancato un suo ordine se non in caso di estrema necessità.
"Excusez-moi" disse alla dirigente, alzandosi dalla scrivania.
Quasi corse alla porta, vergognandosi ardentemente della figuraccia poco professionale appena fatta. Si ritrovò la segretaria con un volto affranto.
"Cosa succede, Rose? Spero sia importante tanto da lasciare la mia collega francese da sola"
"È appena arrivata una lettera da Hogwarts per lei, Signora Granger"
Il cuore tremò per un attimo. Chiuse gli occhi e sospirò.
"Il mittente?"
"Minerva McGranitt"
Levò un sospiro di sollievo: non era lui. L'ansia che potesse essere qualcosa di veramente serio arrivò solo dopo.
"Non mi sono permessa di aprire il contenuto ma ho visto che è stata segnalata come "Urgente!" dalla Preside" disse l'altra porgendole la lettera.
Aperta la lettera lesse la bella ed elegante scrittura della ex Professoressa di Trasfigurazione:

Mia carissima Hermione,
spero tanto che tu stia bene...non ci vediamo da settimane ormai. So che sei sommersa di impegni ministeriali ma abbi pietà di una sola e povera vecchia che si preoccupa della ragazza che ha visto crescere!
Ad Hogwarts tutto bene ma probabilmente lo saprai già: ho saputo che sei venuta a trovare il nostro Severus per questione burocratiche, ovviamente sono stata informata da Neville, che mi è sembrato alquanto inquietato dalla cosa. Io e il quadro di Silente abbiamo riso come vecchi pazzi alla sua reazione.
Oggi è venerdì e mi è stato detto che in questo giorno finisci prima i tuoi impegni ministeriali: sarei così felice se tu passassi per un tè delle 5, così da fare compagnia alla tua vecchia professoressa e per due chiacchiere da donna a donna...sempre se lo desideri.
Minerva McGranitt.
P.s Scusa se ho classificato la lettera "Urgente!" ma so che al Ministero i filtri per la posta esterna sono sempre lentissimi, quindi ho dovuto usare un po' di astuzia!

"Allora? Faccio preparare la scorta di sicurezza degli Auror?" chiese Rose impaurita.
"No, no Rose. Non è affatto urgente" sospirò la Granger pesantemente, passandosi una mano sulla fronte "Avvisa i miei genitori che oggi pomeriggio non potrò esserci ma che vengano domani a pranzo a casa mia. Ho un appuntamento con la Preside alle 5; non riesco a passare prima a casa, vero?"
"No, signora: l'ultimo incontro di oggi si terrà alle 3:30 con lo staff dell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia"
"Okay Rose, puoi andare grazie"
Nei pochi secondi in cui restò in piedi, prima di ritornare dalla dirigente francese, pensò a quanto la Preside stesse invecchiando e a quanto i segnali di pazzia, allo stesso modo di Silente, stessero iniziando a manifestarsi: la McGranitt di un tempo non avrebbe mai fatto quello...i suoi 108 anni iniziarono a spaventarla.

Ore 4:55 PM, Hogwarts
Non seppe come riuscì ad arrivare in tempo. Le condizioni non erano delle migliori, dovette riconoscere: macchiò di caffè la blusa, mentre teneva un acceso dibattito con il dirigente dell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, e l'ultima cosa che avrebbe voluto era rovinare la pregiata seta cinese con un banale "Tergeo", quindi lasciò la macchia lì; i capelli mossi le sembrarono così indomabili quel giorno da ricorrere ad una crocchia con un fermaglio; ciliegina sulla torta fu il trucco babbano usato quella mattina, che dovette rimuove per sembrare quantomeno presentabile, mostrando però delle profonde occhiaie e molte imperfezioni del viso.
Pregò in ogni lingua possibile che non incontrasse nessuno, soprattutto lui.
"Siamese" pronunciò la parola d'ordine al gargoyle e questo rivelò la scala a chiocciola dell'Ufficio della Preside. Salì lentamente, sospirando per la stanchezza ad ogni gradino: sperò solo di passare almeno un paio di orette in compagnia e di scappare successivamente a casa, fare un bagno caldo, ordinare una pizza e stare con Socrate con un buon calice di rosso e un bel libro.
Bussò alla porta discretamente, quel luogo le metteva ancora tanta soggezione.
"Avanti" sentì pronunciare dall'altra parte. Il pesante portone di legno si aprì e si rivelarono i soliti scintillii dorati della stanza, ma un secondo dopo Hermione riconobbe il mantello scuro: Piton, all'impiedi vicino al caminetto, la stava guardando.
"Oh Hermione, non ci speravo più!" disse entusiasta l'anziana, alzandosi dalla poltrona e andandole in contro per donarle un caloroso abbraccio. Tra le esili braccia della donna, la Granger non poté non guardare gli occhi neri dell'altro...scintillarono.
"Non ci speravo davvero più, tanto che ho chiesto al nostro Severus di farmi compagnia per questo tè!"
"Mi hai costretto" sputò acido l'uomo, assumendo una postura composta e rigida.
"Come se non tu non impazzissi per gli scacchi dei maghi e non andassi ghiotto dei miei pasticcini al lampone, suvvia ragazzo mio!" affermò ridendo la Preside, battendo la spalla ad Hermione, poi aggiunse sottovoce "Non giocare mai con quello lì, bara esageratamente"
"Ti ho sentita. A differenza tua non sono decrepito e ho un udito perfetto" abbaiò Piton, versandosi una buona dose di un qualche alcolico.
"Cara siediti pure, non penso che una signorina come te voglia qualche robaccia alcolica come quella di Severus, ti preparò subito un buon tè fruttato...intanto serviti pure di biscotti o ciò che vuoi" le disse Minerva amorevolmente con voce calma, azionando subito il bollitore con la magia.
Non riuscì a non sorridere pensando a come, dopo aver scopato l'uomo in quella stanza, una signorina come lei avesse bevuto così tanto gin da vomitare sul tappeto del bagno, piangendo disperatamente. Se solo la McGranitt avesse saputo...
Sedette con educazione alla poltroncina dinanzi alla scrivania. Sentì la presenza di Piton dietro di lei, il suo odore già nella testa: era sicura che nella realtà quel profumo non si sentisse come lei lo percepiva, in modo chiaro e deciso. Flash di loro due che si univano, del suo membro dentro di lei, delle sue dita sporche di umori, dei suoi tratti duri del viso travolti dall'orgasmo....chiuse gli occhi e sospirò silenziosamente. Si sentì così squallidamente bagnata.
"Hermione ti prego mangia e tu, Severus, vieni a sederti"
"Non ho intenzione di stare qui: mi sembra ovvio che la mia presenza sia solo un di più" pronunciò aspro il mago, prima di ingoiare in un sorso quello che restava nel bicchiere di cristallo.
"Oh no no, continuiamo la nostra partita a scacchi!" riprese la Preside, versando in due tazze l'acqua fumante.
Per tutta risposta Piton si mosse rapidamente verso la porta, sfiorando con il mantello le gambe di Hermione, che ebbe un brivido.
"Devo pensare che ti tiri indietro ad una banalissima partita di scacchi con una vecchia?"
Lentamente il mago si voltò, un'espressione adirata sul volto, le narici dilatate e gli occhi infuocati: prima guardò l'anziana strega che gli sorrideva bonaria, poi la più giovane. Si guardarono per secondi interminabili in cui entrambi rividero l'esperienza carnale condivisa giorni addietro.
Fu lui il primo a sottrarsi a quello gioco di sguardi, dirigendosi verso il tavolo da scacchi e aspettando l'avversaria.
"Hermione assisti alla partita, cara" la invitò Minerva, porgendole una tazza fumante dall'odore di frutti di bosco, per poi sedersi di fronte a Piton "Cavallo in E5"
Passarono alcuni minuti in silenzio, con la Granger che sorseggiava il tè all'in piedi, accanto ai due giocatori. Vedere Piton concentrato portarsi le dita alla bocca, assumendo un'espressione pensante, le procurò non poche scariche elettriche al basso ventre. Delle volte i loro sguardi si incrociarono ma la donna subito distoglieva lo sguardo imbarazzata.
Riconobbe di essersi comportata male, eppure sapeva di aver fatto la cosa migliore: non aveva tempo di conoscere e frequentare qualcuno, non importava se avesse trent'anni...non riusciva ad impegnarsi in quel momento. Il sesso con lui fu bellissimo e dannatamente eccitante, avrebbe voluto farlo e farlo ancora all'infinito...ma una relazione...
"Sei particolarmente silenziosa" le disse la Preside sorridendole.
"Sì" rispose con una voce strozzata, dovendo tossire prima di aggiungere "Ho avuto una dura giornata lavorativa. Fino a poco fa ero in riunione con l'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia"
"I ritmi ministeriali sono estenuanti lo so. Regina in D4" pronunciò la donna più vecchia sorseggiando poco dalla sua tazza. Dopo pochi secondi di silenzio aggiunse "La tua vita personale immagino ne risenta"
Ancora una volta ci fu silenzio nella stanza. La Granger la guardò con occhi sbarrati: avrebbe voluto sprofondare negli abissi del Lago Nero. Osservò anche Piton, che continuò a tenere gli occhi ossidiana su di lei, ancora quello scintillio pericoloso.
"Sì, è così" rispose piano, battendo l'indice sull'orlo della fine tazza in porcellana
"Purtroppo la carriera trae molto tempo a tutti, non è vero Severus?" incalzò ancora la McGranitt con il solito furbo sorriso.
Per tutta risposta il mago le rivolse uno sguardo omicida, serrando forte la mascella. Gli scacchi si mossero e egli tuonò "Scacco matto, ho vinto io". Detto questo si alzò veloce dal proprio posto e teatralmente uscì dall'ufficio con il mantello nero fluttuante.
Le due assistettero alla scena senza scomporsi: Piton era solito fare quelle uscite drammatiche.
"È così un caro ragazzo, tuttavia è cocciuto e testardo. Lo è stato fin da bambino, quando contestava le mie correzioni ai suoi compiti" affermò rassegnata, le poggiò una mano sulla spalla "Con Severus bisogna avere tanta pazienza. Ora mi scuserai ma ho una seduta di pettegolezzi con i miei amici Dipinti parlanti" disse indicando le varie cornici dei Presidi sulle pareti.
Si salutarono con un abbraccio caloroso e prima di lasciarla andare la più anziana fece promettere ad Hermione di visitarla più spesso: la Granger, quindi, dovette dare la propria parola.
Una volta scese le scale a chiocciola si ritrovò nel corridoio poco illuminato; controllò l'orologio al polso argentato che segnò le 6:15. Aveva tanto tempo per godersi la sera rilassante premeditata, in santa pace.
Si voltò per imboccare la strada del ritorno, quando Severus Piton le si piazzò davanti con le braccia conserte, poderoso nella sua altezza e oscuro nei suoi vestiti.
"Severus..."
"Zitta. Vieni" ordinò impetuoso.

Occasionale -Snamione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora