Boris mi tampona

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- Ehi, sirenetta – mi saluta Boris arrivando al mio armadietto.

Gli regalo un sorriso da sopra la spalla e poi sbatto lo sportello con forza, voltandomi verso di lui e poggiando le spalle al metallo freddo e rosso. – Ciao, idiota – dico canzonatoria, beccandomi una linguaccia e le sue braccia che mi stringono contro al suo petto pochi attimi dopo.

È passato un mese da quando ho seriamente valutato l'idea di picchiare quella finta figlia di Afrodite di Sasha. C'è sempre un freddo cane e Boris è sempre al mio fianco. Anche se non so quale dio lo stia assistendo nel sopportarmi.

Mi sistemo un po' meglio contro il suo petto e lui mi stringe a sé più forte, baciandomi i capelli.

Sta uscendo con Matisse. È bella e di origini francesi, credo. Sono del parere che sia una cosa seria anche se lui non vuole ammetterlo e lo deduco dal fatto che sono passate due settimane e non è ancora entrato nelle sue mutande. Di solito il ragazzo non perde più di una settimana e le molla con la scusa di una gelosia nei miei confronti anche se è da un po' che non ci credo poi tanto.

Mi va bene così, comunque. Matisse è bella con i capelli biondissimi e gli occhi nocciola, di una tonalità più chiara rispetto a quelli Boris e che, a seconda della luce, sembrano quasi dorati. È con me a matematica e ha sempre cercato di farmi capire qualcosa anche se io continuo a considerare quella materia assolutamente inutile.

Sono io che li ho fatti conoscere e assieme sono davvero carini anche se Boris è troppo testardo e orgoglioso per ammettere a sé stesso che quel sorriso l'ha colpito più delle tette e del culo.

- Come stai? – mi domanda.

Me lo chiede sempre. Ogni volta che le mi vede la mattina e, con ogni probabilità sa anche che, rispondendogli "tutto ok", gli sto anche mentendo. Non mi fa mai pressioni, forse perché vuole che sia io stessa a parlare con lui.

Ci ho provato più di una volta ma non ci sono mai riuscita.

Ho deciso di darmi almeno un po' di tempo.

- Ciao! – la chioma di Matisse mi invade la visuale per qualche istante e sputacchio i suoi capelli biondi via dalla mia bocca, stringendola per i fianchi quando mi rendo conto mi stia abbracciando. Ignoro Onda che ha preso a bruciare per l'ennesima volta contro la mia pelle. Lo fa da quasi un mese ormai senza che però io riesca ad interpretare quello che, senza dubbio, è un avvertimento.

Respiro per un attimo il profumo di Matisse, maledicendomi quando, solo troppo tardi, mi rendo conto che non sarà mia uguale a sudore ed erba, come quello di Allison.

- Ciao, barbie – la prendo in giro dandole una pacca sul sedere e lei si allontana di scatto da me, facendomi ridere.

Boris la afferra per i fianchi. Le sue mani grandi glieli avvolgono completamente e ignoro una fitta al petto che quasi mi spinge a piegarmi in due. – Saluta anche me! – esclama facendola voltare e premendo le labbra sulle sue per qualche attimo, spingendola verso di sé dalla schiena magra.

Si, stanno davvero bene assieme.

Volto lo sguardo verso il corridoio quando quel bacio dura più di quanto dovrebbe e sto già pensando a un modo per volatizzarmi prima che Matisse si possa girare verso di me, poggiandosi al petto di Boris e sorridendomi con le guance un po' rosse.

Voglio essere baciata anche io così.

- Stasera vi offro la pizza – decide poi la bionda e Boris ride, strappandomi un sorriso e lasciandole un bacio sulla guance.

- Sempre disposta a mangiare gratis – scherzo stringendomi i libri al petto e cominciando a camminare verso l'aula di letteratura con i miei due amici che, tenendosi per mano, rimangono affianco a me.

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