2 febbraio 2009, ore 10:05 AM, Ministero della Magia - Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale
"Cosa significa che il primo Ministro albanese si è dimesso?" chiese Hermione quasi urlando al nuovo ragazzo per le comunicazioni.
Sedette, quel giorno, due ore intere alla poltrona e alle dieci scrisse già una lettera di cordoglio per il Ministro danese a causa di chissà che tragedia, operò affinché ci fossero comunicazioni possibili con il Ministero della Magia cinese e in quel momento, proprio in quel momento, scoprì della crisi del governo magico in Albania.
"E-e-esattamente ciò che mi è stato detto di dirle e c-che l-le ho detto, Signora Granger" rispose titubante il giovane.
"Il Ministro è stato avvisato?"
"N-no mi occupo io delle comunicazione al Ministro, Signora"
Imprecò sottovoce in modo davvero poco femminile, portò l'indice sinistro già martoriato alla bocca e la mano destra sulla fronte. Le sembrò un segno nefasto: il Ministero albanese era già da tempo sotto inchiesta dalla Cooperazione Magica Internazionale per affari loschi e queste inchieste fecero uscire anche nomi di alcuni esponenti politici britannici.
Per se stessa era sicura: non si immischiò mai in irregolarità, quanto ai suoi colleghi...non ci contava.
La mente cercò i giusti collegamenti e le giuste azioni da intraprendere: un passo falso e anche il Ministero britannico sarebbe caduto.
Improvvisamente, mentre ancora pensava e veniva osservata quasi con terrore dal ragazzo, arrivò sulla scrivania una lettera. Corse ad aprirla, sperando fossero nuove notizie circa l'Albania ma non fu così:
Ore 11:00 AM, Ufficio Granger, quinto livello, zona A: incontro con il Professor Severus Tobias Piton.
Rose, la sua segretaria, le inviò questa lettera di avviso. La Granger, ovviamente dimenticatasi, strabuzzò gli occhi. L'orologio dorato che portava al polso segnò le 10:15: da quel momento ebbe esattamente quarantacinque minuti per risolvere una crisi politica in un altro paese, o almeno camuffare una stabilità, per poi prepararsi psicologicamente all'incontro con l'uomo che le rovinò l'adolescenza e, per finire, affrontarlo. Tutto ciò senza morire né tentare il suicidio.Ore 11:38 AM
Il fiatone, le décolleté alte e la stanchezza psicologica di quel lunedì mattina, la costrinsero a fermarsi prima della porta che la separava dal proprio ufficio e di conseguenza dall'uomo che aspettò almeno mezz'ora.
Inspirò ed espirò varie volte: disse a se stessa di stare calma, era una donna adulta e Piton non aveva alcuna autorità, anzi era ormai il contrario.
Controllò il tailleur in tweed bordeaux, abbottonò la giacca e sistemò i capelli. Sentì di essere rossa in viso, le guance le bruciavano...non potè farci nulla.
Entrò con decisione. La sicurezza e l'autodisciplina imposta fuori la porta sparirono alla sola vista del lungo mantello nero che abbracciava sinuoso la figura possente del suo ex professore di Pozioni, in piedi vicino alla grande e ricca libreria, con in mano un tomo di cospicue dimensioni.
"Scusi il ritardo, Professore. Ho fatto il possibile: avevo riservato questa mattina solo per il nostro incontro ma in Albania c'è stato un vero colpo di stato e..."
"Ci rivediamo dopo cinque anni e già parli a raffica, Granger. Esattamente come ti ricordavo" pronunciò sottovoce Piton, con la solita perfidia acida.
Sentì gli occhi neri bruciarle sulla pelle: la osservò in ogni centimetro, non con la malizia che ci si aspetta da un uomo ma quanto, pensò Hermione, con la solita sua cattiveria spregevole.
Lo guardò quando gli occhi scuri saettarono verso i propri: un attimo che durò forse in eterno. Immediatamente distolse lo sguardo e si diresse dietro la scrivania.
"Scusi ancora il ritardo, non era affatto mia intenzione"
"A scuola non eri in ritardo grazie all'aiutino della McGranitt. Per l'occasione potevi richiedere nuovamente la Giratempo" pronunciò piano, sempre con una voce bassa, mentre posava il tomo e le si poneva davanti, a dividerli solo il pesante legno scuro; aggiunse "Oppure preferisci andare cauta qui, magari potresti essere scoperta" l'ultima parola venne pronunciata dalla voce calda con una lentezza estenuante.
Lo guardò nuovamente negli occhi: affrontarlo da adulta le risultò ancora più difficile.
"Professore non ricordavo che ad Hogwarts a colazione servissero pane tostato e rancore. Ha mangiato questo stamane?"
Non seppe mai dove riuscì a raccogliere il coraggio per dire una cosa del genere, fu solo attenta a non sorridere toppo apertamente a quel sarcasmo tagliente di cui, ormai, anche lei si rese capace.
Si sedette composta sulla bella poltrona costosa che le regalarono i suoi genitori e invitò l'ospite a fare lo stesso su una delle due poltroncine dinanzi.
Il mago oscuro prese posto ed Hermione non poté fare altro che osservare le lunghe cosce, tenute nei pantaloni neri, piegarsi. Per un piccolo secondo, giurò a se stessa che fosse davvero per poco, guardò il cavallo: le allucinazioni le suggerirono un certo gonfiore in quella zona, solo allucinazioni giurò ancora a se stessa.
Sembrò che quello scambio di battute acide e pungenti fosse finito ed invece arrivò "Puoi smetterla di chiamarmi Professore, non siamo più a scuola".
"Va bene, Severus" pronunciò di proposito il suo nome in modo mellifluo.
"Non ti ho dato il permesso di usare il mio nome di battesimo"
Un sorrisetto si disegnò sulle labbra carnose della Granger ed un sopracciglio si arcuò "Pensi che io abbia bisogno del tuo permesso? Io sono dirigente dell'Ufficio per la Cooperazioni Magica Interazionale"
Pochi secondi di silenzio e poi nella stanza rimbombò basso ma intenso "Non hai bisogno del permesso degli altri ma del mio sì".
Quell'uomo pronunciò tali parole con un tono e un modo così equivoco che rese la situazione imbarazzante. Eppure una scossa di piacere arrivò diritto al basso ventre.
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Occasionale -Snamione-
FanfictionL'eros e l'agàpe: due modi di amare dettati da bisogni diversi. È possibile che questi due concetti coesistano? I due protagonisti di questa storia lo scopriranno.