Di anatre e sorrisi preoccupati.

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Anche Simon era andato incontro alla sua bella, Isabelle, e l'aveva salutata con un bacio delicato. Poi si erano seduti tutti cinque al loro tavolo e avevano ordinato qualcosa da mangiare.
 Mentre Alec sbocconcellava quella che all'apparenza doveva essere una piadina, la sorella diede la notizia della festa a Simon e Clary. "Questa sera. Voi due. Alle dieci meno dieci all'istituto." indicò la rossa. "Tu aprirai un portale..."
 Alec vide il Diurno che cominciava veramente a temere il peggio per il tono di Izzy, che fino a quel momento era stato serio, e la suspance lasciata dalla sorella non faceva altro che incrementare la sua tensione. Poi finalmente riprese a parlare.
 "Destinazione il loft di Magnus Bane! Ragazzi, darà una delle sue feste e noi siamo stati invitati! Non è fantastico? Però dovremo trovare qualcosa di adatto da mettere e..."
 Alec era molto indeciso su chi reputare più euforico: Magnus o sua sorella?, e si ritrovò perfettamente nella domanda di Simon. "Una festa? Un'altra?"
 "Ho chiesto a Magnus la stessa cosa quando me lo ha detto." intervenne.
 "Per una volta siamo d'accordo su qualcosa, eh!" ribatté il vampiro.
 "L'ultima volta non è andata molto bene, ti ricordo." si rivolse Clary a Izzy.
 "Ohh, ma quanto siete noiosi! Basta fare un po' di attenzione a ciò che si beve e non ci sono problemi." ribatté la mora.
 "Tu, Simon, in particolare." Risero tutti.
 "Quindi fino a stasera cosa si fa?" domandò la rossa, senza rivolgersi nessuno in particolare.
 "Penso che noi torneremo all'istituto, tu e Simon invece?" fece Izzy.
 "Io ho le prove con la mia band alle tre e un quarto."
 "E io devo uscire con mia mamma. Vuole che l'accompagni a prendere degli acrilici in colorificio per il suo nuovo quadro."
 "Ricordatevi però di mettervi qualcosa di decente e di venire all'istituto... O meglio, davanti all'istituto alle dieci meno dieci." ribadì Isabelle. Poi saltò su e: "Ehi Jace, guarda!" esclamò.
 Il biondo, intento a esaminare quello che doveva essere un pezzo di pomodoro, alzò la testa dal suo piatto, guardando interrogativo la "sorella". Lei lo fissò con un'espressione perfida e alzò la forchetta, su cui c'era infilzata una foglia di insalata mangiucchiata. "Jace, cosa ti sembra?"
 Il ragazzo contemplò la pietanza morsicata con le sopracciglia inarcate. "Bè, una foglia di insalata."
 "Mmm, ritenta e sarai più fortunato. Guardala bene."
 L'Herondale allungò una mano per prendere la forchetta e vedere meglio ciò che vi era sopra. La portò vicino al viso e dopo qualche secondo tutti lo videro sbiancare. "Aaahhhh! Tu. Qu-questa è la sagoma di un'a-anatra!" gridò, rabbrividendo per il terrore e scagliando la forchetta dall'altra parte del tavolo. "Izzy, sei una stronza! Tu... Tu lo sai ciò che penso di quegli esseri infernali e mi metti sotto al naso... Quello?"
 Prese un profondo respiro e chiuse gli occhi per qualche istante.
 Tutti risero di gusto. Bè, tutti tranne Jace.
 "La mia forchetta!" si lamentò Isabelle, vedendo che veniva lanciata.
 "Zitta. Hai cercato di attentare alla mia vita, è il minimo che potessi fare!"
 "Io ti avevo detto che me l'ero legata al dito, e siccome, purtroppo, nel menù del giorno non c'è 'anatra all'arancia', ho dovuto trovare un modo simile per vendicarmi. E posso ritenermi soddisfatta per il risultato ottenuto."
 Il biondo mise il broncio e non le rivolse più la parola.
 Poco dopo finirono di mangiare e si alzarono per pagare il conto alla cassa.
 Quando uscirono dal locale, il sole li abbagliò e di conseguenza si misero tutti una mano davanti al viso per proteggersi dalla luce. Tutti tranne Jace e Isabelle, che non persero l'occasione di sfoderare i loro Ray-Ban all'ultima moda. Alec e Clary si ritrovarono ad alzare gli occhi al cielo nel medesimo istante e scoppiarono a ridere.

 Il gruppo si sciolse lì; la rossa si diresse a casa sua per incontrare Jocelyn, accompagnata per un tratto di strada da Simon, che doveva trovarsi con il resto della band. Gli Shadowhunters invece, come programmato, tornarono all'istituto.

 "Ci sarebbe solo un piccolo problema." sospirò Alec mentre entravano nell'ascensore.
 "Sarebbe?" domandò Izzy, che era intenta e esaminarsi le unghie perfette.
 L'ascensore sferragliò sinistramente.
 "Maryse Lightwood, sai, nostra madre. Chi la convince a farci uscire, e con quale scusa?"
 La mora levò il capo, un sorriso furbo stampato in faccia. "Io, chi altro poi? Un 'dobbiamo recarci a Brooklyn per la situazione di Clary' qui, un 'è una faccenda seria e necessitiamo dell'aiuto di Magnus Bane' lì e vedrete che la convincerò."
 "Sei un genio, sorella" esclamò il biondo.
 "Lo so, fratello!" rise lei.

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