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ELODIE.

Il locale era pieno di gente.

Era la sera di halloween, esattamente due giorni dopo aver parlato con Julián ed esserci più o meno chiariti.

Ed io ero vestita da una sottospecie di diavolo. Avevo un vestito nero di stoffa aderente, a maniche lunghe che mi lasciava un po' scoperte le spalle, che mi arrivava poco sopra il ginocchio, fasciando il mio corpo come una seconda pelle. In testa avevo un cerchietto a forma di corna, che si illuminava di una luce rossa. Mi ero messa delle calze nere con degli stivali con un tacco basso e, infine, avevo sulla schiena delle piccole ali nere fatte di piume.

Ecco come mia sorella, Lev e Wyn erano riusciti a conciarmi per halloween. Quel pomeriggio, io ed Evie eravamo andate a prepararci nel nuovo appartamento di Eloise, in centro città. Le ragazze mi avevano ancorato alla sedia e mi avevano truccata e pettinata.

I miei capelli biondi ricadevano con delle onde morbide ai lati del viso. I miei occhi, invece, erano ricoperti di un ombretto nero brillantinato, una perfetta linea all'insù di eyeliner fatta da Eloise e un rossetto viola scuro, per completare.

Anche se non lo avevo ammesso ad alta voce, quel look mi piaceva da morire. Mi sentivo proprio bella ed attraente, appena mi ero guardata allo specchio ero rimasta a fissarmi per un po' di minuti, mentre le mie sorelle finivano di prepararsi.

Ora eravamo appena arrivate e stavamo cercando i loro amici. Speravo solo che Lev, Ivy e persino Paige arrivassero a momenti.

Quando passavo, ricevevo alcune occhiate di apprezzamento, cosa che mi faceva sentire più potente, sinceramente, perché per un po' mi ero sentita invisibile.

Mi sentivo bene con me stessa quella sera.

E non stavo pensando né a mia madre né a Thomas.

Mi guardai intorno: il locale era più grande del Blue Ice, si chiamava Darkest Nights ed era un po' più in periferia. Era a due piani, in stile futuristico e c'erano dei led intorno alle pareti che emanavano una luce viola molto intensa. La gente ballava e si strusciava a ritmo di "Mad Hatter" di Melanie Martínez.

Quando finalmente trovammo gli altri, Evie subito li raggiunse, buttandosi tra le braccia di Seb, mentre El rimase con me.

—Tutto bene?— mi sussurrò mia sorella maggiore, che stasera era vestita da pagliaccio. La guardai e le strinsi la mano —andrà meglio, tranquilla— le dissi.

Ci credevo davvero. Dovevo solo smaltire gli avvenimenti degli ultimi giorni, soprattutto per quanto riguardava nostra madre. L'unica cosa che mi faceva preoccupare, ora, era dover dire alle mie sorelle che l'avevo telefonata senza dire nulla.

Quando raggiungemmo gli altri, però, qualsiasi mio pensiero si fermò, perché vidi lui: Julián, travestito da... Vampiro?

Era vestito di nero da capo a piedi, aveva dei segni rossi intorno alle labbra e mi pareva di intravedere delle iridi rosse, quindi delle lentine colorate, poi, intravidi i canini, mentre rideva con Aaron.

Era proprio bello quella sera, il costume gli stava bene...

Cazzo.

Datti una calmata, Elodie.

Poi, come se avesse potuto percepire il mio arrivo, alzò lo sguardo nella mia direzione e posò i suoi occhi sulla mia figura.

Un brivido mi percorse la schiena e non seppi neanche il perché. Era come se il mio corpo non stesse aspettando nient'altro che la sua attenzione.

Che stupida che ero. Ultimamente mi stavo rincoglionendo.

Lo sguardo di Julián si spostò lungo il mio corpo e sentì il bisogno di aggiustarmi il vestito, di tirarlo un po' più in basso.

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