"Mamma ho fatto una cosa davvero stupida, non sono come uscirne."
La prima cosa che aveva scritto la Fantini su di me, dopo i dati anagrafici, era: "probabili tendenze di distorsione della realtà", seguito da "la paziente crea un mondo immaginario per evitare di affrontare i propri problemi." Forse aveva capito che dicevo un mucchio di cavolate; "possibili abusi paterni le hanno causato analfabetismo emotivo", oppure aveva solo scritto un mucchio cavolate!
Era iniziato ingenuamente, avevo solo intenzione di leggere se avesse scritto qualcosa riguardo Zac; poi una frase dopo l'altra, avevo letto tutto. Non c'era nulla di scritto da Amato, Zac dannazione, dovevo ancora abituarmi, ma il pensiero che lui avesse letto tutte queste cose mi stava lentamente portando ad una crisi isterica.
"La paziente soffre di ipersessualità e si giustifica con l'anticonformismo sociale, confermati abusi paterni > indagare", non così lentamente.
Mia madre arrivò mezz'ora dopo il messaggio, agitata e preoccupata; ero seduta a gambe conserte sul tappeto rotondo della sala con i fogli sparsi intorno a me e le mani sul viso. «Chi è passato? Attila o un tornado?» chiese divertita. «Peggio: Pandora» usare un tono drammatico donava sempre suspense. Mamma si sedette accanto a me, prendendo uno dei fogli in mano. «La paziente ha sviluppato un attaccamento morboso nei confronti della madre, al consiglio del distacco reagisce in modo scontroso e instabile. Chi ha scritto 'sta stronzata?» domandò accigliando lo sguardo. Le allungai la cartellina, quello che ne rimaneva almeno. «Ecco vedi, te l'avevo detto che andare dallo psicologo era una pessima idea! Mi sembrava più in gamba quel ragazzo però» esclamò. «Infatti sono gli appunti della prima psicologa. È bello e bravo, vero? Non è niente male anche in mutande» commentai sospirando, alzò un sopracciglio: «Ci hai fatto sesso?» «Magari. Nel senso, no, ma sarebbe stato più semplice. La Z, nel biglietto da visita sta per Zaccaria, Zac» risposi inarcando la schiena per stiracchiarmi. «Ti avrei chiamata così se fossi nata maschio, sai?» commentò prendendo un altro foglio, sospirai: «Sarebbe stato meglio, meno drammi e più normalità. Invece sono nata Maddalena e mi sono presa una cotta per il mio psicologo, conosciuto come il ragazzo in mutande di Lione» chiarii. Mamma sorrise, raccogliendo i fogli da terra per poi sistemarli nella cartellina. «Ottimo, allora cancella gli appuntamenti in clinica e opta per un aperitivo» «Escluso! Chi uscirebbe con una che soffre di, com'è che aveva scritto la stronza? Ecco analfabetismo emotivo. Meglio un taglio netto. Addio dottor Amato. Non suonava neanche bene il suo cognome vicino al mio» affermai stendendo le gambe, lei ridacchiò: «Monticelli Amato, sembra il nome di un vino: potreste avviare un'azienda vinicola», commentò divertita. Scossi la testa con frenesia, mettendo le mani fra i capelli «No no che poi il vino mi dà alla testa e si finisce per fare sesso, al massimo piantagioni di camomilla: Fai bei sogni con Monticelli Amato!» esclamai con una certa enfasi collegando solo dopo l'ipotetico doppio senso con lo sguardo malizioso di mia madre. Le lanciai un cuscino per protesta. «Sanno che l'hai presa tu questa?» domandò indicando la cartellina, scossi la testa «Ma penso che l'abbiano capito ormai, un minuto prima c'era e un minuto dopo che ero uscita non c'era più. Non so cosa mi sia preso, aver scoperto l'identità del mio psicologo mi ha mandato in tilt. L'ultima volta che mi sono presa una cotta è stata con Cristian e sappiamo com'è andata, è per questo che le mie relazioni scarseggiano: posso sopportarlo del sesso senza sentimento, ma non potrei superare un'altra rottura, un abbandono. Ecco, questo doveva esserci scritto su quella dannata cartellina, non quelle stronzate sulla mia sessualità attiva» mi sfogai, crollando con la testa all'indietro. Mamma tirò su col naso, sospirando: «Mi dispiace di averti dato questo peso Madda: è il mio rimorso più grande. Tu sei sempre stata forte e non mi hai mai fatto vedere nulla, ma so quanto sia stata dura crescere avendo solo me e tuo padre...» «Mamma, non è stata colpa tua se mio padre se n'è andato. Non è colpa tua se il suo abbandono mi ha "condannata". Invece, è grazie a te se riesco a trovare la forza di affermarmi; se mi guardo allo specchio e non mi deprimo dei capelli bianchi, delle smagliature e soprattutto non ho problemi ad affermare la mia sessualità senza sensi di colpa e sono capace di mantenere le mie posizioni di fronte a uomo. Non metterti in testa cose stupide. Hai fatto più di quello che dovevi per tirar su una figlia, soprattutto in così giovane età. Dovresti concederti un po' di tregua ora» conclusi, interrompendo il discorso che puntualmente saltava fuori nei momenti di sfogo, lei sorrise, asciugandosi gli occhi lucidi con il dorso della mano, la tirai verso di me, abbracciandola «Potrei farti conoscere qualche uomo, sai? In ufficio ci sono dei bei uomini emotivamente stabili e single. Magari il capo: se lo conquisti chiuderà un occhio sulle aggiunte al budget delle prossime serate» aggiunsi facendola ridere. «Non voglio dei vecchi. Magari Amato ha un giovane zio single che gli assomiglia» commentò lei, scossi la testa freneticamente. «Monticelli Amato sono già prenotati come azienda vinicola/di camomilla. Però Rirì diceva che suo marito ha dei fratelli divorziati, chissà che ci scappa una tresca. Dobbiamo uscire con lei a brevissimo!»
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Un Amore di Psicologo - COMPLETA.
ChickLitQuarto volume della serie "Il Capo Opposto", la variabile di un nuovo personaggio, nelle vite dei già conosciuti. Maddalena non ha nessun problema. Certo, una volta si è intrufolata nella stanza di uno sconosciuto per scappare dal suo ex in vacanza...