Grazie

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13 luglio 2021

<<Sono a casa!>> esclamo non appena apro la porta di casa mia. Whisky e Micia mi corrono immediatamente incontro, ma non appena vedono Giacomo dietro di me, la loro attenzione si sposta su di lui.

<<Anna!>> Ambra saltella verso la porta con in mano una vaschetta di gelato e un asciugamano in testa a mo' di turbante, inutile dire che la scena è esilarante.

Alessia spunta dalla cucina con solamente la testa, ma quando realizza che sono io, esce e viene ad abbracciarmi assieme ad Ambra.

<<Oh Giacomo... ci sei anche tu...>> balbetta la castana incrociando il suo sguardo con quello del mio migliore amico.

<<Sì, ho accompagnato Nali e sono passato a salutarvi, come state?>> risponde lui dando un bacio sulla guancia a entrambe le mie sorelle.

<<Bene... direi bene, sì>> anche Ambra balbetta e la cosa è troppo strana, lei che è sempre sicura di qualsiasi cosa fa, va in panne davanti a me e Giacomo.

<<Ragazze, cosa mi state nascondendo? Ve l'ho sempre detto che non siete brave a recitare e mentire>> dico a questo punto incrociando le braccia sotto al seno.

<<Noi? Assolutamente niente!>> risponde immediatamente la bionda, ovvero Ambra. L'occhiata che Alessia rivolge verso la cucina, però, manda in aria il loro piano di nascondere qualunque cosa.

Decido, così di entrare in cucina a passo spedito, cosa potrà mai esserci di tanto strano? Guardo a destra, verso i fornelli, e non c'è niente di strano. Il mio sguardo si sposta a sinistra, verso al tavolo con i divanetti, e lì sento come mancarmi la terra da sotto i piedi.

<<Ciao...>> sussurra Gianluca puntando i suoi occhi scuri nei miei.

<<Gianluca? Cosa ci fai qui?>> chiedo aggrappandomi all'arco che divide il salone dalla cucina come se potessi cadere da un momento all'altro.

<<Alessia mi ha contattato per sapere come stessi dopo tutto quello che è successo e mi ha invitato a pranzo>> risponde lui torturandosi le mani in modo nervoso.

<<Oh, ok...>> sussurro avvicinandomi al tavolo <<Possiamo parlare per favore?>> gli chiedo provando ad accarezzargli il dorso di una mano.

Appena, però, la mia pelle sfiora la sua, ritrae la mano come se gli avessi dato la scossa e distoglie lo sguardo dal mio puntandolo verso la finestra <<Non ne ho voglia adesso>> pronuncia a denti stretti <<e non chiedermi quando ne potremo parlare perché non lo so>> mi anticipa.

<<Gianluca. Ti prego>> dico sedendomi di fronte a lui in modo che sia praticamente obbligato a guardarmi <<Hai detto che non sparivi dalla mia vita di punto in bianco>>

<<Infatti, non l'ho fatto. Sono qui, non vedi? Non sono sparito>> alza il tono di voce evidentemente frustrato da questa situazione e, purtroppo, non posso biasimarlo.

<<Con quella frase sembri intenzionato a farlo, però>> obietto io.

<<Cosa dovrei fare, Annalisa?>> si alza dal divanetto in modo da sovrastarmi completamente e incutermi timore <<Dovrei perdonarti all'istante? Fingere che non sia successo niente? Non so se ti rendi pienamente conto di cosa sia successo a Londra. Mi hai tradito Annalisa, questa è l'unica verità, puoi metterla come vuoi ma la verità è questa>> 

<<Pensi che non l'abbia capito che abbiamo sbagliato, Gianluca? Un po' di cervello ce l'ho ancora. E come ti ho spiegato per messaggio, me ne pento. Non del gesto che ho fatto ma del momento in cui l'ho fatto. Ti sono mancata di rispetto, ne sono consapevole. Credimi che non potrei essere più pentita di così. Sei arrabbiato ed è comprensibilissimo, lo sarei anche io a ruoli invertiti, ma ti prego di non scomparire dalla mia vita>>

<<Ho bisogno di tempo, l'unica cosa che riesco a dire, e penso sia ormai ovvia, è che è finita. Mi hai spezzato il cuore e sotto questo punto di vista non voglio più avere niente a che fare con te, io ti amo Annalisa ma tu ami lui. Devo stare del tempo solo, è l'unica cosa che mi potrebbe aiutare a stare bene>>

Di slancio lo abbraccio appoggiando la testa sul suo petto. Lui, però, non mi stringe e questo mi fa veramente capire quanto lo abbia ferito. Una lacrima mi solca la guancia destra e si deposita sulla maglia nera del ragazzo che sto abbracciando. Mi stacco da lui e lo guardo un'ultima volta prima di vederlo uscire dalla stanza e andare verso l'ingresso dove, in teoria, dovrebbe esserci ancora Giacomo. L'unica cosa che mi tranquillizza momentaneamente, è il non vederlo, non so dove sia in questo momento ma l'importante è che non sia nel raggio di vista del romano.

Mi appoggio allo stipite dell'arco e della cucina e osservo tutta la scena fin quando non esce da casa mia lasciandomi un vuoto nel petto, è stato innegabilmente importante e perderlo sarebbe straziante, non sono pronta.

<<Dov'è Giacomo?>> chiedo alle mie sorelle asciugandomi le lacrime con il dorso della mano.

<<È salito in camera tua e ti ha già portato su tutto. Pensava non fosse il caso di incontrare Gianluca dato le urla che facevate>> risponde Alessia.

<<Ok...>> singhiozzo iniziando a salire le scale per andare in camera mia.

Quando apro la porta della mia stanza, Giacomo è lì, indaffarato nel mettere in ordine le cose che mi ero portata per questa breve gita.

Sorrido alla scena che mi si è già presentata davanti agli occhi più volte e il mio cuore batte sempre più forte, possibile mi sia rendendo conto solo ora dell'effetto che mi fa questo ragazzo?

<<Nali... ho sentito tutto e pensavo non fosse il caso di farmi vedere da lui, così sono salito e ho iniziato a sistemarti le cose che avevi portato via>> dice mostrandomi un libro che avevo inserito nello zaino.

<<Grazie, Giacomo>> sussurro asciugandomi le ultime lacrime che mi scendono dagli occhi.

<<E di cosa? Sai che mi piace riordinare>> alza le spalle sorridendomi imbarazzato.

<<No>> rispondo avvicinandomi alla sua figura <<Non per questo. Per esserci sempre, per sapere sempre cosa fare in ogni situazione con me, per tutto. Sei la mia persona nel mondo>> mi stringo tra le sue braccia. I nostri volti sono a pochi centimetri l'uno dall'altro.

<<Io l'ho sempre saputo che tu fossi la mia>> sfrega il suo naso contro il mio e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, combinazione di cose che mi fanno chiudere gli occhi e abbandonare al suo tocco, e in men che non si dica le nostre labbra sono attaccate e si assaggiano come da tanto tempo avrebbero voluto fare mentre, nel mio stomaco, scoppiano mille fuochi d'artificio peggio che a capodanno.

L'amore tra un libro e un calcio d'angolo || a Giacomo Raspadori storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora