7| La luna nera

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Si dice che le brutte notizie arrivano sempre in coppia. Avevo imparato a conviverci da quando mio padre se n'era andato, ma la presenza di mamma era abbastanza forte per tenere botta alla negatività. Crescendo da ragazza Monticelli avevo capito come affrontare i problemi e non mi spaventava nulla. A parte la brutta fobia per gli insetti. Tuttavia, la propensione alle aspettative negative, non mi aveva preparato alla totale assenza di problematiche: vivere felicemente mi rendeva ansiosa.

«Tu sei pazza» aveva commentato così Michelle quella sera al Paradiso, davanti ad un ricco buffet e ad una caraffa di Mojito. «Non sono pazza, sento solo che c'è qualcosa che manca» «Il buonsenso?» chiese ironica facendo ridere Rirì, già brilla dopo mezzo bicchiere. Non credevo che potesse essere possibile, ma la totale diversità caratteriale che ci contraddiceva aveva creato una combo perfetta. Anche Michelle apprezzava e, soprattutto, era riuscita a farsi apprezzare dalle nuove arrivate. «Che cattiveria, voi non potete capire: gli Amato rientrano nella categoria di amanti rasenti alla perfezione. Non è mancanza di buonsenso, sono le abitudini malsane dell'uomo medio installate nell'hard disk» intervenne Odette in mia difesa, alzando l'indice per essere più incisiva. Sospirai, riordinando mentalmente gli avvenimenti: era passata più di una settimana dal primo appuntamento con Zac e gli impegni lavorativi ci avevano costretto a rimandare il fantomatico secondo appuntamento al weekend della settimana successiva. Mi aveva chiamata come aveva detto il giorno dopo: eravamo rimasti due ore al telefono, cenando insieme, seppur separati. Giovedì ricevetti un mazzo di fiori in ufficio e una bottiglia di spumante, accompagnate da un bigliettino ironico e sconcio che lasciava sottintendere una promessa velata; due giorni dopo trovai una scatola regalo davanti alla porta di casa con una gassosa e una vodka da viaggio, con dei popcorn e il DVD di Serendipity Stasera cinema? c'era scritto nel post-it sopra al film, gli avevo risposto che l'avrei visto in mutande, come da tradizione. Tutta la settimana successiva era passata tra chiamate, messaggi, fotografie e chiacchierate più spinte. Fino a stasera. Gli avevo detto che sarei venuta qui con le ragazze, mentre lui era a farsi una birra con suo fratello e il marito di Rirì, non pensavo che venisse qui a bere la birra. A qualche tavolo di distanza. «Non lo so davvero, dopo Cristian non ho avuto molti ragazzi così presenti. Ci siamo visti una sola volta, ufficialmente dico, e guardatelo: mi fissa sorridendo, come se fossi l'ultima donna rimasta sulla terra e da noi dipendessero le sorti dell'umanità» sussurrai; Rirì continuava a ridere, Michelle lo fissava e Odette sorrideva. «Te l'ho detto è una caratteristica Amato» «Ma non avete fatto sesso» commentò Michelle sempre guardando Zac. Scossi la testa. «E perché siamo qui e loro sono lì? Nel senso: Arianna non sta con suo marito da mesi, Odette con il suo sono in simbiosi e tu stai perdendo la testa perché non siete riusciti ancora a rivedervi. Io posso sopportare di essere la settima incomoda» esclamò di nuovo lei, scossi ancora il capo: «Dice che è una cosa carina se facciamo tutte amicizia. È molto premuroso» «È uno psicologo» aggiunse Rirì, dandomi corda. «Ma tu non sei più una sua paziente spero» commentò Michelle corrugando la fronte. Ridacchiai. «No, ma se bevo un altro bicchiere lo vado a prendere e lo porto a casa a giocare al dottore, è davvero sexy stasera» risposi versando di proposito un giro di Mojito per tutte, sotto lo sguardo attento di Zac. «Secondo me tra un po' molla lì gli uomini e ti porta via, immagino che anche lui abbia voglia di giocare» affermò Odette scoccando il suo bicchiere nel mio, facendomi ridere. Guardai di nuovo verso Zac, attratta dal suo sguardo, mi sorrise, indicando la porta del locale con il pacchetto di sigarette in mano: mi alzai di scatto. «Ragazze mi è venuta una voglia di» «Penso di interpretare il pensiero di tutte chiedendo di non entrare nei particolari» m'interruppe Michelle facendomi arrossire e ridacchiare «Giusto per informazione: se inizia a parlare in russo, siete fottute» esclamai indicando Michelle «Oh, falla finita e vai dal tuo dottore» concluse il battibecco spingendomi in direzione d'uscita. Zac era già fuori.

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