Le proposte che Jace non accetta.

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Alec e Magnus erano ancora sdraiati l'uno sull'altro nel letto, intenti a riprendere fiato dopo l'appena consumato secondo round e a farsi continue carezze, cercando però di non far scattare nuovamente la scintilla della passione, perché lo sapevano bene entrambi, non sarebbero riusciti a farlo un'altra volta senza poi cadere sfiniti tra le braccia di Morfeo, e, siccome Alec aveva promesso di tornare a dormire all'istituto, Magnus non voleva scatenare l'ira di Maryse andando contro la richiesta della donna.
 Dopo un tempo indefinito si alzarono e cominciarono a rivestirsi, non senza qualche problema, visto che non riuscivano a smettere di baciarsi.
 L'Angelo solo sapeva quanto ci misero a sistemarsi prima di uscire da quella stanza piena del loro amore, dei loro baci e dei loro sospiri. Alla fine però tornarono nella sala illuminata dalle luci stroboscopiche e da quelle poste alla base delle pareti. Alcuni nascosti stavano ancora ballando sulla pista lucida, mentre un crocchio di persone ben note, constatò Alec, erano impegnate a gesticolare freneticamente e a sbraitare contro un quinto individuo. Ad un tratto scorse un bagliore biancastro provocato dal riflesso delle luci su quella che doveva proprio essere una spada angelica. Una spada angelica brandita da Jace e puntata contro un ragazzo completamente azzurro. Pelle azzurra, occhi azzurri ma di una tonalità più chiara, capelli lunghi e lisci azzurro scuro.
 Alec si ritrovò a pensare che aveva perfino dei bei lineamenti. Si pentì subito di quella considerazione, sapendo che alle sue spalle c'era il suo sexy stregone Magnus Bane.
 "Ehi, che cosa sta succedendo qui?" proruppe il Figlio di Lilith cercando di sovrastare il rumore della musica che proveniva dalle casse.
 I due ragazzi si diressero verso il gruppo, curiosi, ma con un brutto presentimento. Doveva essere successo qualcosa.
 Ciò che per prima cosa notarono furono le espressioni sui volti dei cinque. Quella furibonda di Jace, quella scioccata di Clary, quella maliziosa e furba della fata, quella scandalizzata di Simon, e quella tra il divertito e l'indignato di Isabelle.
 "Oh, allora? È casa mia e se proprio dev'esserci una rissa voglio saperne il motivo. Sputate il rospo. Cosa. Sta. Succedendo?" Finalmente lo stregone riuscì a guadagnarsi la loro attenzione.
 Jace si voltò e parlò, o meglio urlò, per primo, indicando il tizio azzurro e menando in aria le braccia, come se non si rendesse conto di aver in mano un'arma che avrebbe potuto affettare chi gli stava vicino. "Mentre voi vi divertivate in camera, questo maniaco sessuale stava cercando di convincere con i suoi 'poteri fatati'" e mimò delle virgolette con le dita della mano libera "la MIA Clary ad andare a letto con lui!" La sua voce venne smorzata da quella di Isabelle, che puntualizzò: "Eh no Jace, diciamo come stanno veramente le cose. Ha proposto ad entrambi di unirvi a lui. Scusa eh, ma non negare."
 Esasperato il biondo guardò con aria furente prima la fata e poi la mora. "E va bene, madame, come vuole lei. Questo maniaco sessuale cianotico ha ci ha proposto una cosa a tre! Ma per l'Angelo, che schifo! Come si farebbe ad accettare?"
 "Magari è bravo..." intervenne Magnus, con una delle sue solite idiozie.
 "Magnus!" lo ripresero contemporaneamente Alec, Jace e Izzy.
 "Ohh, finalmente qualcuno che è aperto a queste cose..." fece il ragazzo azzurro.
 "Tu chiuditi quella ciabatta e stai zitto, pervertito!" lo fulminò Jace.
 "Che modi! Ragazzo, tu sei così aggressivo perché sei in astinenza, ne sono sicuro. Da quant'è che tu e la tua ragazza non vi concedete un po'... UN BEL PO' di sano sesso ristoratore? Fa bene farlo, sapete?"
 Clary e Jace sgranarono gli occhi allibiti, poi lei divenne ancora più rossa e imbarazzata. "N-noi..." tentennò il cacciatore, ma Isabelle lo interruppe. "Eh, è una storia complicata e lunga."
 Ci fu un attimo di silenzio tra il gruppo, ma poi la ragazza riprese a parlare, riacquistando il tono indignato (e seccato per non essere stata lei a ricevere quelle avances) di poco prima. "Magari se provavi a proporlo a noi" e prese per la vita il Diurno "avresti potuto ottenere una risposta affermativa, non è vero Simon?"
 Lui la guardò stranito e cominciò a balbettare parole sconnesse e senza senso che convergevano in quello che suonava come un "no, non credo proprio."
 Prese la parola lo stregone.
 "O in alternativa ci siamo noi. Sai, dovresti vedere l'effetto che hanno a letto le rune della res..."
 "Magnus!" lo fermò il cacciatore moro. "Non ci provare. Non. Dirlo."
 "Come sei noioso Fiorellino... Uff."
 Gli altri nel frattempo avevano ripreso a parlare animatamente, senza badare alla conversazione che stavano avendo i due.
 "Anche mezz'ora fa pensavi che io fossi noioso? Perché, lasciamelo dire, non sembrava che tu ti stessi annoiando." ribatté Alec facendosi sentire solo dal suo ragazzo, che esibì un sorriso malizioso e sornione. "Oh no, Alec. Tutt'altro." Rispose passando l'unghia smaltata dell'indice lungo tutta la colonna vertebrale del Nephilim, provocandogli un brivido che cercò di nascondere.
 Magnus gioì dentro di sé nel sapere che era lui stesso a procurargli quelle sensazioni. Il suo flusso di pensiero venne bruscamente interrotto da Jace. "Bene, noi leviamo le tende. La prossima volta, Stregone, dovresti selezionare meglio i tuoi invitati."
 Il figlio di Lilith in questione, inarcò le sopracciglia. "Mi stai consigliando di far svolgere dei test d'ingresso per le mie feste?"
 In risposta ottenne solamente uno sbuffo denigratorio e un'occhiata sbieca. Il biondo poi prese per mano la sua ragazza, che non tentò minimamente di opporre resistenza. "Ci vediamo Magnus." fece la rossa, venendo seguita a ruota da Isabelle e Simon.
 "Devo andare anche io, Mag. Mi dispiace..."
 "Sì, lo so Alec. Ma è ancora presto, non puoi rimanere un pochino di più?" disse con gli occhi da cucciolo lo stregone. Alec si intenerì talmente tanto a vederlo così che stava quasi per cedere e acconsentire, ma il Nascosto lo baciò. Quando si staccarono gli diede un colpetto sul braccio, sussurrandogli nell'orecchio un "vai, ora". Si scambiarono un sorriso leggermente mesto, ma erano fiduciosi nel fatto che avrebbero potuto vedersi il pomeriggio dopo.
 Il cacciatore si unì al gruppetto, che stava già uscendo dalla porta del loft, intento a mettere più distanza possibile tra loro e quella fata.
 Una volta fuori, Alec si accorse che la temperatura era calata parecchio; rabbrividì e affondò le mani nelle tasche dei pantaloni, con i pensieri che ritornavano alla serata appena trascorsa con Magnus.

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