Prefazione.

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Siamo abituati alla visione idilliaca dell'amore. Quella magica e fiabesca, secondo la quale i protagonisti, forti e sicuri dei loro sentimenti, primeggiano contro le avversità degli antagonisti: ricordiamoci che la storia viene scritta dai vincitori, non dai vinti.

In questi meravigliosi lieti finali manca una fastidiosa domanda: e se l'antagonista vestisse i panni dell'amore stesso?

Il tormento dell'amore ribalta le carte in tavola e l'idillio diventa tragedia.

Quando Orfeo percorre lo Stige alle porte degli inferi ha un unico obiettivo: riprendersi la sua Euridice. Non ha alternative, o con lei, o con lei. Sarà proprio il canto del suo disperato amore a commuovere i signori dell'oltretomba per il dolore della solitaria vita privata dell'amata. Il suo tormento lo porta davanti alla speranza, travestita da prova. Sì, può condurre Euridice fuori dalle tenebre, ma non può girarsi a guardarla prima di esserne uscito.

Si potrebbe parlare di fiducia, per la quale Orfeo avrebbe dovuto proseguire dritto verso la strada della felicità, ma davanti all'incertezza del buio chi tentenna è prudente. Neanche la forza, in questo caso dell'amore, è da condannare: Orfeo è sceso negli inferi, sfidando la propria veemenza e vincendo – d'altra parte si sa che chi entra nel regno dei morti non ne esce più in vita.

No. Orfeo è stato la vittima del suo stesso tormento, accertandosi di trovare la propria Euridice e vedendosela sfumare via.

Il destino che gira le sue carte e una perdita che non può che essere compatita.

"Di nulla avrebbe potuto lamentarsi, se non di essere amata."

E se ci fosse stato un altro finale?

Se Orfeo non si fosse girato, dandoci il nostro idilliaco lieto fine, un mito così struggente, la personificazione dell'amore più sincero sarebbe scemato in una favoletta. La principessa da salvare, l'eroe che la salva e vissero tutti felici e contenti. Come se Romeo fosse stato a conoscenza della reale funzione del veleno, se Don Abbondio fosse stato meno codardo o se Khal Drogo fosse sopravvissuto: un sentimento così forte, tragico, tormentato, non avrebbe suscitato così tante emozioni.

Vivendo le difficoltà si può davvero apprezzare quel che si ha e si è.

Orfeo non ha più amato nessuna dopo Euridice, vivendo da eremita fino al suo ultimo giorno e Daenerys Targaryen è morta, pazza, per mano del suo (nuovo) amato.

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