Amore e solitudine

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Alec si svegliò di soprassalto.

Magnus si svegliò di soprassalto.

Non per un incubo, piuttosto per la sensazione di vuoto improvviso, la mancanza di qualcosa. Di qualcuno. E Alec, ancora nel suo letto all'Istituto, se ne rese conto quasi subito. Si mise a sedere, scostando di poco le coperte e passandosi una mano tra gli spettinati capelli corvini. Si strofinò gli occhi e si alzò cauto, cercando di non fare rumore.

Si vestì in tempo record, con una delle sue solite magliette nere e un paio di pantaloni dello stesso colore, non sopportando più quella fastidiosa sensazione di solitudine. Fece tappa dal bagno, dove, sconsolato per il suo aspetto, cercò di darsi una sistemata ai capelli. Poi prese l'ascensore, aprì il portone dell'istituto e uscì nella notte

rischiarata dai lampioni della città. Ficcò le mani nelle tasche dei pantaloni e allungò il passo, per arrivare prima. Aveva deciso di andare a piedi. Forse l'aria fresca gli avrebbe fatto bene.

Non molto tempo dopo si trovava a pochi passi di fronte alla porta di casa di Magnus Bane. Il suo Magnus Bane.

Magnus, da quando si era svegliato, girovagava per casa sua senza meta, come un'anima in pena. Nella sua mano era comparso un caffè rubato da chissà quale bar sventurato, che sorseggiava distrattamente. Lo aveva svegliato

qualcosa, una sensazione strana, di incompletezza. Poi realizzò. Posò il caffè sul tavolo e si catapultò nella sua stanza per mettersi qualcosa addosso, oltre ai boxer. Aveva appena indossato un paio di pantaloni verdi che sentì un rumore proveniente dall'entrata.

Alec aveva tirato fuori dalla tasca dei pantaloni la copia della chiave dell'appartamento di Magnus, che gli aveva fedelmente consegnato. Aprì la porta ed entrò. Nel buio dell'abitazione, nel corridoio d'entrata, intravide la figura slanciata del suo ragazzo, che guardava verso di lui. Gli occhi felini brillavano nell'oscurità, ed Alec pensò che erano davvero meravigliosi.

Quando si rese conto che Alec poteva vedere ben poco al buio, Magnus schioccò le dita e una tenue luce illuminò l'abitazione.

"Io... Ecco, si... Cioè, volevo..." cominciò Alec, balbettando e diventando sempre più rosso sulle guance.

Magnus fece un affettuoso sorriso sghembo e sentì che la sensazione di prima era sparita, sostituita da una gioia

che lo scaldava da dentro.

"Volevo venire io da te, ma mi hai preceduto." affermò lo stregone.

"Hai sentito anche tu quella sensazione?"

"Si, Alec. Ed era proprio insopportabile. Vieni qui, ora." rispose, passandosi una mano tra i capelli pieni di glitter e allargando poi le braccia per accogliere il caldo e solido corpo del cacciatore. Alec non se lo fece ripetere due volte e si abbandonò nell'abbraccio del suo ragazzo. "Scusa se ti ho disturbato a quest'ora in piena notte." cominciò lui. "Stai scherzando, vero? Ero già sveglio, poi lo sai Alexander che tu non potresti mai disturbarmi. Nemmeno se mi interrompessi mentre mi sto mettendo il glitter sui capelli, o mentre faccio il cambio stagione nell'armadio!" rispose il Nascosto in tipico stile Magnus Bane. Poi, a voce più bassa ma comunque udibile dallo shadowhunter, aggiunse: "Io voglio esserci sempre per te."

Sorpreso e stupito, Alec alzò verso di lui la testa, fino a quel momento appoggiata al petto dell'altro. Poi lo baciò con slancio e il tempo sembrò fermarsi. Fece congiungere le loro labbra in un bacio pieno di dolcezza e amore incondizionato. Gli prese il viso tra le mani, mentre Magnus gli cinse la vita con le braccia, avvicinandolo ancora di più. Alec si lasciò sfuggire un sospiro e le labbra dello stregone si allargarono in un sorriso. Fece scorrere la sua mano sulla schiena di Alec, fino al collo, che accarezzò, e ai capelli, dove insinuò una mano per tirarli delicatamente. Si scostò leggermente dalle labbra del ragazzo per ammirare quei meravigliosi occhi blu ancora una volta. Da

With you I feel aliveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora