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ELODIE.

—Wyn vorrebbe tanto che venissi, Elodie. Non avevi detto che avevi intenzione di migliorare te stessa? Bene, poter fare nuove amicizie fa parte del pacchetto, dolcezza— mi disse Lev, girovagando per il mio salotto.

Wyn, tramite lui, mi aveva fatto avere un invito per il suo compleanno, cosa che mi aveva lasciata molto spiazzata.

E il compleanno era domani, 8 dicembre.

—Lev, non ho neanche il tempo di farle il regalo. Devo andare a lavoro alle tre e tornerò per le sei. Non saprei neanche che prenderle— ribattei io. Evitavo di sorvolare sul fatto che non avevo intenzione di vedere Julián domani sera.

Lev roteò gli occhi, mentre mi aiutava anche ad addobbare il mio appartamento per Natale. Si era letteralmente imposto in casa mia per l'ennesima volta in questi giorni, visto che aveva predetto il fatto che ancora non mi ero organizzata per nulla.

In effetti aveva ragione. Ma, a mia discolpa, potevo dire che non avevo nessun tipo di decorazione natalizia con me, visto che erano tutte di Thomas quelle che avevo sempre usato...

Perciò, lui mi aveva risolto anche questo problema, portandomi di tutto e di più. Non avevo neanche la minima idea di come avesse fatto e quando gli avevo chiesto se dovevo dargli dei soldi per tutto questo, lui mi aveva guardato come se fosse sul punto di strangolarmi.

—Sul serio? E questo sarebbe il tuo problema? Diciamo tranquillamente che il mio è da parte di entrambi e problema risolto— ribatté la persona che ormai, a tutti gli effetti, potevo considerare il mio migliore amico.

Sospirai, non c'era modo di poter discutere con lui.

—Non fare quella faccia, Elo. Sappiamo entrambi che io sto usando i modi gentili. O preferisci che venga Ivy qui e ti ci trascini con la forza? Non ti permetteremo di rinunciare ad una possibilità solamente per colpa del tuo ex— aggiunse poi.

Scossi la testa, sospirando di nuovo. Scappare da quei due era peggio che cercare l'uscita di un labirinto.

—Non voglio creare tensioni. Domani è dedicato a Wyn— dissi io. Tra tutti gli amici di Evie, lei era quella con cui avevo "legato" di più. Era stata così gentile da invitarmi anche quando non ne aveva alcun motivo, non volevo di certo rovinarle la festa.

Lev si avvicinò e mi mise le mani sulle spalle —e non succederà. Sei una ragazza matura che sa comportarsi. Fanculo gli altri, okay?— mi disse ed io sorrisi. Un sorriso genuino, uno dei pochi che ero riuscita a fare in quella settimana.

—Va bene, hai ragione tu— non sapevo quante volte avessi detto quella frase in questi giorni. Evie ed El erano venute a trovarmi diverse volte e, insieme a Cass, avevamo passato del tempo insieme. Però, ovviamente, Evelyn aveva affidato il compito di sorvegliarmi a Lev, raccontandogli quello che era successo. Inutile dire che il mio vicino di casa aveva preso molto seriamente "l'incarico".

—E brava la mia ragazza! Adesso alza il culo da questo sgabello e aiutami. Stiamo addobbando casa tua, non la mia— mi disse Lev, facendomi alzare letteralmente a forza.

—Casa tua non la dobbiamo addobbare?— chiesi, osservando l'albero che avevamo messo su e controllando cosa mancasse.

—Vado in Russia per Natale. Sto lì per tutte le vacanze natalizie, non c'è bisogno di addobbare casa mia— mi rispose con nonchalance.

—Mh, e lo spirito natalizio come lo senti se non addobbi casa?— domandai, iniziando a mettere un tubo di luci attorno all'albero.

—Tesoro, per me è Natale tutto l'anno. Ma comunque, mi basta mettere un film o una canzone e il gioco è fatto. È molto più semplice di quello che sembra. Mia sorella dovrebbe entrare alla scuola di fotografia e a gennaio è probabile che inizi il nuovo semestre e che quindi sia qui. Puoddarsi che il prossimo Natale lo passeremo da me— mi rispose.

Mi era difficile non notare la sua felicità a riguardo.

—Spero di poter conoscerla, quando verrà— gli dissi, con un sorriso.

Lev ricambiò —Livvy è molto più complicata di te, è timida. Bisogna avere pazienza con lei— mi disse.

Dopo quello, mi raccontò altro della sua famiglia. Mi parlò principalmente di sua sorella, di suo fratello maggiore che studiava in California, dove viveva sua nonna, che era tornata a vivere lì da Mosca, dopo la morte di suo marito visto che lei era americana.

Mi disse alcuni aneddoti della sua infanzia e risi con lui.

Poi, mi parlò anche di come stavano andando le cose con Ivy, anche se non c'era molto da dire, visto che quei due erano dei piccioncini.

—Sono felicissima per voi, davvero— dissi, ma poi sentì un peso sullo stomaco. Ormai sapevo da cosa era causato.

Non l'avevo mai detto ad alta voce, ma Julián Hernández mi mancava. Iniziava a pesarmi questa cosa.

Sapevo che non mi ero fatta sentire perché avevo bisogno del tempo per me. Per rimettere insieme i pezzi e assicurarmi che non fossi peggiore di quello che ero stata a Sydney.

Lo dovevo a lui e a me stessa.

—Quando hai intenzione di sistemare le cose con Julián? Insomma, lo so che hai ancora del lavoro da fare su te stessa, ma ciò non significa che tu non possa avere al tuo fianco il ragazzo che ami mentre continui— disse poi Lev, vedendo il mio repentino cambio d'umore. Lui più di tutti sapeva a che cosa era legato.

—Sarebbe un po' egoista da parte mia pretendere perdono da lui dopo una settimana, dopo quello che gli ho fatto. Sto cercando di non pensare solo ai miei bisogni, come ho fatto con Thomas. Con lui pretendevo che si adattasse a me, ma io non mi sono mai adattata a lui. Con Julián non voglio fare lo stesso errore, Lev, non posso permetterlo— gli dissi e poi, sospirai —lo vedrò sicuramente al compleanno di Wyn, già so che mi ignorerà, ma va bene così. Non voglio fallire con lui, ho troppa paura di farlo soffrire ancora. Non posso entrare ed uscire dalla sua vita come se niente fosse, preferisco aspettare e non sentirmi ancora così fragile— aggiunsi.

Era la cosa giusta da fare. Quello che mi faceva capire che io non ero come mia madre, a differenza di quello che avevo voluto credere. A differenza di quello che lei voleva farmi credere.

Lev mi sorrise, un senso di pace mi invase. Anche se non volevo pensare alla possibilità di perdere Julián per sempre (cosa probabile), sapevo anche che questo era necessario. Dovevo pensare prima a me stessa (sì, ancora una volta) e occuparmi di questi sentimenti che sentivo.

Il mio amico, poi, mi abbracciò —non so qualcuno te lo ha mai detto, ma sono orgoglioso di te, Elodie— mi sussurrò e forse Lev non si rese neanche conto di quanto quelle parole mi fecero tremare.

No. Nessuno me lo aveva mai detto.

Strinsi la presa attorno al suo corpo e lui dovette accorgersene, perché lo sentì fare una risatina fra i miei capelli —guarda un po', sei diventata proprio uno zuccherino— commentò, divertito.

—Sei il migliore amico di cui non sapevo aver bisogno. Grazie per tutto, Lev— sussurrai di rimando. Ci stavamo comportando da sentimentali, ma non importava. La vita era fatta anche di questi momenti, no?

—Cavolo, sto quasi per commuovermi per tutta questa dolcezza che stai mostrando. Migliore amico, eh? E chi lo avrebbe mai detto che questa ragazza che sto abbracciando, è la stessa mia nuova vicina di settimane fa?— commentò, entrambi ridemmo —e comunque, mai avrei pensato che avremmo legato così tanto. All'inizio eri solo la sorella misteriosa di Evie ed Eloise, ma poi ti ho conosciuta meglio, migliore amica—. Mio Dio, voleva farmi proprio farmi piangere, eh?

—Okay, forse è il caso di smetterla. Altrimenti, se Ivy lo viene a sapere, è molto probabile che mi faccia saltare la testa— dissi, separandomi dal mio ormai migliore amico.

Rise di nuovo —tranquilla, si fida moltissimo di entrambi. Ma comunque preparati ad averla intorno tutto il giorno domani. Lo prenderà come un compito personale quello di prepararti per la festa— mi avvisò.

Aggrottai la fronte —ma posso prepararmi benissimo da sola— constatai.

Lev scosse la testa —prova a spiegarlo a lei—.

Quella frase non portava nulla di buono. Ma non potei evitare di sorridere lo stesso.

My Only DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora