Capitolo 12

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Ero ferma da diversi minuti.
Non potevo muovermi.
Mi ero addormentata nel letto insieme ad Alexander la sera precedente e, adesso, il suo braccio mi stringeva la vita.
Sentii un brontolio provenire da dietro la mia schiena.
<<Ashley? Sei sveglia?>>
<<Sì, da qualche minuto>>
Mi girai per smettere di dargli la schiena.
<<Quello che è successo... bhe, si ripeterà?>>
Gli sorrisi ironicamente.
<<Non eri tu a dare gli ordini, ieri sera?>>
<<Non mi parlare così, Bimba>>
Sebbene nessuno dei due avesse risposto, quelle due frasi erano state per noi come un'affermazione.
<<Solo, continuerai a lavorare qui?>>
<<Se a te non darà fastidio>>
<<A patto che quella diventi la tua uniforme>> disse indicando con un cenno della testa il vestito rimasto a terra dalla sera precedente.
Avvicinò la mano, che ancora mi teneva intorno all'addome, alla mia intimità e tracciò i bordi delle mie grandi labbra facendomi sussultare.
<<E a patto che tu non mi disubbidisca e segua le mie regole>> aggiunse penetrandomi con un dito.
Cercai di non reagire per non dargli soddisfazione.
<<Regola numero uno: solo io posso toccarti>>
Uscì da me e rientrò, questa volta, con due dita.
Strinsi i denti.
<<Regola numero due: ti masturberai solo quando avrai il mio permesso>>
Continuò a muoversi nella mia intimità senza prestare attenzione al mio cercare di nascondergli il piacere che mi stava causando.
<<Regola numero tre: sarai pronta a ogni mio desiderio quando ne avrò voglia. Regola numero quattro: ogni volta che mi disubbidirai, sarai punita. Se qualche pratica non ti piacerà o ti sentirai spinta a un limite non sopportabile, dovrai soltanto dirmi di fermarmi due volte di seguito e io ti capirò>>
Sentivo l'orgasmo formarsi man mano all'interno del mio corpo a ogni movimento dentro di me.
Chiusi gli occhi, lasciandomi completamente andare.
<<Chiaro?>>
Annuii lentamente e mi morsi il labbro inferiore tanto da farlo sanguinare.
Iniziò a stimolarmi il clitoride col pollice mentre manteneva ferme due dita dentro di me.
Avevo gli occhi chiusi ma percepivo il suo sguardo scrutare attentamente ogni mia singola reazione.
Si mosse ma continuò a masturbarmi come stava facendo da qualche minuto.
Sentii qualcosa di umido sfiorare la mia intimità più volte.
Gemetti, non riuscendo più a contenermi.
<<Sei buonissima, Bimba>>
Quell'osservazione mi fece arrossire.
Se sue labbra si puntarono tutto intorno al mio clitoride ed iniziatono a succhiare avidamente, facendomi urlare e stringere le lenzuola del letto nei pugni.
Un liquido caldo sgorgò dalla mia intimità durante l'orgasmo.
<<Stai calma, Bimba, non ho finito>> mi disse ironico col sorriso stampato in faccia.
Mi fece alzare e, solo allora, mi resi conto della macchia di bagnato che avevo creato sul letto.
Iniziò a baciarmi e mi spinse fino al bagno, dove mi fece entrare con lui nella grande doccia.
Aprì l'acqua di colpo e mi ritrovai direttamente sotto al getto freddo.
<<È troppo fredda!>>
La frase mi uscì da sola dalle labbra.
<<Questa è la prima punizione per aver preso più di un'iniziativa ieri sera>>
Mosse il rubinetto e l'acqua iniziò a diventare tiepida.
<<Peccato che se non avessi preso nessuna iniziativa non avresti scopato e adesso non avresti una ragazza nuda nella doccia con te>>
Mi piaceva provocarlo ed ero curiosa di sapere quali sarebbero state le altre punizioni. Avevo intuito che l'acqua fredda non fosse una vera e propria punizione come la intendeva lui.
Mi fece girare di schiena e appoggiare le mani alla parete della doccia.
La sua mano arrivò forte e decisa contro il mio fondoschiena.
Un'altra volta.
<<Per far imparare la lezione, alle bambine cattive bisogna dare qualche sculacciata>>
Mi tirò i capelli bagnati per farmi portare la testa indietro.
<<Vuoi che continui?>>
<<S...si>>
Per quanto mi provocassero dolore, a ogni sculacciata sentivo un brivido di piacere prolungarsi lungo tutta la schiena e non mi sarebbe dispiaciuto se avesse continuato.
Ripetè quel movimento per sette, otto, nove volte; fino a quando non si rese conto della mia pelle arrossata.
Mi tirò a sè, fecendo in modo che la mia schiena fosse schiacciata contro il suo petto muscoloso e mi portò una mano alla gola. Aveva capito che quel gesto mi faceva impazzire per la sua possessività e continuava a farlo.
Prese un flacone di bagnoschiuma e mi fece cadere sull'addome del sapone. A contatto con la pelle, quella sostanza fredda mi fece venire la pelle d'oca.
Posò il barattolo ed iniziò a massaggiarmi il corpo, tirandomi più volte i capezzoli e passando più voltè lungo la mia intimità.
Poi passò alla schiena, massaggiando più volte la pelle arrossata dai colpi.
<<Girati>>
Mi voltai guardandolo negli occhi.
Iniziò a baciarmi con foga e mi sollevò una gamba, appoggiandola alla sua anca.
La sua cappella sfiorò più volte la mia entrata.
<<Facciamo un gioco>> disse sorridendo tra un bacio e l'altro <<Se riesci a non gridare mentre ti scopo, la prossima volta ti faccio stare sopra>>
<<Preparati a essere sottomesso>> gli risposi con un largo sorriso.
Entrò di colpo dentro di me.
Lasciai cadere indietro la testa e mi feci violenza per non emettere suoni.
Si mosse fin da subito dentro di me velocemente e con movimenti costanti. Pur di farmi urlare, sarebbe ricorso anche al dolore se avesse voluto.
Ma non ci riuscì.
Dopo lunghi minuti uscì da me appena sentì di essere vicino all'orgasmo.
<<Devi iniziare a prendere un anticoncezionale, Bimba>> disse mentre finiva da solo di masturbarsi.
<<E comunque hai vinto, puoi stare sopra. Ma meriti una punizione...>>
Si avvicinò di più a me e mi prese tra le sue braccia <<...Regola numero cinque: mai nascondere un orgasmo con me>>

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