Come la protagonista di Footloose

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E' una settimana che sono alla Avalon e mi rendo conto che il Campo Mezzosangue mi manca più di quanto voglia ammettere a me stessa.

Non che il mio sia un brutto istituto, anzi! Le aule sono spaziose, c'è addirittura una piscina con degli orari d'entrata e uscita che non rispetto, e le persone non sono poi così male seppur non abbia ancora fatto amicizia con nessuno.

Percy mi aveva proposto di andare dalla mamma, Sally, e per quanto ne desiderassi una, per quanto desiderassi tornare a casa per le cinque e trovarmi la merenda pronta, ho comunque rifiutato.

Non voglio essere un peso per nessuno, anche se questo nessuno è la mamma di mio fratello.

Percy si era anche offerto di pagarmi le quote ma ho rifiutato. Continuerò ad utilizzare il fondo che mi hanno lasciato mamma e Poseidone.

Me ne sono andata dal Campo il giorno della vigilia di Capodanno e mi dispiace un po' non averlo festeggiato con Als ma era meglio di così. Per quanto lì avessi la possibilità di utilizzare Onda, mi sentivo scoperta e vulnerabile.

Cammino per i corridoi con gli auricolari alle orecchie e un Ipod nuovo di zecca che mi ha rubato Connor Stoll per Natale e che mi ha dato la sera stessa che sono tornata dall'impresa. Credo di essermi affezionata a quel ragazzo più di quanto potessi pensare e sorrido, giocando distrattamente con il ciondolo a forma di goccia gelido.

Mi sento un po' sola ed è strano perché mi ero sentita così solo poche volte, quando mamma era malata e subito dopo quando è morta. Dopo due anni avevo imparato a conviverci e dopo essere stata al Campo e aver capito nuovamente che cosa voglia dire famiglia, mi sento quasi vuota.

Continuo a ripertermi che va bene così, quasi sia un mantra, e poi entro nell'aula di algebra anche se non ci capisco niente e i numeri fanno Skateboard sulle pagine.

Non mi piace l'Algebra ma mi piace la letteratura inglese e la storia medievale. Mi dispiace quasi un po' non studiare quella greca, forse perché, senza dubbio, con tutte le lezioni di Annabeth per una volta sarei la più preparata della classe.

Divido la camera con due galline, Sasha e Jennifer e una povera sfigata che, ovviamente, come il più schifoso dei cliché, è la loro servetta, Gale.

Mi sono chiesta più volte per quale motivo Gale continui a stare con loro ma poi ho capito il loro bisogno di avere qualcuno che le adori e la necessità di Gale di avere delle amiche, seppur la trattino come uno zerbino.

Ignoro chiunque la maggior parte del tempo e per quanto un paio di ragazzi abbiano deciso di avvicinarsi a me per sfoderare tecniche di abbordaggio viste e riviste, ho rifiutato tutti.

Fanculo a ragazzi, dopo Carter non mi sento di avere più nessuno.

È l'ora di pranzo e di solito non mangio niente perché, in confronto al cibo del Campo, questo precotto e scotto mi fa abbastanza schifo.

Mangio sempre da sola (qualche mela o la brioche la mattina presto), è una settimana che lo faccio anche se ieri ho optato per la piscina e, decisamente, è stata molto più producente di quel cibo assurdo.

Mi sento un po' debole e mi riprometto di andare in acqua. La testa mi gira e i rumori attorno a me sono ovattati anche se non so bene per quale motivo.

Ho lo stomaco chiuso e anche quando tento di portarmi alle labbra un panino che non sembra neanche così male (anche se la fettina è scotta), lo allontano di colpo.

Non mi va di mangiare, magari stasera uscirò e prenderò una pizza.

È una settimana che non metto piede fuori dall'istituto se non per cambiare plessi delle aule o andare in piscina.

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