Se n'è andato. Ed ora?

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"Isabelle?" La voce di Magnus sembrava incerta e interdetta.
 "Sì, Magnus. C-chiama Simon e raggiungeteci al Dumort in fretta."
 Lo Stregone sentì la Cacciatrice prendere un respiro profondo prima di affermare: "S-si tratta di Alec."
 Magnus sentì la terra sotto i suoi piedi cedere e il respiro venir meno. Annaspò più volte prima di riuscire a riempirsi i polmoni di ossigeno. "Cos'è successo, per Lilith?!" voleva urlare, ma la sua voce uscì in un sussurro.
 "Non c'è tempo per spiegarti, sbrigati." ringhiò la mora dall'altro capo del telefono.
 "G-gli mando u-un messaggio di fuoco."
 Allontanò a rallentatore il telefono dall'orecchio e terminò la chiamata. Si sentì mancare nuovamente, e dovette appoggiarsi al muro di fianco a lui per tenersi in piedi e non collassare sul marciapiede su cui stava camminando per tornare al loft.
 Delle scintille blu sfrigolarono sulla punta delle sue dita, andando a comporre il messaggio di fuoco indirizzato al Diurno.

 "Non mi interessa se sei impegnato, è successo qualcosa ad Alec. Ci troviamo tra meno due minuti da Taki. CAPITO?
 M.B."

 Schioccò le dita e inviò il messaggio. Poi con una qualche formula in una lingua arcaica simile all'aramaico cominciò ad aprire un portale per arrivare più in fretta al locale.


 Simon, seduto sul tappeto di casa di Clary, vide apparire di fronte a sé un messaggio di fuoco. Posò il controller della Playstation a terra dopo aver messo in pausa il videogioco e si affrettò a leggerlo. Il suo volto divenne più pallido del solito.
 Nello stesso momento la rossa si lasciò cadere sul divano retrostante al Diurno emettendo uno sbuffo. "Ehi, che co-"
Simon la sentì bloccarsi a metà frase e si voltò a guardarla. Vide i suoi occhi aprirsi leggermente di più e le pupille dilatarsi. "Clary? Stai bene?" Si alzò con un movimento fluido e le si parò davanti. La ragazza si riprese e guardò torva Simon. "Quella... Quella era una nuova runa." Corrugò la fronte, ma decise di non darci troppo peso. "Volevo chiedere cosa cosa ci fosse scritto." disse facendo un cenno al biglietto che Simon teneva in mano. Il moro glielo porse titubante e lei lo lesse. Impallidì. "Alec... cos'è successo?" Dal suo tono sembrava lo stesse chiedendo al diretto interessato nonostante non fosse presente. Si alzò di scatto dal divano ed estrasse lo stilo, si avvicinò a una parete e disegnò una runa per aprire un portale.  "Se è successo qualcosa ad Alec... vuol dire che nemmeno Jace sta bene." deglutì a vuoto. "Da Taki, giusto?" Il Diurno annuì e raggiunse la rossa, per poi attraversare il portale.


 Magnus fu catapultato fuori dal varco quasi nello stesso momento in cui comparvero anche Simon e Clary. Il trio si guardò attorno in maniera spiccia senza perdere tempo in convenevoli, piuttosto incuranti del fatto che qualcuno avrebbe potuto notare qualcosa di strano. Lo Stregone aprì in fretta un nuovo portale e focalizzò come punto d'arrivo l'hotel Dumort. Pochi secondi dopo erano lì, e ciò che si presentò ai loro occhi appena misero piede a terra rivoltò loro lo stomaco.
 Magnus sembrava essersi cristallizzato sul posto, immobile com'era, alla rossa parve di tornare indietro nel tempo e di rivedere il corpo di Simon dilaniato prima della sua transizione, e il Diurno tentava in tutti i modi di non cedere al richiamo del sangue  sparso del Cacciatore moro.


 Lo Stregone vide Isabelle chinata sul corpo del fratello maggiore, mentre tentava invano, presa dalla disperazione, di ripulire il sangue sulla faccia dell'altro. Fu a quella visione che si riscosse e si precipitò al capezzale del suo ragazzo, le lacrime che minacciavano di scendere. Al diavolo l'immagine del Sommo Stregone di Brooklyn. Si inginocchiò di fianco ad Alec e si portò il suo capo in grembo, cominciando ad accarezzargli le guance in maniera quasi frenetica, per poi baciargli la fronte ripetutamente. Non aveva la minima idea di cosa fare. Sollevò lo sguardo come un gattino impaurito verso la Cacciatrice. "Magnus, dobbiamo seppellirlo, se vogliamo avere almeno una possibilità che si risvegli."
 Lo stregone si guardò confusamente attorno, per poi portare lo sguardo su Simon e riportarlo qualche secondo dopo sul suo Cacciatore. "Alexander... Il mio Fiorellino... Io- io non credo che lo voglia... Ma per Lilith, non sono ancora pronto a lasciarlo andare, non in questo modo." singhiozzò, posando il capo sul petto del moro.
 "Nemmeno noi, Magnus." Isabelle inspirò a fondo e chiuse gli occhi. "Raphael" La mora non ricevette nessuna risposta e si guardò attorno. "Se n'è andato lo stronzo! E ora?" Tirò un pugno all'asfalto del marciapiede, in un impeto di ira.
 "Posso farlo io."
 La voce proveniva da Simon, che si stava avvicinando e stava mantenendo il controllo in maniera eccellente. "Solo che dovrete darmi le dritte voi, visto che ovviamente non ricordo nulla della mia trasformazione."
 "È sicuro?" domandò titubante il Figlio di Lilith.
 "In fondo si tratta solo di scavare una buca e di tenere a bada Alec quando si risveglierà." Magnus sapeva che dietro al 'quando' di Isabelle c'era in verità un 'se', ma la ringraziò mentalmente, perché non avrebbe saputo gestire l'udire quelle due lettere.
 Qualcuno alle spalle dello Stregone tossì, e quando questo si voltò riconobbe Jace, che era stato affiancato dalla ragazza dai riccioli rossi, che si stava prendendo cura di lui eseguendo qualche Iratze, sebbene si stessero rivelando poco utili. Ad un tratto vide la mano e lo stilo di Clary bloccarsi e il suoi occhi assottigliarsi. Poi con frenesia la ragazza aprì la giacca della tenuta da caccia del biondo e la sfilò, lasciando Jace in maglietta, e fece per avvicinare la punta dello stilo all'avambraccio, quando Magnus proruppe: "Che stai facendo, di grazia?"
 "Una nuova runa. Traccio una nuova runa." Clary distolse brevemente lo sguardo dal braccio di Jace.
 "E a cosa servirebbe?" Per qualche motivo nella voce dello Stregone c'era una leggera nota di sufficienza. La rossa si disse che doveva essere causata dalla situazione che lo metteva sotto pressione e non vi badò più di tanto.
 "So solo che è una runa Parabatai speciale, che potrà portare anche Alec. Ti ricordi la runa dell'Alleanza, no? Praticamente ha lo stesso principio."
 Senza aspettare che l'altro ribattesse cominciò a marchiare la pelle del ragazzo, che mugolò indispettito e socchiuse gli occhi, disegnando nuove linee sulla tradizionale runa Parabatai. A un terzo della linea verticale del marchio fece partire un semicerchio, a cui aggiunse una curva all'estremità più alta, e un'onda obliqua sulla parte bassa che lo intersecava, andando a creare quella che avrebbe potuto assomigliare a una 'Q' incompleta.
 "Come fai a sapere che non sia pericolosa o che non avrà effetti collaterali?" Isabelle si era alzata e si stava avvicinando a lei.
 "Infatti non lo so." rispose con voce sommessa la rossa, che si stava rimettendo in piedi a sua volta per avvicinarsi al corpo di Alec.
 "Magari ucciderà entrambi perché non funziona come credi!" La mora a quel punto stava quasi urlando, in contrapposizione al tono pacato della rossa. "Credi che io non abbia nulla da perdere se non dovesse funzionare?" ribatté spostando lo sguardo su Jace. Poi osservò duramente Isabelle e Magnus. "Ho dei poteri, dovrò imparare a usarli sempre meglio, e non mi sembra di aver fatto danni fino ad ora, anzi, le mie rune hanno funzionato e sono risultate assai utili moltissime volte. Quindi fatemi la cortesia di starvene zitti e di sperare che vada tutto bene anche questa volta."

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