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ELODIE.

—Sei sicura che sia una buona idea?— chiese Thomas Handry, il mio ragazzo, dallo schermo del mio cellulare. Ero fuori l'aeroporto di Richmond, nello stato del Virginia, Stati Uniti, atterrata da un paio di minuti e stavo aspettando il taxi che mi avrebbe condotta al mio appartamento.

Bè, non ero sicura che tutto questo fosse davvero una buona idea, ma sapevo che era quello che andava fatto.

Avevo accettato un lavoro come guida turistica nella stessa città in cui le sorelle che non vedevo da anni vivevano. Ironia della sorte? No. Soltanto io che volevo rientrare nelle loro vite. O almeno, ci volevo provare.

Con una laurea triennale in scienze del turismo, oramai ero pronta per immergermi nel mondo del lavoro e smetterla di fare tanto affidamento sulla mia parte di eredità che mio padre mi aveva lasciato.

Ero pronta a rendermi indipendente e quel conto in banca, sarebbe stato usato solo in casi di emergenza.

Certo, sarebbe stato molto più logico che io cercassi lavoro in Australia, precisamente a Perth, la mia città natale, dove avevo già diverse informazioni su alcuni dei monumenti più importanti, visto che ero sempre stata un'appassionata di cultura. Infatti, prima di trasferirmi, Thomas si era dovuto sorbire settimane in cui avevo studiato gli appunti che mi erano stati mandati su alcuni dei monumenti importanti di Richmond, per essere pronta alla perfezione. Ma, come avevo già detto, dovevo cercare di riappacificarmi con le mie sorelle: Eloise, la maggiore, ed Evelyn, la minore. Io ero quella di mezzo.

—Sì, Thomas, è una buona idea. A meno che tu non abbia pensato a qualcosa di migliore, che mi permette di rimanere in Australia con te e allo stesso tempo, di ricucire il rapporto con le mie sorelle— gli dissi, iniziando a spazientirmi per il ritardo del taxi.

In più, avevo detto ad Eloise che sarei stata a Richmond, quando lei mi aveva richiamata per dirmi che lei ed Evelyn erano disposte ad incontrarmi, non potevo venire meno alla mia parola.

Lui sospirò e lì capì quanto sarebbe stato difficile stare separati. Lui era stato la persona che più di tutti mi aveva supportata, in tutto. Ci eravamo conosciuti appena avevo messo piede all'università di Sydney, la città dove avevo vissuto dopo essermene andata di casa a 18 anni. All'inizio eravamo stati amici, poi le cose si erano evolute ed era diventato il mio uomo, una delle persone di cui mi fidavo di più. Eravamo andati a vivere insieme al secondo anno e nonostante avessi stretto legami con altre persone, Thomas era stato l'unico rapporto duraturo della mia esperienza universitaria. Ora avevo 22 anni e un nuovo capitolo della mia vita stava iniziando. Tutto era diverso, io ero diversa.

—Elo, lo sai che ti sostengo in qualsiasi scelta tu faccia. Vorrei solamente che questo piano di riallacciare i rapporti con le tue sorelle, non comprenda dover vivere dall'altra parte del pianeta— disse Thomas, stravaccato sul divano in cui ci eravamo stesi tante volte a fare maratone di Stranger Things per tutta la notte.

Sospirai, guardando il mio bellissimo ragazzo con un po' di malinconia. I suoi occhi blu mi guardavano con tristezza attraverso lo schermo, i suoi capelli neri corti erano ancora umidi perché era appena uscito dalla doccia, dopo l'allenamento di hockey (oramai era un giocatore professionista). Il suo piercing al naso era esattamente al suo posto, visto che se lo toglieva quando andava agli allenamenti (non sapevo per quale assurdo motivo). Infine, guardai il tatuaggio che si era fatto una settimana fa sul collo, in aggiunta agli altri che aveva sparsi sul corpo.

—Thomas, ne abbiamo già parlato...

—Lo so, ma non posso sentire la mancanza della mia ragazza, quando fino a ieri, ero abituato ad averla sempre intorno?

My Only DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora