Capitolo 16

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Percepii il suo corpo muoversi e il suo respiro cambiare.
Girai la testa dall'altra parte per non doverlo vedere durante il risveglio.
Avrei preferito non essere lì con lui in quel momento ma avevo paura che se me ne fossi andata sarebbe potuto succedere ancora.
<<Ashley? Sei sveglia?>>
Non risposi.
<<Ashley? Tutto bene>>
Si avvicinò di più e io strinsi i denti.
Avrei voluto gridare.
Le sue mani sul mio corpo mi sembravano fornaci ardenti che mi bruciavano la pelle a ogni tocco 
<<Ashley, per favore, rispondimi>>
<<Sto... sto bene>> balbettai tra le lacrime che avevano ricominciato a scorrermi.
Dalla notte precedente, non mi ero mossa di un millimetro. Ero ancora appoggiata di pancia sul letto e con le braccia stese sopra la mia testa.
<<Non mi ricordo niente di ieri sera. Cos'è... cos'è successo?>>
Deglutii.
Tirai a sedermi il più lentamente possibile.
<<Bimba, perchè piangi?>>
Si protese in avanti per abbracciarmi ma di riflesso mi spostai in modo che non mi toccasse.
Sospirai rumorosamente tra le lacrime.
<<Mi hai mandato la tua foto a letto con un'altra mentre ero in discoteca, io ti ho inviato una foto mia e di un altro ragazzo e sei andato fuori di testa>>
Scandivo ogni sillaba perché non sarei riuscita a parlare normalmente.
Fissavo il muro davanti a me con sguardo vuoto e non accennai neanche una volta a girarmi verso di lui.
<<Sei venuto a prendermi e...>>
Mi bloccai.
Non ce l'avrei fatta.
Le parole non uscivano. Non riuscivo a parlare.
L'ennesima lacrima scese lungo la guancia sciogliendo quel poco di mascara che ancora non era colato.
<<Ti prego, perdonami, ero completamente ubriaco. Non mi ricordo cos'ho fatto ma ti posso assicurare che neanche dopo litri di alcool mi porterei così facilmente una donna a letto>> cercò di scusarsi.
Sospirai profondamente.
Avevo paura ma neanche quella riuscì a bloccarmi dal riversargli in faccia ciò che provavo.
<<Sei serio? Con me non è sembrato che tu ti sia fatto troppi problemi a scopare, eppure ero la tua donna delle pulizie>>
Deglutii e tutte le emozioni che avevo provato fino a quel momento si condensarono in rabbia verso quell'essere orribile.
Mi alzai dal letto, ancora solo in intimo e col trucco sfatto e mi misi davanti a lui.
<<Durante tutto questo periodo mi hai raccontato solo una sacco di bugie e mi hai trattata come mi hai trattata per avermi solo per te. Hai provato a manipolarmi ma non sono scema. Sapevo che tutto quello che stavo provando con te era sbagliato e mi avrebbe portata a qualcosa di fortemente negativo ma, dentro di me, speravo che non saresti stato l'ennesimo approfittatore>> mi fermai un attimo <<E guarda in che situazione di merda sono finita>>
Lo fissai con gli occhi lucidi.
<<Sarebbe stato meglio non intraprendere un rapporto sessuale.
Non avremmo dovuto cedere e ci saremmo dovuti limitare a una conoscenza normale. Io avrei dovuto farlo. Mi sarei evitata l'esperienza peggiore che potessi vivere>>
Mi fermai non sapendo cos'altro dire.
Allungò un braccio verso di me per porgermi la mano ma ad un movimento così brusco e inaspettato, mi allontanai d'istinto.
Mi resi conto solo in quel momento che perfino il mio inconscio aveva sviluppato una paura viscerale per quell'uomo e, se anche mi fossi sforzata, non sarei riuscita a superarla velocemente.
Si rese conto lui stesso del timore che mi trasmetteva e distolse lo sguardo.
<<Mi dispiace. E non aggiungerò altro perchè non ti obbligherò ad ascoltarmi. Ho sbagliato ed è giusto che questa faccenda trovi una conclusione>>
Era ciò a cui sarei voluta arrivare a parlare io ma, sentirselo dire da qualcun altro così schiettamente e senza filtri, era stato molto peggio di quello che mi ero immaginata.
Intuii che non mi avrebbe più guardata perchè capiva, anche se in modo molto abbozzato, quanto anche solo i suoi occhi sul mio corpo seminudo mi facessero ribrezzo.
Uscii dalla stanza e richiusi la porta alle mie spalle per lasciarlo in solitudine e ritornai nella mia.
Presi il cellulare in mano ed aprii i messaggi. La mia chat con Hannah si aprì immediatamente e mi resi conto che non aveva ancora letto ciò che le avevo scritto la sera precedente.
Iniziai a pigiare velocemente i tasti sullo schermo.
"Dobbiamo parlare"
Aspettai qualche momento, riflettendo su quanto avrei dovuto dirle attraverso cellulare e cosa sarebbe stato meglio raccontarle di persona.
"Il mio letto a casa è ancora libero?"
Col pollice stavo per schiacciare sul tasto invio quando mi bloccai.
Non avevo ancora preso neanche il mio primo mese di stipendio. E se tornata alla vita di prima non fossi riuscita a trovare un altro lavoro? Sarei tornata ad essere una mantenuta a spese della mia migliore amica. Sapevo che non si sarebbe mai lamentata ma non potevo, non era giusto nei suoi confronti.
Cancellai tutto quello che avevo digitato e spensi il telefono, riportandolo sul comodino.
Mi struccai e mi misi una lunga maglia larga.
Prima avrei dormito quanto ne avevo bisogno e poi avrei preso qualsiasi scelta. Non sarebbe stato intelligente prenderne una così stanca e scossa.
Più avanti sarei stata in grado di ragionare.

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