1|Petit baguette aux lès jambon

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Gennaio 2014 - Lione

C'era una volta, in un regno non troppo lontano, ma circondato da campi rigogliosi e risvegliati dalla rugiada mattutina, una carismatica fanciulla dalla pelle candida e le gote arrossate il cui nome era Maddalena. Maddalena amava leggere all'ombra, bevendo gassosa e guardare film mangiando patatine e cioccolata. Non era avvezza alle mode, andava costantemente controcorrente e di ciò ne era fiera; tuttavia non poté ritrarsi all'amore. Come nelle fiabe più dolci e romantiche, Maddalena venne corteggiata per anni dal principe azzurro, innamorato di lei dai tempi addietro, fino al giorno del grande gesto d'amore: il salvataggio della fanciulla. Maddalena trovò nelle mani del principe la giusta sicurezza per decidere in lui il suo amato, coprendosi gli occhi in segno di totale fiducia. Fino a quando la fanciulla decise di presentarlo alla terribile sorellastra mangia uomini. Così il principe venne mangiato e dalle ossa risorse un viscido orco che mise incinta la sorellastra mangia uomini e se la portò all'altare. E vissero tutti felici e contenti, tranne Maddalena che rimase sola nelle segrete del castello senza libri, film, gassosa e cioccolata. - Fine.

Sbuffai, guardando l'immagine riflessa allo specchio: la pelle troppo chiara faceva risaltare le imperfezioni, le occhiaie e quei brufoletti che non avevo mai avuto nell'adolescenza e che adesso riempivano la totale superficie della mia tonda faccia dal doppio mento; gli occhi chiari avrebbero potuto salvarmi, se non fosse stato per l'aria stanca e quelle piccole rughette che stonavano pienamente con l'età anagrafica. E poi c'erano quelle labbra troppo carnose per poterle nascondere. Scossi la testa scendendo con lo sguardo sul resto della figura. Le rotture portano le persone davanti agli stereotipi, due per la precisione: ci sono quelle persone che smettono di mangiare, si deprimono e finiscono per scopare con chiunque, e quelle che mangiano, ingrassano, diventano inchiavabili, si deprimono e fanno mille cose per non pensare. Io ero parte della categoria numero due: grassa, inchiavabile e iperattiva. Sapevo che prima o poi sarei tornata a fare del sesso, ma al momento la prospettiva era distorta dai rotolini di ciccia che sbucavano dalle mutande e dalle occhiaie che avrebbero fatto impallidire la sposa cadavere di Tim Burton. La pancia gorgogliò: classico segnale di difesa all'autocritica. «Che ne dici panciona, andiamo a vedere le macchinette vicino agli ascensori?» come se la pancia potesse rispondere. Srotolai l'asciugamano legato a forma di turbante dalla testa, appoggiandolo sulle spalle dopo aver indossato un vestitino leggero senza maniche e le infradito rosa a fiorellini, recuperando il telefono e il portamonete. Ultima: la chiave della stanza.

Non avevo mai avuto il senso dell'orientamento, ma quando si trattava di cibo, il mio corpo veniva attratto come una calamita e in queste macchinette lionesi c'erano delle gustose petit baguette aux les jambon che non mi facevano sentire affatto la mancanza di un uomo. La salsa al burro nel cibo francese era molto meglio degli uomini. Ne presi due, poi un terzo: la regola del non c'è due senza tre valeva anche per i panini. C'era anche la gassosa, ne presi due prima di essere interrotta dalla voce dell'orco malvagio: «Bambola, aspetta solo di mettere quel dolce piedino sexy in stanza che ti faccio urlare per tutta la notte» disse, facendosi localizzare poco distante dalla mia posizione. Diamine. Non potevo farmi vedere così, brutta, struccata, con i capelli bagnati e il bottino in grembo. «Oh bambolo, ti farò così tante cosette che mi ringrazierai per tutta la vacanza» questa era la voce della meretrice. Erano troppo vicini, dovevo trovare una via di fuga. Non ci pensai due volte, avrei dovuto farlo, ma non lo feci: appena la porta si chiuse alle mie spalle, un paio di occhi confusi mi fissarono da capo a piedi. Un ragazzo dagli occhi e capelli scuri, tatuato sulle braccia e nei polpacci (ne aveva anche un paio sul petto), ma non mi sembrava il momento giusto per fissarlo. Mi girai di scatto aprendo di poco la porta, giusto in tempo per vedere la coppia da vomito andare verso la mia camera. Bastardi. «Che cosa sta succedendo?» domandò il ragazzo, facendomi scoprire la sua bella voce morbida e maschia. Mi resi conto solo in quel momento di quello che avevo appena fatto. «Scusami io non volevo! Giuro di non essere una pazza è solo che...» sospirai. Che scusa potevo inventare, nessuna! «C'era il mio fidanzato con... Il mio ex fidanzato con la sua ragazza. Cioè sì, sono venuta con loro, ma questa era la nostra vacanza di anniversario e» mi interruppi nuovamente notando un piccolo particolare sfuggito all'iniziale analisi: «Ma tu sei nudo!» esclamai guardandolo attentamente. «Non sono nudo, ho gli slip» mi corresse, come se un paio di slip potesse coprire chissà quanto e il ragazzo aveva bisogno di più di un paio di slip per coprirsi. Non ero mai stata attratta dagli uomini troppo allenati e scultorei, preferivo la carne: carne chiama carne. Maddalena non fissarlo! Spostai lo sguardo verso il pc aperto sul comodino opposto alla mia posizione, riconoscendo i personaggi del film. «E stavi guardando Serendipity. Con la porta aperta?» domandai divertita dalla scoperta, lui si precipitò ad abbassare lo schermo del PC: «Non era aperta, non avevo ancora chiuso a chiave, ma tu sei venuta qui con il tuo ex e la sua nuova fidanzata?» domandò riportando l'attenzione su di me. Appoggiai il bottino sul mobile a fianco alla porta. «Sì. No, cioè sì. Era la vacanza perfetta, in un posto perfetto, nella stanza dell'albergo perfetto e con l'itinerario perfetto! Non vedo perché dover rinunciare solo perché il mio fidanzato mi ha tradito mettendo incinta mia sorella» «Tua sorella?» domandò, sospirai. «Sorellastra, la figlia di mio padre e sua moglie. Mi volevano rubare la vacanza, un pre-viaggio di nozze lo hanno chiamato. Come se fossi un'agenzia di viaggi per futuri sposi. Tzé» risposi semplicemente sbirciando dentro i cassetti: quando sei l'artefice di una situazione assurda, o lo fai in modo esagerare o non lo fai proprio. «No aspetta, il tuo ragazzo ti tradisce con tua sorella» «sorellastra» lo corressi, riprese parola: «Con la tua sorellastra, la mette incinta e le chiede di sposarsi, ti rubano la vacanza e tu decidi di farla comunque con loro. Almeno hai preso un'altra stanza, spero» riassunse, alzai le spalle. «E perché dovrei farlo io? Ho parlato con il proprietario cinque mesi fa per avere la stanza al giusto prezzo, ma con la vista migliore. Non ci rinuncio così tranquillamente che cavolo!» esclamai adirata, proseguendo l'ispezione nelle ante dell'armadio pieno di vestiti, molto più del mio. Poteva vestirsi con qualcuno di questi, invece che rimanere nudo. Chiuse l'armadio quasi sulla mia faccia, attirando di nuovo l'attenzione. «Certo, mi sembra giusto. Hai mai sentito parlare di dignità?» domandò ironico mettendosi tra me e l'armadio. Scoppiai a ridere davanti alla sua faccia, riempita da un grande punto interrogativo. «Certo, che domande, ma ho deciso di mandarla a fare un giro, è l'orgoglio che tira avanti la baracca, qui. Ma che ne può sapere un tizio che si guarda Serendipity nudo con la porta aperta» fu il mio turno di ironizzare. Lui scosse la testa allungando un braccio verso la sedia per prendere una maglietta e un paio di pantaloncini da basket. «Non sono nudo, ho gli slip e deve venire mio fratello domani mattina: se la fila di notte per dormire con la sua ragazza, che poi se la sposa venerdì prossimo, ma i genitori di lei sono particolarmente bacchettoni. E mi stavo vestendo, prima di essere interrotto» spiegò anticipando i miei movimenti verso la pila di libri sulla scrivania a fianco dell'armadio, fermando la mia curiosità. «Mi dispiace, ma non potevo farmi vedere dal mio ex, non ancora: sono riuscita ad anticiparli, mettendo già roba sparsa per la stanza, ma sono arrivati prima del previsto e io non sono abbastanza in ordine per farmi vedere. Barbie è una bomba sexy anche mentre vomita, io sono una polpetta. Prima di essere almeno presentabile ho bisogno dei trucchi, delle mie guaine contenitive e di una piastra per stirarmi i capelli. Guardami, sono impresentabile, non può vedermi così» straparlai gesticolando un po' troppo con le mani, lui mi guardò divertito, soffermandosi sull'abito. «Io più che altro direi trasparente» commentò con un sorrisetto malizioso. Spalancai la bocca per lo stupore, girandomi verso lo specchio sul comò: il vestito mi copriva quanto un perizoma. Tutto il piano mi aveva vista mezza nuda in pratica. Sbuffai, guardando di nuovo il ragazzo, con le mani sui fianchi. «Ma che vuoi, tu sei in mutande!» «Touché» esclamò iniziando a vestirsi. Che cosa dovevo fare ora? Non potevo tornare in camera mia: la loro avarizia non li avrebbe di certo portati a spendere soldi per un'altra stanza. Conoscendo Barbie e l'orco, ora stavano chiamando la reception per avere una brandina e degli asciugamani in più, neanche a dirlo, la brandina sarebbe stata per me. Fortunatamente avevo già messo i soldoni e le cose di valore nella cassaforte: le manie ladruncole della mia sorellastra andavano ben oltre le mutande del mio fidanzato. Ex fidanzato. «Hai portato da mangiare vedo, bene ho fame e qui c'è solo da bere» interruppe i miei pensieri il ragazzo, catapultandosi sulle mie petit baguette. «Ehi, quelli sono miei!» mi lamentai incupendo il viso e recuperando il cibo consolatorio, lui alzò un sopracciglio: «Disse la sconosciuta nella mia stanza». Non aveva tutti i torti. Presi un respiro, porsi un panino e sorrisi gentilmente. «Mi chiamo Maddalena e questo è tuo se mi lasci stare qui fino a quando non capirò come uscire da questa situazione senza intaccare il mio orgoglio» tentai, non disse nulla. Sbuffai. «Questi?» riprovai aggiungendo un altro panino. Sorrise, allungando la mano per prendere la merce del contrabbando: «Mi casa es tu casa, Mandy» affermò soddisfatto. «Ti ringrazierei se sapessi il tuo nome, anzi no, non lo farei. Erano la mia cena» mi lamentai ancora aprendo una gassosa e sedendomi sul letto. «Sai che cosa ci starebbe bene con quella gassosa? Della vodka ghiacciata» disse malizioso tirando fuori dal secchiello del ghiaccio una bottiglia di vodka. «Interessante, una gassosa per metà del tuo secondo panino» commentai con aria furba, lui sospirò, ma spezzò a metà la piccola baguette. «Mi chiamo Zac comunque, Zaccaria. A quanto pare abbiamo in comune una certa familiarità con i nomi biblici» affermò poco dopo preparando i cocktail per entrambi nei bicchieri di plastica in dotazione dell'albergo. «Già. E siamo entrambi propensi a fidarci del prossimo. O pazzi, decidi tu» commentai stendendo le gambe sul letto, dopo aver scalciato le infradito distanti dal letto. Le sistemò lui. «Che ne sai, magari il mio intento è quello di farti ubriacare per seppellire le tue inibizioni e approfittare del tuo corpo» «Non mi avresti fatto parlare se avessi voluto fare sesso con me. E poi pensavo che fossimo già andati oltre il discorso "sono inchiavabile". Qui non basterebbe un cuscino sopra la testa» commentai ironica ridendo e gesticolando un po' troppo. «Potrei essere un pazzo sessualmente disturbato» tentò di nuovo, sorvolando sul mio discorso che non faceva pieghe. «Che si guarda Serendipity e non, che so, un porno?» «Che diavolo Mandy, potrei non avere per forza una scusa per voler portarmi a letto una ragazza, sai?» concluse alterato dandomi il bicchiere con l'alcol. Diedi un sorso, poi un altro e un altro ancora, era buono. «Sono sicura che tu possa riuscire a portarti a letto tutte le ragazze del mondo Zachi. Dico solo che non penso che altre persone avrebbero reagito come te davanti ad una sconosciuta che si presenta così in camera da letto all'improvviso, specialmente se in mutande» affermai, questa volta in modo più garbato, Zac fece spallucce: «Avevi i panini. E poi il vestito è trasparente, non porti il reggiseno, ti vedo in mutande anche io» disse spostando con educazione lo sguardo altrove. Sospirai, dando un morso alla baguette. «Ricordi, dignità abbandonata a sé stessa. E poi auto posizionandomi ai piani bassi della catena sessuale, senza chiederti opinioni riguardo un probabile tuo interesse di qualsivoglia tipo rispetto a quello che vedi, implica nessun colpo basso all'orgoglio che in tutti casi rimane intatto. Capisci? Potrei spogliarmi davanti a te senza sentirmi ridicola o preda di sofferenze» spiegai tranquillamente, lui inghiottì un paio di sorsi del cocktail. «Secondo me tu parli troppo. Ed io sono troppo stanco per seguire questi discorsi strani. Guardiamo un film?» domandò prendendo il pc dal comodino. «Non Serendipity però, non sono in vena di commedie romantiche. Che ne dici di qualcosa di più cruento? Pulp fiction? Ezechiele 25.17. Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi» risposi appropriandomi del pc aperto sulla pagina di streaming. «Dovevo mandarti via appena entrata» commentò rassegnato, facendomi ridere.

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