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ELODIE.

Non avrebbe dovuto saperlo da Thomas.

Odiavo tutto questo. Sembrava che avessimo appena trovato un punto d'incontro, ora tutto poteva vacillare di nuovo. Aveva il diritto di sapere, ne ero consapevole, avevo paura, però, della sua reazione.

—Allora, non che mi dispiaccia abbracciarti, ma hai intenzione di dirmi qualcosa?— mi chiese, continuando a stringermi a sé e ad accarezzarmi i capelli.

—Potrei quasi addormentarmi se continuiamo così— dissi io. La verità era che non volevo affrontare la situazione. Non volevo rovinare il suo buonumore, era la prima volta che lo vedevo così rilassato in mia compagnia e mi piaceva. Davvero tanto.

—Elodie, probabilmente con lui eri abituata a lasciare le discussioni a metà o ad avere la meglio tu, ma mi dispiace, io non sono lui— disse lui, cercando il mio sguardo.

Mi stavo comportando in modo immaturo.

Basta, Elodie.

Mi separai da lui e lo guardai dritto negli occhi —le foto sono state fatte da qualcuno che lavora per mia madre. Lei poi è andata a Sydney per incontrarlo e gli ha fatto vedere le foto. L'ho chiamata per dirle di farsi i cazzi suoi, fondamentalmente, ma lei ovviamente si prende sempre gioco di me, come se valessi meno di zero— spiegai, odiando la sensazione di malessere che sentivo addosso. Non me ne sarebbe dovuto importare minimamente.

Lui mi prese il viso tra le mani —non è vero che vali meno di zero, preciosa. Tua madre non ha la minima idea di chi tu sia o che razza di donna tu sia diventata— mi disse, con un sorriso.

Diamine, era troppo buono per una come me. Perché non me n'ero resa conto prima?

—È incredibile come allo stesso tempo cerchi di farmi sentire meglio e poi continui a chiamarmi 'odiosa'— commentai.

Lui scoppiò a ridere e scosse la testa —okay, okay, credo di essermi divertito abbastanza con questa storia—.

—In che senso, scusa?

Lui mi guardò, ancora con il divertimento negli occhi.

Preciosa non significa 'odiosa'. Ti ho mentito.

Ah, sì?

Alzai le sopracciglia, stupita —come? E cosa significa allora?— domandai.

Lui mi guardò intensamente, per un momento senza dire nulla.

—Significa 'bellissima'. Perché l'ho sempre pensato, sin dalla prima volta che ti ho vista— ammise.

Rimasi a bocca aperta davanti a quella confessione. Quindi, per tutto quel tempo, non mi aveva insultata?

—Non posso crederci— commentai, scuotendo la testa. Lui rise ed io gli diedi un pugno amichevole sul braccio —sei proprio un bugiardo, Hernández— aggiunsi.

Lui rise e mi baciò —ce l'hai con me per la storia delle foto?— gli chiesi, un po' preoccupata —è colpa tua?— domandò lui, sorrisi leggermente e scossi la testa, lui mi scompigliò i capelli ed io mi allontanai da lui.

—Non è stata colpa tua, posso solo odiare ancora di più tua madre. Dopo quello che ha fatto passare ad Evelyn quest'estate, ancora non capisco come una madre possa comportarsi così con le sue stesse figlie— disse, guardandosi intorno.

—Sei il cocco di mamma, eh?— mi avvicinai ai mobiletti della cucina, per prendermi qualcosa da mangiare.

—Sono il principe dei miei genitori, sono figlio unico— ribatté, con orgoglio.

My Only DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora