Prendo a calci un figlio di Ares

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Squadro la ragazza alta almeno il doppio di me e aspetto che Clarisse dia il via.

Due paroline su di lei prima che la conosciate: Clarisse è la figlia prediletta di Ares, ha la stazza di un giocatore di football, i capelli castani e lisci spaghetto e ha un nome femminile anche se la mole e il modo di combattere non sono decisamente proprie di una ragazza.

Nutre un certo quantitativo di odio nei confronti di Percy e lo chiama sempre pivello anche se lui sorride e le risponde a tono, piuttosto divertito.

La sua età non è stata ancora definita e se devo essere sincera, non ci tengo neanche a chiedergliela.

In ogni caso, non ci ho mai parlato se non lo stretto necessario quando tiene le lezioni di lotta libera e ogni tanto, anche se sono al Campo da ben otto giorni, mi chiedo come sia possible che Allison sia sorella di quegli energumeni abbastanza brutti. Lei è così bella e all'apparenza così delicata che assieme a quei giocatori di football sembra non ci stia a fare nulla.

Quando ho questi pensieri mi ricordo che ha anche spezzato un arco sulla schiena di un figlio di Eolo solo perché l'aveva provocata e alla fine, ricomincio a pensare che sia perfetta tra i figli di Ares anche se non esattamente in forma fisica.

Assotiglio lo sguardo e lo fisso negli occhi scuri della figlia di Ecate che ho davanti.

A essere sincera sono sempre un po' preoccupata a combattere contro i figli della dea della magia ma poi, quando lotto, tutto passa in secondo piano. L'adrenalina mi scorre potente nelle vene quasi fosse una droga e quando smetto di combattere sono quasi più felice. Probabilmente è un po' l'influenza di Allison dato che i figli di Ares sono fanatici di lotte e risse ma a me va bene così, a essere sincera. E poi, c'è da dire che aver picchiato una loro sorella mi ha fatto guadagnare una certa stima.

Sento lo sguardo di Clarisse e di tutti i ragazzi del corso su di me e scrocchio i polsi un secondo prima che la mia insegnante gridi, - ora!

Si vede che questa figlia di Ecate non ha mai combattuto perché si lancia su di me gridando ed era una mossa talmente prevedibile che mi sposto di lato assestandole una gomitata sulla schiena con facilità.

Sorrido e assottiglio ancora di più lo sguardo quando si leva un boato dai ragazzi che ci stanno osservando.

So che i capi gruppo mi osservano per capire chi sia il mio genitore divino dato che in otto giorni non ha dato segni di vita ma a me va bene così. Nella casa di Ermes sono felice e mi trattano come se fossi loro sorella anche se è palese che non lo sia affatto.

Guardo la figlia di Ecate che si rimette in piedi dopo aver barcollato leggermente e mi scruta in modo talmente truce che se non fossi abituata a stare con i figli di Ares mi farebbe anche paura.

- Andiamo - la provoco, - mi fai vedere che sai fare?

E mi do dell'idiota pochi secondi dopo dato che, come al solito, ho sottovalutato una figlia della dea della magia.

Schiocca le dita e scompare per apparire dietro di me pochi secondi dopo. Mi abbasso e roteo su me stessa schivando un pugno di fortuna e quando mi rimetto dritta lei non c'è più.

Quando mi arriva un pugno dritto alla schiena realizzo dov'è.

Mi volto nuovamente con il braccio teso ma lei è sparita e il colpo che incassa la mia nuca è talmente forte che inizia a girarmi la testa e barcollo di un paio di passi sentendola ridere.

Posso quasi sentire la tensione che c'è all'interno dell'arena e gli sguardi di tutti che adesso, hanno decisamente cambiato interesse.

Grugnisco e mi rimetto in piedi quando un pugno mi colpisce il costato e non riesco neanche a realizzare in tempo che diavolo sia successo che incasso un pugno sul fianco sinistro. Un calcio mi colpisce il ginocchio destro e gemo piegandomi in avanti.

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