Trainee (V)

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Nel corso della sua carriera scolastica Seon Wonbin ne aveva combinate di tutti i colori. Tempo prima, quando frequentava ancora la scuola media inferiore, aveva ricoperto di vernice l'automobile di una professoressa che detestava e sarebbe stato espulso il giorno stesso se i suoi genitori non fossero stati tra gli studenti preferiti del preside quando questi era ancora un insegnante. Un'altra volta era stato beccato a fumare in un'area della scuola dove stavano facendo dei lavori di costruzione e se il capo cantiere non avesse accettato i soldi che lui e gli amici avevano raccolto per comprare il suo silenzio avrebbe dovuto cambiare istituto.

Di solito quando copiava a un esame, fumava o beveva di nascosto, non pensava alle conseguenze. Era sempre stato molto impulsivo, ma per un motivo o per l'altro se l'era sempre cavata. Mai fino a quel giorno si era però ritrovato a mettere a rischio qualcosa a cui teneva davvero. Choi Daepyo, il suo migliore amico, aveva una visione della vita molto simile alla sua prima che diventasse un trainee, per questo avevano legato subito. Come lui veniva da una famiglia all'apparenza perfetta, ma piena di contraddizioni, era figlio unico e non si era mai sottomesso al giogo dello studio. Così come a Wonbin piaceva la musica, a Daepyo piaceva disegnare ed era discretamente bravo, anche se il genere creepypasta non aveva molto seguito. Daepyo, però, non stava mettendo a repentaglio un contratto con una casa discografica.

Il giorno prima si erano sentiti via Kakao, perché Wonbin aveva dovuto saltare le lezioni a causa della prova costume per lo showcase, e la sera aveva dovuto partecipare a quella stupida cena con l'agenzia. Daepyo gli aveva confermato che si era visto con l'hacker e avevano scaricato insieme i test dal server della scuola su quel cellulare di cui si erano poi subito liberati. L'hacker aveva stampato una copia cartacea con una stampante blutooth in modo da non lasciare alcuna traccia. Dato che era troppo rischioso portare quei fogli a scuola, Wonbin sarebbe andato a casa di Daepyo per fare il punto della situazione e iniziare quanto prima a memorizzare le risposte.

«Ho dato un'occhiata e non pensare che sia semplice imparare tutto a memoria» gli aveva anticipato l'amico.

«Possiamo non parlarne a scuola, per cortesia?» lo azzittì subito Wonbin.

«OK, OK, tranquillo. Ti assicuro che l'hack- che quel tizio non ha voluto sapere niente di noi, neanche il mio nome. Non penso ci sia modo di risalire in alcun modo a noi...»

«Bene» tagliò corto Wonbin.

Il resto della mattinata volò. Il ragazzo non riuscì a concentrarsi su nulla, spostava incessantemente lo sguardo dalla lavagna, alle chiome degli alberi nel cortile, alle teste chine dei suoi compagni. Gli esami erano dietro l'angolo e la tensione era palpabile. Persino durante le pause nessuno si alzava dal banco, ciascuno occupato a ripassare le materie con cui era più in difficoltà. Erano pochi gli studenti che avevano bisogno di studiare poco per passare brillantemente gli esami, gran parte era costretta a trascorrere giorno e notte sui libri, prima a scuola, poi negli istituti privati e infine a casa. Sotto esame diventavano degli zombie che si alzavano dalle scrivanie solo per mangiare e dormire, il minimo indispensabile per avere le energie necessarie a studiare. Anche chi, come Wonbin e Daepyo, non dava peso ai risultati scolastici, sentiva la pressione sociale. Mai come a ridosso degli esami i due amici si sentivano sbagliati, persino Wonbin che aveva già scelto una carriera per cui i voti scolastici non sarebbero serviti a nulla.

A parte qualche sporadica risata, le aule si svuotarono in silenzio e Wonbin in fretta raggiunse la sua bici. Salutò Yongsun evitando di guardarlo degli occhi, e bastò quello a far insospettire l'altro ragazzo.

«Sei agitato per gli esami?» gli domandò quando aveva già un piede sui pedali.

«Eh sì, e se mi bocciassero, hyung

IDOL: Nightmare Bloom [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora