Capitolo 2

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27 gennaio 2009, ore 8:03 PM, Sotterranei di Hogwarts.

Il grattare della penna sulla pergamena colpiva le pareti di pietra viva: sembrò che anche quel suono quasi impercettibile, in quell'ambiente deserto, fosse di troppo e fastidioso. L'aria spessa e gelida, l'umidità pungente, l'atmosfera inospitale e tetra, eppure l'uomo che sedeva alla grossa scrivania in mogano era perfettamente a suo agio: la schiena, ricoperta da uno strato pesante di stoffa nera, curva su compiti macchiato di rosso e di cattivi voti; i capelli lisci e neri ricadevano ai lati del viso affilato e davanti agli occhi; le mani stringevano quasi possessivamente la penna d'oca prestigiosa che rilasciavi l'inchiostro dello stesso colore del sangue; il ghigno di pura goduria disegnato sulle labbra sottoli.
Neanche il bussare alla porta destò Severus Piron dal suo lavoro.
"Avanti" pronunciò piatto, con la voce bassa e vigorosa.
"Non sei venuto a cena" rispose l'ospite. La preside Minerva McGranitt fece capolino dalla porta pesante: la figura asciutta, sottile ed alta si presentò con una veste da strega verde scuro, di un tessuto simile al raso, con cappello coordinato. I suoi 120 anni, circa, si palesarono chiaramente nelle rughe del viso.
"Ho da fare"
"Stai diventando sempre più solitario e scostante"
"Quando sono stato diverso?" chiese il mago, alzando per la prima volta gli occhi sull'anziana.
Minerva osservò con apprensione il collega che gli sedeva dinanzi, poi parlò "Hai presente Hermione Granger?".
"La Granger?" Piton si stupì: erano ormai anni che non si parlava del Golden Trio con la stessa frequenza di prima o, almeno, erano anni che Piton non si interessava al Golden Trio.
"Ricordi, la ragazza amica di Potter e..."
"Grazie Minerva, ho ancora una lucidità e una memoria pronta data la mia giovane età" sibilò lentamente Severus, guardandola dritto negli occhi.
"L'ho incontrata di recente, a casa di Arthur e Molly" affermò la Preside prima di sedersi ed emettere un "oplà". Il cammino fino ai sotterranei alla sua età era sicuramente stancante. L'uomo che le stava davanti lo era ancora di più.
"In uno dei vostri banchetti?" pronunciò sfottente il maestro di Pozioni con un ghigno di disgusto.
"A cui eri inviato anche tu, per giunta" lo sguardo che la donna lanciò a Severus sottintendeva un chiaro rimprovero, arricciando le labbra.
"Che ho, per giunta, sviato"
"Comportandoti da maleducato"
"Ho perso la madre anni e anni fa, Minerva, non me ne serve un'altra" disse apatico Piton, accavallando le gambe come faceva quando sapeva di aver detto qualcosa di scomodo.
Minerva rimase per un po' di secondi senza sapere cosa dire: quella frase le sembrò non solo inappropriata ma anche carica di quella tristezza latente tipica dell'oscurità di Piton. Schioccò la lingua e dopo rispose, cambiando argomento "Ebbene: ho visto Hermione Granger, che ora è dirige l'Ufficio per la Cooperazione Internazionale..."
"Allora auguri alla So-tutto-io, principessina dei grifoni nonché alunna prediletta e preferita" ritornò sulla difensiva egli.
"Severus..." lo pregò la strega.
"Vai al nocciolo della questione, Preside, starei lavorando in questo momento" affermò tagliante il pozionista, mettendo in ordine i compiti corretti.
"Ti assolvo dall'incarico di professore perfido, che umilia i suoi alunni, per dieci minuti"
"Assoluzione non accolta. Procedi veloce"
"Sei impossibile, Severus"
"Impossibile era anche che io vivessi dopo il morso di quel fottuto serpente, eppure eccomi qui a tormentarti e tormentarmi" sussurrò pungente guardandola fisso negli occhi, poi aggiunse con noncuranza "Whisky incendiario?"
"Ne ho assolutamente bisogno per affrontare con te questa conversazione"
Il mago si alzò dalla pesante poltrona di legno e si recò all'armadietto degli alcolici: prese la bottiglia di cristallo che conteneva il liquido ambrato e due bicchieri, versò l'alcolico in uno dei due è lo porse alla vecchia collega.
"Hogwarts non ospita più il Torneo Tre Maghi, così come Durmstrang e Beauxbatons, per la troppa pericolosità dell'evento. Dopo la morte del povero Diggory è stato stipulato un patto tra le tre scuole: ci impegniamo a non occuparci più in sfide del genere"
"Ero presente alla sottoscrizione ma non capisco questo che nesso abbia con la tua prediletta" rispose secco dirigendosi al caminetto accesso, l'unica fonte di calore.
"Ho deciso di ospitare comunque le due scuole qui da noi quest'anno, per qualche mese"
Il silenzio calò fra i due. Minerva sapeva che la miccia della furia di Piton, che ora le dava le spalle mentre guardava il fuoco, era stata accesa.
Severus si girò di scatto e con tono basso sibilò "Avevi intenzione di dirmelo quando mi sarei trovato dinanzi la preside gigante che parla in francese? Sono il Vicepreside, Merlino!"
"Ti sto informando ora, infatti" obiettò calma.
"Quando avrebbe luogo questa sciocchezza?"
"Dall'inizio di marzo fino alla fine di maggio"
"Minerva io spero che tu stia scherzando. Sei sotto effetto di Imperio?"
"Per fare ciò abbiamo bisogno di un permesso da parte del Ministero"
"Nelle Cooperazioni Internazionali...che ormai è il regno della tua arrogante prescelta"
"Esatto"
"È una follia, Minerva: non c'è tempo per l'organizzazione, due mesi sono troppi, i nostri e i loro studenti perderanno lezioni fondamentali"
"Le lezioni si terranno...vedilo come uno scambio culturale"
"Ripeto che per me è una follia"
"Sai qual è la vera follia che ti sto per proporre? Sarai tu a parlare con Hermione"
Di nuovo silenzio. Gli occhi chiari e stanchi della Preside cercavano quelli del più giovane, che sembrava in quel momento pietrificato.
"Potresti ripetere?" Pronunciò infastidito come mai.

Il getto d'acqua gli colpiva il viso da già cinque minuti.
Severus e Minerva litigarono tutta la sera, o meglio, Severus litigava e Minerva sorrideva bonaria. In quei frangenti di pacatezza insensata ed inspiegabile la Preside iniziò ad assumere sempre più, agli occhi del pozionista, una copia femminile di Albus Silente.
Non riusciva a capacitarsi del perché avesse pensato una simile pazzia e soprattutto, perché doveva essere lui a parlare con la Granger.
"Ha sempre avuto un massimo rispetto per te, Severus"; "Nell'unico giorno libero più vicino per lei io sono occupata con alcuni miei parante in Scozia"; "Sarà bello incontrare una giovane donna brillante, tua ex alunna. Se è diventata così è anche grazie a te". Queste erano le frasi che rimbombavano nella testa di Piton: ovviamente non credeva a nessuna.
Hermione Granger non aveva rispetto per lui, i parenti in Scozia erano tutti morti e inoltre non era di certo grazie a lui che la strega in questione ricopriva quel rango alto al Ministero.
Non vedeva quella maledetta Grifondoro da almeno cinque anni, l'aveva vista al suo primo ed ultimo Natale alla Tana: la ricordava sicuramente bella, i capelli ormai domati dal tempo non erano più crespi e ricci ma mossi, seppur disordinati; una cicatrice argentea quasi impercettibile al sopracciglio destro; una forza nello sguardo ambrato che non aveva mai visto prima in nessun'altra ragazza.
Ricordava ancora il vestito nero, discreto, indossato da lei per l'occasione: era forse un brutto periodo per la giovane, era sottopeso molto probabilmente e aveva il viso smorto come mai. Nonostante tutto la ricordava bellissima ma niente di eccezionale.
Scambiarono poche parole di cortesia e tenendo una conversazione su una particolare pozione scoperta in Germania in quel periodo.
Quando si ritrovò a guardarsi allo specchio, Piton pensò a cosa, fra qualche giorno, avrebbe pensato di lui la sua ex alunna. Sperò solo di riuscire a farle tremare il labbro inferiore dalla soggezione, come ai tempi della scuola.

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