Qualcuno mi odia

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Realizzo poco dopo che i ragazzi al campo hanno già cenato e Chirone mi fa cenno di seguirlo verso la casa enorme alta almeno tre piani.

Sto per entrare quando mi blocco davanti a una vetrina posta accanto alla porta d'ingresso. Mi hanno sempre incuriosito le vetrine anche se non so bene il motivo. Credo solo che mi piaccia sapere un po' di più degli altri o vedere i loro successi, vivere con loro un po' di felicità che, tra parentesi, non guasta mai.

Sorrido nel vedere foto di ogni tipo, foto di ragazzi che combattono con la spada, ragazzi che sorridono, che ridono, che scalano una parete dell'arrampicata che ho appena deciso di voler provare.. ci sono anche Percy e Annabeth in alcune foto.

Una mi piace molto.

C'è Annabeth, i capelli biondi raccolti in una coda, un sorriso vispo da quindicenne e una maglietta arancione del campo che sorride accanto a una delle ragazze più belle che abbia mai visto in vita mia. Ha i capelli mossi lunghi fino alla vita e gli occhi di un azzurro talmente tanto luminoso che anche se non ci fosse il sole estivo a farli brillare sarebbero comunque bellissimi.

Ci sono altre foto con quella ragazza mora e sorrido quando la vedo in una foto, la schiena inarcata e il viso rivolto verso la telecamera. Un ragazzo afroamericano e ben piazzato la tiene per i fianchi e sta sorridendo sul suo collo.

Noto due targhe dorate sotto quella foto e lo stomaco si stringe in una morsa nel leggere quello che c'è scritto.

Silena Beauregard. Figlia di Afrodite. Morta nello scontro finale. Eroe.

Charles Beckendorf. Figlio di Efesto. Morto sulla Principessa Andromeda. Eroe.

E i miei occhi, a questo punto, inziano a leggere con un po' di fatica tutte le targhe, a guadare tutte quelle foto, tutti quei ricordi che rimaranno solo tali, che rimaranno incastrati nel passato e in quella vetrina perché quei volti sorridenti, adesso, non ci sono più.

Ci sono troppe targhe e troppe persone in quella vetrina e ho quasi un vuoto nel petto e la morsa allo stomaco si è fatta ancora più stretta e credo quasi che impazzirò appena vedo questa foto. Attacco quasi il naso alla vetrina per vederla alla luce della lanterna e mi scappa un sorriso nel vedere due Percy e Annabeth dodicenni. Sono tremendamente felici e sorridono con le braccia attorno ai fianchi di un ragazzo diciassettenne che sembra uno di quei modelli cattivi della Dolce&Gabbana. Ha gli occhi azzurri, il sorriso furbo e i capelli color sabbia un po' lunghi. A differenza dei due bambini porta una canottiera arancione e li tiene stretti a sé per le spalle come se fossero alcune delle cose più importanti della loro vita.

Ha una cicatrice che gli corre dall'occhio destro fino allo zigomo eppure, credo di aver visto pochi ragazzi così belli e felici in tutta la mia vita.

Luke Castellan. Figlio di Ermes. Morto nello scontro finale. Eroe.

- Cazzo..

- Bene. Signorina Ariel, lei non è una ragazza come le altre. Ma non in senso cattivo, nel senso che è speciale - dice Chirone, distraendomi dalla vetrinetta e facendomi alzare lo sguardo verso di lui.

Sono fermamente convinta che la mia teoria secondo la quale si fanno tutti di acidi non sia poi così sbagliata.

- Non credo che l'essere iperattive, dislessica e senza un soldo in canna mi renda speciale - sorrido incrociando le braccia sul petto, - ma effettivamente le cose viste dal suo punto di vista sono molto più interessanti.

- Vi prego, posso incenerirla? - e la mia attenzione viene attirata sulla veranda e dal tizio ciccione che vuole seriamente essere preso a pugni.

Entro nella casa solo per uscire in veranda e andargli davanti. È seduto a un tavolo circolare e sta giocando con uno di quei tizi capra che ho visto in mensa prima.

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