Arrivai nuovamente alla villa in bicicletta, suonai e, per la seconda volta in due giorni, mi venne ad aprire lui.
- Buongiorno.
Ancora una volta, il mio sorriso non venne ricambiato e forse nemmeno apprezzato.
- Non ha con lei nessuna valigia?
Quella domanda mi stupì non poco. Pensai di aver capito male e gli chiesi educatamente di ripetere.
Per la prima volta, lo vidi sorridere, anche se in modo beffardo, quasi avesse capito dai miei occhi il motivo della mia confusione.
- Sul contratto che ha firmato ieri c'era scritto tutto. Ha una sua stanza al piano di sopra, in cui stare durante la notte nel caso in cui avessi bisogno di straordinari particolari in qualsiasi momento della giornata.>>Rimasi di stucco. Ero stata così stupida da non aver minimamente letto ciò che mi sarebbe spettato. Avrei avuto qualche altra sorpresa di lì a poco?
- In ogni caso, troverà la sua divisa nella camera a lei assegnata, l'ultima in fondo al corridoio al piano superiore, insieme al piano di pulizie della settimana. Se dovesse chiedermi qualcosa, mi può trovare nel salotto ma cercate, per piacere, di non disturbarmi troppo perché ho lavori importanti da portare a termine.
- Certo - risposi questa volta seria.
Lo guardai allontanarsi verso il salotto e pensai a quanto se la tirasse in modo esagerato; come se solo lui fosse un gran lavoratore.
Chiusi la porta alle mie spalle e mi precipitai al piano superiore.
Avrei dovuto avvertire Hannah ma non in quel momento.
Trovai una busta nera contenente dei vestiti sul letto matrimoniale con le coperte verdi che avevo trovato davanti a me appena entrata e, di fianco, un foglio raffigurante una tabella con orari e zone della casa da pulire. Quella avrebbe dovuto essere la tabella di pulizia.
Aprii la divisa e trovai una camicia nera e una gonna al ginocchio dello stesso colore, oltre a un grembiule bianco da allacciare dietro la schiena. Non mi impressionò ma mi sembrò fin troppo scenica, quasi fosse uscita direttamente da un film.Dopo più di mezz'ora stavo spazzando la parte di pavimento che circondava le scale attraverso cui si saliva al piano superiore.
Le scale stesse le avevo appena lavate ed erano ancora lucide della cera per pavimenti.
Sentii dei passi avvicinarsi a me da dietro le spalle.
- Può spostarsi? Devo prendere un faldone importante nel mio ufficio.
- Ho appena passato la cera, potrebbe essere pericoloso passare subito.
- Ma io ho urgentemente bisogno di quel faldone - mi rispose quasi con tono irritato.
Cercando di essere il più gentile possibile di fronte a quel modo disprezzante di parlare nei miei confronti, gli risposi: - Se per lei va bene, potrei prenderglielo io. So dove ho concentrato maggiormente la cera e rischierei meno di cadere.
- Sì, sì va bene - rispose velocemente guardandosi l'orologio da polso, segno più diretto a me che a sé stesso, che fosse in ritardo - Lo può trovare nel primo cassetto della mia scrivania, l'unico non chiuso a chiave. È contenuto in una cartelletta azzurra. Si sbrighi, per favore.
Non gli risposi. Ero lì da meno di un giorno e già il suo modo di fare imperativo mi dava sui nervi.
Salii il più velocemente possibile, evitando di passare sulla cera ancora bagnata ma lasciando inevitabilmente le impronte delle mie scarpe su tutti i gradini.
Entrai nell'ufficio e aprii, come mi era stato detto, il primo cassetto.
- Non tocchi nient'altro che non sia ciò che deve prendere! - sentii urlare dal piano inferiore.
Mi dava fastidio che, nonostante mi desse del "lei" e mantenesse un tono professionale mi trattasse come una bambina incapace di fare qualsiasi cosa, neanche fosse stato molto più grande di me.
Avevo vent'anni e ne avrei compiuti ventuno quell'inverno, mentre lui sicuramente non ne aveva più di ventisei o, altrimenti, ventisette massimo.
Presi la cartelletta, richiusi il cassetto e scesi con velocità ed evidente stizza.
Al penultimo gradino non feci più caso a dove mettessi i piedi e, per affermare la mia sbadataggine, scivolai in avanti.
Per un momento mi sembrò di sentire la mia faccia schiantata a terra ancora prima di aver toccato il pavimento ma, poi, mi resi conto di essere sorretta da due braccia. Una mano mi sorreggeva per un fianco e l'altra per la spalla.
L'uomo davanti a me non sembrava sorpreso e nemmeno sembrava che stesse facendo fatica a sorreggermi: i suoi muscoli erano tutti tirati (forse anche per il momento d'imbarazzo) ma non mostrava la minima smorfia di fatica. Cercai di muovermi ma non ci riuscii. Le sue mani mi stringevano impedendomi qualsiasi movimento.
- Sapevo che sarei dovuto salire io - concluse.
Smisi di osservare le sue braccia per rivolgere lo sguardo altrove e mi resi conto, solo in quell'attimo, del disastro che avevo combinato lasciando cadere dalle mani la cartelletta: tutti i fogli che conteneva erano sparsi sul pavimento che, essendo ancora umido, li avevi inzuppati di acqua, sapone e cera rendendoli quasi illeggibili.
Finalmente lasciò la presa che aveva salda sul mio corpo.
- Mi dispiace tantissimo! Non era mia intenzione ma quando sono scivolata mi è sfuggita la presa e...
- Tranquilla. Lì ristamperò appena mi sarà possibile.Il telefono fisso di casa squillò più volte dal corridoio e il Signor Cooper si affrettò ad andare a sollevare la cornetta.
Io non mi mossi ma da dove ero riuscii a sentire parte della conversazione, cioè ciò che rispondeva l'uomo che aveva evitato la mia caduta ma, non sentendo ciò che la persone diceva dall'altro capo del telefono, non riuscii a contestualizzare i discorsi.
- Sì, certo, mi ricordo.
Ci fu una breve pausa, probabilmente in cui prese parola l'altro interlocutore.
- Sì, come avevo anticipato, intendo esserci.
Un'altra breve pausa.
- Ah. E come mai è stato anticipato?
Pausa.
- Sì, capisco. Va bene. Grazie di avermi informato.
Chiuse la chiamata in modo brusco, sbattendo la cornetta con forza.
Lo vidi da lontano portarsi una mano alle tempie, come se improvvisamente gli fosse venuto mal di testa.
- Sta bene? - chiesi.
- Sì. Può raccogliere e buttare le carte a terra? Gliene sarei grato.
- Oh, sì. Certo.
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Il mio capo
RomanceIn revisione - Ashley sta cercando lavoro, fino a quando non lo trova come donna delle pulizie in una villa di un certo Signor Cooper, un uomo bello tanto quanto pieno di segreti. 🔴⚠️ Presenza di: 🔴⚠️ - Linguaggio forte; - Riferimenti e scene sess...