Gran bel compleanno di merda.
Ed è l'unica cosa alla quale riesco a pensare prima di vedere in lontananza il Campo Mezzosangue, con le cabine disposte a semicerchio, il laghetto delle canoe, il pino di Talia e il drago Peleo.
Una fitta mi stringe lo stomaco, una fitta che significa "casa" e "nostalgia" e Blackjack nitrisce contento, impennandosi leggermente per aria.
Io rido, attaccandomi alla sua criniera e Carter rafforza la presa sui miei fianchi. Vorrei che mi desse fastidio. Vorrei odiarlo, vorrei trovare la forza di voltarmi a guardarlo senza provare più nulla eppure, il cuore che mi batte più forte del normale e lo stomaco stretto non possono essere associati solo al Campo o a quello che sono stata costretta a vivere con Matisse come finta amica.
"Andiamo, bello. Forza!" grido nella mia testa, aggrappandomi più forte alla criniera scura di Blackjack, curvandomi verso il suo collo e tenendo gli occhi ben aperti mentre lui si lancia in picchiata verso il Campo.
Solo adesso, solo adesso che Blackjack ha accostato le ali al corpo, mi sento viva come non mi sentivo da mesi. Scaccio il pensiero di Boris, di Matisse, dei Leviatani e di Carter dalla mia mente e rido, mentre il vento mi spazza i capelli all'indietro, rinfrescandomi il viso con una forza che forse mi piace anche troppo.
Blackjack nitrisce ancora e non rallenta, neanche quando il suolo e fin troppo vicino e tutti i semidei al Campo si sono accorti di noi, guardandomi sorpresi.
Assieme ai pensieri euforici di Blackjack, si aggiunge una voce che ho imparato a conoscere bene e sorrido ancora di più, notando una testa corvina che saetta fuori dall'Arena dei combattimenti.
"Ariel!" grida Percy nella mia mente con forza e quando sono quasi certa ci schianteremo al suolo, Blackjack distente le ali, atterrando dolcemente davanti al Padiglione della mensa, in mezzo a troppi semidei.
Non faccio nemmeno in tempo a toccare terra con i piedi che una serie di fuochi d'artificio esplodono nel cielo di mezzogiorno mentre uno striscione enorme con su scritto "Buon Compleanno Ariel!" si apre nel cielo.
Sono troppo sorpresa per realizzare che i ragazzi di Apollo stanno intonando "Buon Compleanno" con le lire mentre i figli di Efesto fanno partire un altro po' di fuochi d'artificio e fuochi veri e propri verso il cielo, andando a tempo con la musica.
La gratitudine mi riempie il petto, me lo scalda come se fossi davanti al caminetto, con una coperta sulle gambe e il mio film preferito alla televisione. Scendo da Blackjack il più velocemente possibile, realizzando sono in questo momento per quale motivo Carter sia venuto a prendermi, e quando Percy riesce a farsi largo tra la folla di semidei, gli corro incontro, saltandogli addosso.
Respiro il profumo di mare che lo accompagna sempre, misto a leggero sudore e una fragranza più leggera che ho associato ad Annabeth. Lascio che mi stringa, affondandomi le mani tra i capelli e canticchiandomi nell'orecchio la fine della canzone, seguita poi da un boato e dalle sue braccia che mi lasciano solo per rimettermi a terra.
- Buon compleanno, sorellina – mi sorride, un secondo prima che un tornando biondo mi travolga, stringendomi a sé.
- Tanti auguri, nuova diciassettenne! – esclama Annabeth schioccandomi un bacio sulla guancia e porgendomi un regalo impacchettato alla perfezione che mi fa sorridere come un ebete.
Lo prendo tra le mani e faccio saettare lo sguardo dal regalo ai suoi occhi grigi che quasi brillano per la felicità. – O dei! Ma non era necessario tutto questo.
Annabeth apre la bocca per ribattere, sicuramente negativamente, un attimo prima che lo faccia Allison. – Si che era necessario, invece. Zitta, principessa.

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Princess
Fanfiction* QUI E SU EFP, DOVE HO LE STESSO NOME AUTORE, SONO GLI UNICI FORUM IN CUI TROVERETE LE MIE STORIE. SE DOVESTE TROVARE UNA MIA STORIA SU QUALCHE ALTRO PROFILO, SEGNALATE. È UN PLAGIO * Io sono Ariel Miller e ho sedici anni e -lo dico per voi- se pe...