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Tornare in quella casa, quella sera, mi fece bene.
Il profumo da uomo di Alex era diffuso dovunque in tutte le stanze e mi era mancato anche quello.
Quando la porta fu chiusa, le sue mani si posarono sui miei fianchi e mi strinse la schiena.
<<Secondo round?>>
La luce era spenta e lui era dietro di me ma sapevo che un sorriso sornione era spuntato sul suo viso.
<<Se ci tieni...>> feci l'indifferente.
Misi le mie mani sulle sue e le allontanai dal mio corpo.
Feci qualche passo verso il salone e mi avvicinai al divano, mi presi il bordo del vestito e lo sollevai per sfilarlo dalla testa. Lo lasciai cadere sul pavimento.
Continuavo a dargli la schiena e mi slacciai il reggiseno, cercando di fargli vedere il meno possibile fino all'ultimo.
Sfilai le calze a rete rimaste squarciate dal pomeriggio e tolsi i tacchi, rimanendo completamente nuda sotto i suoi occhi.
<<Perchè non ti siedi?>> gli chiesi ammiccante.
Sorrise e si appoggiò pesantemente sul divano con le gambe aperte, già consapevole che sarebbe stata la posizione più comoda.
<<Pensavo che ti piacesse essere posseduta...>>
<<Pensavo che ti piacesse possedere>>
Non rispose, irritato dai miei modi.
Mi sedetti di fianco a lui sul divano in ginocchio.
Il suo corpo ancora vestito, il mio completamente nudo.
Allargò le braccia sullo schienale, un po' per stare più comodo e un po' per aspettare che iniziassi.
Io non feci nulla.
Invece, mi avvicinai al suo orecchio.
<<Oggi hai voluto che mi toccassi da sola, ora fallo tu per me>>
Allungai una mano iniziando a slacciargli lentamente i bottoni della camicia uno per uno, arrivando fino al bordo della cintura, per poi allentare anche quella.
Le sue mani mi giunsero in aiuto e si abbassò i pantaloni.
Iniziò a masturbarsi davanti a me, non guardando il mio corpo, ma solo i miei occhi che lo fissavano dolci e pieni di desiderio.
Iniziai a baciarlo. Quel contatto era diverso da quelli che ci eravamo sempre permessi. Era insistente, ma allo stesso tempo dolce, pieno di preoccupazione e lussuria.
Gli lasciai una riga di lunghi baci fino al collo, dove iniziai a morderlo piano e a succhiare fino a lasciargli il segno.
La sua mano continuava a muoversi e ogni mio tocco lo faceva rabbrividire.
Stava iniziando ad indurirsi e io ancora non avevo neanche sfiorato la sua intimità.
Iniziai a stuzzicarlo passandogli le dita appena sopra il pube e lungo l'attaccatura delle gambe.
<<Cazzo>>
Aveva cercato di stringere il più possibile quell'imprecazione tra i denti per non farla uscire ma non ci era riuscito.
<<Cosa vuoi che faccia?>> gli risposi con fare più che innocente.
Lasciò ricadere la testa indietro e chiuse gli occhi.
<<Non mi piace quando usi le mie stesse carte contro di me>>
Scivolai dal divano e mi inginocchiai sul pavimento freddo, in mezzo alle sue gambe.
<<Sicuro che non ti piaccia?>>
Esitai qualche istante.
<<Allora? Cosa devo fare?>> mi morsi il labbro inferiore quasi fino a farlo sanguinare.
Mentre cercavo di stuzzicarlo in tutti i modi, lui continuava a masturbarsi, come se gli fosse bastata solo la mia voce per raggiungere l'orgasmo.
<<Me lo stai chiedendo per ricatto o per sottometterti?>>
<<Diciamo entrambi>> socchiusi gli occhi, sottointendendo l'ennesima provocazione.
Mi portò una mano dietro alla testa e mi mossi verso la sua asta alla prima pressione.
<<Lo sai che non te lo chiederò>>
Lo sapevo.
Mi avvicinai di più ed iniziai a girare intorno alla cappella con la lingua, per poi iniziare a scendere ancora e ancora e cedere sotto il controllo della sua mano.Lo sentii iniziare a respirare più velocemente, in modo affaticato, segno che fosse ormai prossimo a venore.
Mi scostai dalla sua intimità e lui sbuffò rumorosamente.
Mi tirai su, sulle sue gambe, facendo entrare in contatto le nostre intimità.
<<Mi prometti di non farmi troppo male?>> gli chiesi.
<<Non lo farei mai>>
Portai la sua cappella gonfia contro la mia entrata posteriore e spinsi un poco verso il basso.
Iniziai a percepire la penetrazione immediatamente dentro di me ma mi spinsi di più a fondo.
Appoggiai la testa sulla sua scapola e lasciai che fosse lui a sollevare lentamente il bacino verso di me.
Entrava sfregando contro le mie pareti con sbuffi di piacere e, al tempo stesso, mi massaggiava con la mano il clitoride affinchè io riuscissi a rilassarmi.
Sentivo dolore ma questo, qualche istante dopo, si trasformava in piacere e diventava, oltre che sopportabile, anche bello.Qualche movimento dopo, azzardò dei movimenti più veloci, stando ben attento alle mie reazioni.
Fu in quel momento che mi resi conto che aveva sviluppato una vera e propria paura del farmi male, fisicamente o psicologicamente.
Iniziai, finalmente, a sentire davvero piacere e i suoi movimenti si fecero presto veloci e ricchi di desiderio.
Gemeva in continuazione.
Era quello l'effetto che gli facevo.Dopo quella serata, avrebbe ufficialmente potuto affermare di avermi tolto qualsiasi verginità.
Dopo quella serata, avrei ufficialmente potuto affermare di aver provato sentimenti confusionari per un uomo che avevo sempre considerato - e che mi aveva sempre considerata - come un gioco per i propri istinti sessuali. Non sapevo che sentimenti fossero, ma mi facevano bene.

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Il mio capo
RomansaIn revisione - Ashley sta cercando lavoro, fino a quando non lo trova come donna delle pulizie in una villa di un certo Signor Cooper, un uomo bello tanto quanto pieno di segreti. 🔴⚠️ Presenza di: 🔴⚠️ - Linguaggio forte; - Riferimenti e scene sess...