Mercenari

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E' un raggio di sole a svegliarmi stamattina e sono talmente tano rintronata che, con ogni probabilità, è perché sono solo le sette.

Non riesco a capire bene dove sono, probabilmente perché il mio corpo è a contatto con qualcosa di incredibilmente caldo e liscio e..nudo.

Spalanco gli occhi con un leggero sussulto rendendomi conto di essere tra le braccia di Carter e sorrido leggermente, decidendo di aproffitarne un po'.

Mi stringo contro il suo petto con un leggero frusciare di coperte e capelli e le sue braccia nude si serrano attorno alla mia schiena in automatico, come se fosse un riflesso involontario.

Sto bene contro di lui e chiudo nuovamente gli occhi godendomi per qualche secondo quella sensazione di protezione che non avvertivo ormai da tempo e mi concedo altri cinque minuti prima di scostarmi delicatamente da lui e inginocchiarmi sul letto. Prendo il mio cuscino per i due lembi finali e lo sollevo, sbattendolo contro la testa di Carter, gridando euforica. - Forza, dormiglione! È una nuova giornata, il sole splende e dobbiamo andare ad ammazzare un po' di mostri! - Gli do un'altra cuscinata e Carter spalanca gli occhi con una sfumatura di terrore nelle iridi nere prima di rotolare giù dal letto, cadendo a terra con un tonfo.

Mi sporgo per realizzare il fatto che sia caduto sul serio e rido tenendomi lo stomaco con le braccia, piegandomi in due e dando un'altra occhiata al ragazzo che mi sta fulminando con lo sguardo.

- Oh dei! Sei un imbranato! - dico tra le risate e Carter allunga le braccia tirandomi giù con sé e facendomi gridare fino a che non cado con un tonfo sul pavimento, facendomi male al fianco destro.

- Parità - sussurra con un sorriso e brontolo leggermente prima di puntellarmi su mani e ginocchia per alzarmi e andare in bagno.

Quando mi guardo allo specchio sto ancora sorridendo.

Siamo i primi a fare colazione e ci mettiamo nel piatto quanta più roba possibile. Non sappiamo se riusciremo a mangaire nel tragitto da qui al Gran Canyon ed è sempre meglio fare scorte extra nello stomaco.

Carter mi guarda con un mezzo sorriso e smetto di masticare le salcicce che ho in bocca per lanciargli un'occhiata scettica. - Che c'è? - domando a bocca piena e lui ride senza smettere di guardarmi, con una scintilla nello sguardo che non riesco bene ad interpretare.

- Sei piccolina ma, cavolo, mangi più di me! - esclama divertito facendomi sorridere a bocca chiusa. - Sicura che ci stia tutto nella tua pancia? - chiede lanciando uno sguardo verso il mio stomaco e annuisco convinta anche se sono certa che se dovessi buttare giù altro vomiterei il cibo di due giorni.

Stamattina stiamo entrambi meglio. Siamo finalmente puliti e abbiamo lo stomaco pienissimo come non capitava a giorni, il sole è alto nel cielo e la giornata sembra quasi migliore.

Non voglio pensare che nel giro di qualche ora dovrò nuovamente rischiare la vita.

Guardo Carter per qualche secondo mentre beve il suo succo d'arancia e mi chiedo se anche lui ha paura o è nervoso quanto me. Probabilmente no, comunque.

Carter ha partecipato a una vera e propria guerra e questa non è sicuramente la sua prima impresa. Sicuramente, per lui, mostri e dei sono una passeggiata da superare e, per qualche istante, mi ritrovo a invidiare il suo essere così caparbio, testardo e forte.

- Tutto bene? - mi domanda fissando i suoi occhi scuri nei miei e scuoto leggermente la testa rendendomi conto di essermi incantata.

Annuisco con un sorriso e prendo il suo bicchiere di succo d'arancia portandomelo alle labbra e finendolo in pochi secondi. Sorrido quando Carter protesta con un mezzo sorriso che gli increspa le labbra sottili.

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