《06》

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Con un'ultima passata di dita la chioma bionda di Jimin era finalmente in ordine.

Era consapevole lo sarebbe rimasta ben poco considerando il fatto che il vento non aveva nemmeno accennato a diminuire, ma voleva comunque provare a prendersi cura del proprio aspetto visto che si sarebbe incontrato con Jungkook.

Per l'occasione aveva deciso di indossare qualcosa che gli donasse, ma senza risultare esagerato: pantaloncini in jeans chiaro al ginocchio e maglietta a maniche corte bianca con una bella stampa colorata sul retro in tinta coi suoi orecchini.

Ovviamente non potevano mancare gli occhiali da sole, ma visto l'avvicinarsi del tramonto aveva deciso di tenerli semplicemente al colletto della t-shirt anziché in viso.

Per finire semplici sandali in cuoio nero lucido.

Aveva trascorso l'intero giorno a pensare a come vestirsi e solamente quando era in doccia mezz'ora prima aveva finalmente deciso cosa mettere.

Adesso però era tutto perfetto: l'outfit gli stava benissimo, si era messo un poco di profumo e di gel nei capelli, si era lavato con cura e si era depilato da cima a fondo -praticamente era di nuovo liscio come un bebè-.

Con un ampio sorriso cercò di nascondere la propria ansia dietro la soddisfazione per il proprio aspetto, ma alla fine si lasciò comunque sfuggire un sospiro.

Non era convinto al cento per cento che vedersi con Jungkook fosse la cosa migliore da fare; d'altronde era rimasto davvero deluso ed arrabbiato quando la mattina se n'era andato lasciandolo da solo con una mezza erezione di cui occuparsi, ma effettivamente il suo amico poteva insospettirsi della sua assenza e venire a controllare...

Per questo in fretta aveva perdonato Jungkook, ma ancora era incerto perché indubbiamente ci avrebbe guadagnato una nottata movimentata e fruttuosa, ma poi?

Il suo essersi preso così tanta cura della propria immagine la diceva lunga su quanto fosse interessato a quel surfista nonostante i modi di flirtare poco ortodossi -lo avevano genuinamente infastidito-, quindi era davvero giusto così?

Era da tanto che qualcuno non lo attirava così tanto e, forse, non valeva la pena di limitarsi ad una scappatella estiva, ma anche volendolo non poteva fare molto altro.

Jungkook abitava a Seoul e ormai Jimin viveva stabilmente in quel paesino costiero a quasi cinque ore di treno... sarebbe stato impossibile mantenere un qualche tipo di rapporto.

Alla fine decise di ignorare i propri dilemmi interiori ed uscì di casa in fretta.

Non si erano dati un orario preciso, ma Jimin pensò che le nove potessero andar bene.

Aveva capito subito il posto in cui Jungkook soggiornava: la via Celeste si era guadagnata quel nome proprio quando una quarantina di anni prima erano state costruite due file di casette a schiera molto graziose contrassegnate da muri celesti.

Non era molto distante da dove abitava lui e infatti impiegò sì e no cinque minuti per arrivare alla propria destinazione.

I palmi gli sudavano per l'ansia e ovviamente era inutile cercare di rimediare ai danni del vento fatti alla sua chioma: doveva entrare e basta, era pronto!

Si fece forza stringendo i pugni e col cuore in gola suonò al citofono trattenendo il respiro.

"Buonasera Jimin-hyung!"

Oh porca puttana.

No, non era affatto pronto a incontrare Jungkook, non così con addosso soltanto pantaloncini da ginnastica e grembiule a scacchi sopra il petto nudo -probabilmente scelta fatta apposta per torturarlo-.

Ghiaccioli All'Arancia [KOOKMIN]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora