||💞Chapter Eleven💞||

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Domenica. Il mio giorno libero.

Ero beatamente stesa sul divano con affianco un pacchetto di patatine al formaggio e una lattina di Coca Cola zero mentre steso sulle mie gambe ci stava il mio gattino Spring.
Finito di vedere l'ultimo episodio di Chicago Med decisi di guardare il telegiornale per informarmi un'attimo su quello che stava accadendo a Tokyo in questi giorni.

Stavo per vomitare, in primo piano sullo schermo della televisione ci stava la foto della detective Hirimi Matsuoka che a quanto pare era stata brutalmente assassinata la sera prima.
Presi istintivamente io cellulare e chiamai Luna, non rispose, la chiamai un'altra volta ma a rispondermi fu la segreteria.
Luna conosceva Hirimi da anni, si erano diplomate insieme all'accademia di polizia e successivamente lei si era presa un master in investigativa.

Corsi rapidamente fuori di casa, fortunatamente abitavo vicino al centro e per arrivare alla stazione di polizia ci impiegavo 10 minuti a piedi... 5 se correvo come stavo facendo ora.

Spalancai le porte d'ingresso della stazione e mi precipitai davanti alla segreteria.

"Sono qui per parlare con l'agente Luna" dissi con il fiatone, le mani saldamente incollate al bancone della segreteria mentre i miei occhi erano puntati sulla povera segretaria di fornire a me.

"È impegnata ora" mi rispose lei mentre masticava un chewing-gum.

"La prego è urgente" insistetti.

"Le ho detto che è impegnata"

"Non sono impegnata" la voce dietro di me era decisamente quella di Luna, il suo tono caldo e familiare lo avrei riconosciuto anche nel bel mezzo di una folla.

"Agente Luna pensavo che lei fosse nel bel mezzo di un indagine" la segretaria era nervosa.

"Y/N vieni con me" Luna mi prese per un braccio e mi trascinò dentro il suo ufficio.

L'ufficio di Luna era semplice, i miei erano decorati con una carta da parati bianca, il pavimento in legno di quercia rendeva l'ambiente più caldo e accogliente, la scrivania posta al centro della stanza era piena di scartoffie, sembrava che non la pulisse da anni.

"Che ci fai qui?" La mia migliore amica si sedette su un divanetto rosso situato nel lato sinistro dell'ufficio.

"Ho visto alla TV quello che è successo alla signorina Matsuoka" abbassai lo sguardo per non incontrare quello di Luna.

Lei sospirò.

"Guarda" prese dalla tasca della giacca un mucchio di fotografie e le rovesciò violentemente sul tavolino in vetro posto di fronte a lei.

Mi avvicinai per poter osservare meglio le foto e non appena le vidi rabbrividì.

Su quei pezzi di carta era raffigurata la scena del crimine, dovevano essere fotografie recenti perché la carta era molto luminosa e i colori sembravano più accesi.

Vidi tutto il crimine attraverso quelle foto; il corpo di Hirimi era coperto di sangue, di lividi e di graffi, il suo cardigan giallo pastello era strappato e rovinato la gonna bianca ricoperta di polvere non era nemmeno stata chiusa come per fare vedere agli agenti che oltre ad essere stata massacrata Hirimi è stata anche violentata.
Una scena veramente cruda e ai limiti della cattiveria umana era stata raffigurata all'interno di quelle fotografie.

E Luna aveva deciso di farmele vedere.

"Perché mi fai vedere tutto ciò?" Gli posi la domanda mentre prendevo posto a sedere di fronte a lei.

"Sai chi è stato?" Alzò lo sguardo e lo pose su di me, i suoi stupendi occhi neri erano puntati su di me e io mi sentivo tremare l'anima.

Chi poteva aver compiuto un gesto del genere?

Immediatamente realizzai, il mio corpo si pietrificò, ero immobile con le mani che afferravano saldamente il cuscino della poltrona, mi sentivo che se avessi mollato la presa sarei caduta in un abisso di realtà, una realtà che non volevo vivere...una realtà alla quale non volevo credere.

"Sono stati loro?" Mi riferivo alla Bonten, mi riferivo al gruppo per il quale lavoravo, mi riferivo alle persone che fino a qualche secondo fa consideravo miei amici, mi riferivo a loro e a nessun'altro.

"Non loro... Lui" Luna tirò fuori un'altra fotografia dalla sua giacca e me la porse.

La afferrai con delicatezza, avevo paura di poterla rovinare.
Sgranai gli occhi non appena vidi che cosa c'era raffigurato in tale immagine.

Immortalato in quella foto ci stava lui, Sanzu Haruchiyo, era dentro un ascensore con due cadaveri insanguinati alle sue spalle, con la mano sinistra reggeva una katana intrisa di sangue mentre con la mano destra stava facendo un dito medio alla videocamera,
Indossava una mascherina nera che gli copriva le cicatrici poste ai lati della bocca, portava dei guanti dello stesso colore in modo tale che non si sarebbe potuto sporcare le mani a differenza dei guanti la camicia bianca era sporca, coperta di polvere e macchie di sangue.

"È stato lui vero?" Sentivo le mani pesanti, quella fotografia pesava molto più di quanto potessi immaginare.

Luna annuì lentamente con il capo prima di strapparmi dalle mani quella immagine così pesante.

"Me ne torno a casa" con tutte le forze che avevo mi alzai dalla poltrona; il mio corpo era contrario a tale gesto, voleva rimanere fermo lì per poter chiedere risposte, voleva sapere tutto dell'accaduto ma nello stesso momento non volevo sapere niente perché era a conoscenza del fatto che non sarebbe stato in grado di reggere tutto quello che Luna aveva da dirgli.

"Ti accompagno" la mia amica fece per alzarsi ma la fermai in tempo.

"Non serve tranquilla" mi stampai sul volto il sorriso più finto che potessi fare in quel momento.

"Come vuoi tu" Luna si alzò per aprirmi la porta dell'ufficio, la abbracciai e mi diressi all'uscita della stazione.

Cuffiette che facevano partire le canzoni di Olivia Rodrigo a tutto volume e la luce del sole che tramontava mentre mi baciava il viso erano la combinazione perfetta per il ritorno.
Ero andata fino alla stazione correndo e ora stavo tornando a piedi.

Ancora non riuscivo a metabolizzare quello che era successo quel pomeriggio, ero perfettamente a conoscenza del fatto che Sanzu non era un santo e che aveva l'indole dell'assassino nel sangue, ma non pensavo che fosse in grado di commettere una atrocità del genere ad una ragazza innocente.

"Y/N giusto?" Una voce alle mie spalle mi colse di sorpresa.

Mi levai le cuffiette e successivamente misi in pausa la canzone.

"Si sono io" risposi cautamente.

Non riuscivo a vedere il viso della persona di fronte a me perché era coperto da una mascherina chirurgica nera, indossava anche un cappuccio che gli copriva gli occhi.

"Perfetto" lo sconosciuto si mise una mano in tasca e prese un fazzoletto in tessuto bianco.

"Lei chi è?" Domandai indietreggiando, non avevo un buon presentimento riguardo quell'uomo.

"Oh lo scoprirai" Lo sconosciuto corse verso la mia direzione e mi afferrò violentemente mentre mi trascinava in un vicolo, non feci in tempo a gridare aiuto che mi tappò la bocca e il naso con il fazzoletto bianco.

Iniziai a vedere tutto nero e in quelli che sembravano pochi secondi persi conoscenza.

||The Med|| SanzuxY/NDove le storie prendono vita. Scoprilo ora