Capitolo 18

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⚠️ATTENZIONE: SEVERUS È OOC IN QUESTO CAPITOLO⚠️

15 giugno 2009, ore 1:09 PM, Hogwarts -Sala Grande

Tagliò il salmone in strisce e poi cercòdi formare rettangoli uguali: gli elfi migliorarono, negli anni, l'abilità di marinatura e gli sembrò che anche la qualità del pesce fosse migliorata.
Al suo fianco Neville Paciock parlava amabilmente con i colleghi di come stesse andando la gravidanza di sua moglie, delle nuove ricerche condotte circa l'erbologia marina del Lago Nero e di come i suoi studenti fossero tutti superiori alla "A" di "Accettabile".
Più Piton lo ascoltava e più si sentiva schifosamente invidioso: una moglie perfetta che lo amava e che era in procinto di dargli una prole, un avanzamento culturale e anche una soddisfazione lavorativa. Severus, nel doppio degli anni vissuti, raggiunse solo un obiettivo, quello legato alla ricerca, per il resto solo buio. Che merda, pensò, mentre beveva il vino bianco elfico.
Quel pranzo di fine anno, con ormai altre decine di teste di legno diplomate, fu come al solito noioso e scostante: le ragazzine piagnucolarono, baciando e abbracciando chiunque, i maschi crearono solo un gran baccano facendo come al solito i buffoni...l'idea dei tre mesi di vacanza gli fece un poco rilassare i nervi.
Improvvisamente calò un silenzio insolito, solo alcuni sussurri mal trattenuti e passi di più persone lungo la navata; alzò lo sguardo e il sangue si ghiacciò.
La vide entrare scortata da alcuni Auror: sorridente, raggiante, le forme abbracciata da un tailleur scuro, in lino probabilmente, con i capelli raccolti dalle tempie. Inevitabilmente si guardarono e il mondo si fermò ancora: il cuore di Piton sprofondò, con quella brutta sensazione di angoscia e inadeguatezza che contraddistinse sempre l'esperienza amorosa nella propria vita. Sembrava angelica, nell'alone di una femminilità perfetta, inaccostabile, inarrivabile, potente...non credette di aver avuto la possibilità di toccarla, di giacere con lei, di godere con lei e di lei. No, non era possibile.
Si ritrovò a fissarla ancora mentre quella saliva la pedana e sedeva alla destra di Minerva: a dividerli solo tre posti.
Distolse lo sguardo, facendo leva sul proprio autocontrollo e indossando la maschera di indifferenza e freddezza.
"Che ci fa qui?" chiese a Paciock, sforzando un tono aspro.
"È stata invitata al discorso di fine anno, Minerva ci ha avvisati alla riunione di congedo di ieri a cui non hai partecipato"
"Ovviamente" rispose guardando dritto davanti a sé. Fini di bere il poco vino che restava nel calice e si alzò di scatto, lasciando il tavolo e la Sala Grande.

Ore 3:40 PM, rive del Lago Nero
Da lontano le voci esaltate degli studenti che lasciavano il castello presagirono l'inizio dell'estate.
Camminò diverse ore tra i giardini ampi di Hogwarts, giungendo al Lago. La tentazione di distendersi sull'erba sotto l'albero più lontano da tutti, che fu suo amico durante l'adolescenza, fu tanta ma dovette resistere.
"Come stai?" sentì chiedere alle sue spalle da quella voce.
Il panico aleggiò nel cuore: perché provava gusto nel farlo soffrire come un cane?
"Ti interessa davvero o è convenzione sociale?" chiese duro, senza voltarsi.
"Non iniziare ad agitarti, Severus...era solo una domanda" sussurrò ella, poggiandogli una mano sulla spalla.
Piton si girò in uno scatto, guardandola negli occhi e pronunciò tagliente "Non mi è sembrato che tu ti sia interessata alla mia salute in questo mese"
"Neanche tu ti sei fatto vivo"
"Avrei dovuto autodistruggermi?" chiese retoricamente egli, puntandosi un dito al petto.
"Allora mettiamola così, Severus, lo chiedo io a te: avrei dovuto distruggerti?"
Il cuore dell'uomo perse un battito: la sicurezza di essere stato usato fu come una doccia gelata. Chiuse gli occhi per un istante, sentì le gambe tremare e la gola bruciare...non poté fare altro che maledire quella schifosa sensibilità, mentre si allontanava da lei.
Dopo pochi passi sentì nuovamente la sua voce parlare "Non andare, ti prego! Io ci ho pensato, Severus...è così complicato, Merlino!"
Severus si fermò, voltando prima il viso verso sinistra e solo poi avvicinandosi a lei: era bella, bella come sempre, i capelli al vento e la faccia arrossata dall'ansia.
"Non sei tu il problema, anch'io provo qualcosa per te ma non...non riesco a lasciar andare via Eugenius, non riesco ad impegnarmi seriamente in un rapporto stabile. Sei l'uomo perfetto per me, Severus, ma non ce la faccio. Ogni giorno sono catapultata nell'agonia di essere costretta in una vita che non mi piace: torno a casa la sera e non ho nessuno ad aspettarmi, non ho nessuno con cui leggere, con cui andare alle mostre d'arte, con cui mangiare buon cibo, con cui vivere...sono sola" pronunciò veloce, una delle mani andò a coprire il collo come faceva sempre quando era nervosa e continuò con la stessa emozione nella voce "È difficile riprendere la quotidianità dopo la morte della persona che ami, questo lo sai anche tu. Ho investito tutte le mie forze ed il mio tempo nel lavoro al Ministero ed ora che sono arrivata lì dove volevo arrivare non ho più obiettivi, non ho scopi. Gli incontri con te erano il mio rifugio dalla monotonia dei giorni uguali, con te stavo bene come con lui ma non riesco a..." sin interruppe improvvisamente, volgendo lo sguardo a terra e rialzandolo subito dopo pieno di lacrime.
Solo la vista di quella fragilità, in una donna che pensava essere perfetta, gli procurò un discreto disagio e una fastidiosa sensazione di impotenza.
Piano Hermione masticò un "Scusami, Severus, scusami ancora" e imboccò la strada del sentiero per il castello.
Il mago pensò che se non avesse parlato in quel preciso instante, allora l'avrebbe persa davvero per sempre.
"So come ci sente e so quanto è difficile, Hermione" urlò quasi nella sua direzione per fermarla, così come infatti accadde. La Granger tornò sui suoi passi, posizionandosi di fronte a lui, occhi negli occhi.
"Io ero inglobato in un sistema, quello dei Mangiamorte, in cui non potevo permettermi monotonia e dopo undici anni anni dalla morte di Lily è stato peggio: per proteggere Potter e voi ogni sera rischiavo la vita al cospetto di Voldemort. Quando giungevo ai cancelli della Villa Malfoy ero consapevole che quelle sarebbero potute essere le mie ultime ore e non nego che, nei periodo più bui, ho sperato fosse davvero così. D'altra parte quello spirito di sopravvivenza mi ha destato dai pensieri su Lily, capirai bene che però non è stato facile non pensarci se proteggevo suo figlio dal Mago che voleva ucciderlo e che aveva ucciso anche lei, essendo poi il braccio destro dello stesso psicopatico.
Quando stavo per morire, nei pochi secondi prima di entrare in coma, ricordo di aver avuto istanti di tranquillità e calma mai provati: la morte mi sembrava la cosa migliore che potesse capitarmi, avevo già l'allucinazione di Lily che mi accoglieva nell'aldilà. Eppure non è successo, sono qui perché tu e Potter, da bravi Grifondoro, vi siete messi a fare gli eroi e dopo qualche mese sono stato costretto ad avere un incontro con un magipsicologo "
Sentì il proprio petto squarciarsi per quelle rivelazioni che non fece a nessuno, neanche a Minerva. Notò come la donna dinanzi a lui fosse attenta al racconto e decise di continuare.
"Negherei se dicessi che non mi abbia aiutato: Cooper è riuscito a tirare fuori quei dolori e quella rabbia che attanagliavano il mio cuore; ho individuato grazie a lui molti traumi infantili che hanno scalfito la mia personalità, i miei rapporti sociali, le mie scelte soprattutto...ricordo che piansi molto, una cosa che non ti aspetteresti mai da me, da Piton. Ho accettato, dopo molto tempo e un lungo percorso psicologico, non solo la delusione di Lily ma anche la sua morte, l'ho superata solo due anni fa, lasciandola andare finalmente. I morti devono restare tali, Hermione, appartengono al passato e devono restarci, sia per il loro che per il nostro bene"
La mano destra femminile raggiunse la propria, la strinse e parlò ancora con amarezza "Il mio cuore si è aperto a te perché era pronto, era libero di amare e ha trovato in te la sua destinazione. Però forse ha sbagliato ancora"
Hermione negò con il capo e sussurrò "No, no, no Severus, il tuo cuore non ha sbagliato. Dammi solo tempo, ti prego"
"Ho aspettato per anni una donna che non mi ha mai scelto, Hermione, sono stanco di attendere"
"Severus..." cercò di dire avvicinandosi di più.
Piton si allontanò piano, spingendola leggermente con una mano sul fianco, poi disse "Ti faccio pervenire le informazioni del magipsicologo che mi ha seguito e...e anche l'indirizzo di casa mia in Provenza, dove potrai trovarmi questa estate"
Andò via senza salutarla, lasciandola alla frescura di giugno.

Spazio autrice
Eccoci!
Spero che non abbiate odiato il mio Piton OOC ma ragazze, vi devo dire la verità, io lui lo immagino così: un uomo sensibile, con i suoi sbagli e i suoi errori dettati da una fragilità emotiva. In questa storia si innamora perdutamente di lei, dopo una delusione durata decenni e per me è ovvio che ci sia tutto questo pathos e questa emozione. Mi dispiace se invece non abbiate preferito questo sentimentalismo...fatemi sapere, come sempre😢😢
Cercò di aggiornare il prima possibile!
Bacioni😘

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