Per Lilith!

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Magnus rispose al cellulare, tuonando: "Chi osa disturbare il sommo stregone di Brooklyn?"

 "Salve anche a te Magnus. Sono Isabelle, dov'è mio fratello? Non risponde al cellulare, lo avrò chiamato decine di volte... " poi con voce maliziosa e curiosa continuò:  "Aspetta... Ho interrotto qualcosa, vero?"

 "Allora, primo tuo fratello è qui, secondo non so perché non ti risponda, e terzo non sono affari tuoi. Comunque hai rovinato una colazione che era meravigliosa. Che cosa vuoi?" rispose stizzito. "Passami Alec, grazie."

 Lo stregone sbuffò sonoramente. Diede il telefono ad Alec, che era ancora seduto al tavolo dove stavano facendo colazione.

 "Izzy, che succede?"

 "Torna qui all'istituto, Jace vuole andare a caccia di qualche demone al Pandemonium."

 "Cosa spera di trovare al Pandemonium, un'altra rossa?" ribadì con una nota sprezzante ma allo stesso tempo divertita nel suo tono di voce.

 "Tz, vedremo. Intanto sbrigati e torna all'istituto. Ci vediamo dopo."

 Alec sbuffò e alzò gli occhi al cielo. "Si, a dopo."

 Chiuse la chiamata e restituì il cellulare a Magnus, lasciandosi cadere sul pouf vicino a lui.

 "Quindi? Che succede?"

 "Mia sorella e Jace dicono che devo tornare all'istituto. Vogliono andare a caccia al Pandemonium."

 "Figli di Nephilim... Sempre e solo a pensare a togliere di mezzo demoni. Non puoi rimanere qui comunque? Anche io necessito della tua deliziosa compagnia."

 "Magnus, per favore, non rendere le cose più difficili. Credimi, anche io vorrei stare con te, ma devo proprio andare." rispose con tono lamentoso.

 "Me la pagherai Fiorellino, me la pagherai. Però sta' attento, mi raccomando."

 "Certo, lo sono sempre. Altrimenti come farei a deliziarti della mia presenza?"

 "Touché." ribadì lo stregone. "Bè, se non ti dà fastidio, io ecco... Potrei... Tornare questa sera. Magari a un orario più accettabile." fece con voce flebile lo shadowhunter, arrossendo.

 "Certamente Alexander, lo davo quasi per scontato!"

 "Uh, ora dovrei proprio andare. Grazie di tutto Magnus."

 "Figurati." Alec si avviò verso la porta, ma lo stregone si piazzò tra lui e l'uscita. "Dove pensi di andare? Non dimentichi forse qualcosa?" Il cacciatore lo guardò tra l'allibito e il sorpreso. Inarcò le sopracciglia, poi comprese. Si sporse in avanti e lasciò un bacio leggero sulle labbra di Magnus.

 "E questo cos'era?" Afferrò Alec per la vita e lo premette contro il legno della porta, i loro petti vicini, ma le labbra di più. Passò una mano tra i capelli corvini del ragazzo, e poi giù, il palmo all'altezza del suo cuore. Intanto insinuava le dita sotto alla maglia nera, seguendo i segni delle rune sulla schiena.

 Alec gemette sulle labbra del suo ragazzo.

 "Magnus... Mi sono appena rivestito. E sono... in ritardo. Ti prometto... Che... Tornerò questa sera." disse tra i baci, arrossendo lievemente pensando a ciò che sarebbe potuto accadere poche ore più tardi. "Che scocciatura. Non vedo l'ora di averti tutto per me."

 Si staccarono e Alec aprì la porta, poi sentì la voce calda di Magnus. "Ti amo."

 "Ti amo anch'io, Magnus." gli sorrise e se ne andò.

 Lo stregone aspettò appoggiato allo stipite della porta finché non vide Alec sparire dietro ad un angolo della strada, poi richiuse la porta.

 Alec camminava controvoglia verso l'istituto, le mani in tasca e i piedi che di tanto in tanto calciavano qualche sassolino sul marciapiede. Poi però un pensiero gli passò nella mente: prima fosse arrivato all'istituto, prima avrebbero concluso la caccia, e lui avrebbe potuto tornare da Magnus.

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