"Rieccoci nel nostro posto."
"Adesso è diventato nostro?"
Eddie si sedette con un balzo sopra il tavolo e rischiò di cadere, ma si rimise dritto in mezzo secondo. Guardò Chrissy dall'alto con un sorrisino che mise in evidenza le belle rughette ai lati della bocca. "Beh, come ti ho detto sin dall'inizio, non passa mai nessuno... ci veniamo solo noi due. E soprattutto, qui ci facciamo i picnic solo noi due, o almeno credo." Picchiettò sul tavolo con le dita inanellate. Quella mattina si era messo anche un po' di smalto nero.
Chrissy si strinse nelle spalle, e sistemò la giacchetta di cotone bianca e rosa che le copriva perfettamente le forme del corpo, nonostante facesse ancora abbastanza caldo. Eddie aveva intuito che qualcosa non quadrava in certi suoi comportamenti, ma non voleva sembrare invadente. La ragazza si mise comoda sulla panca di fronte al ragazzo, il quale le passò una coca cola. "Vuoi che te la apra?"
"Sì, grazie."
Eddie tirò fuori un apribottiglie, e Chrissy ridacchiò. "Ma quante cose porti in giro? Non hai nemmeno una borsa."
"Beh, se escludiamo la mia fedelissima schiscetta per il pranzo, che oggi non mi serviva... ti ricordo che a noi maschi fanno le tasche nei vestiti."
"...e di solito sono più utili di certe borse che fabbricano per noi ragazze."
"Vero. A volte mi chiedo come cavolo facciate."
Chrissy prese la coca cola ed emise un sospiro rilassato, appoggiando il gomito allo stesso tavolo di legno vicino al quale si erano incontrati diversi mesi prima. Chi l'avrebbe mai detto che da un incontro finalizzato alla vendita di mezza oncia di droga sarebbe derivato un rapporto di amicizia così genuino e profondo? Ormai, quegli appuntamenti erano diventati un'abitudine di cui non avrebbero mai fatto a meno, soprattutto da quando erano iniziate le vacanze. A volte preparavano dei sandwich e li mangiavano lì, altre volte si mettevano a giocare a carte o a qualche gioco alcolico, o parlavano per ore di qualunque cosa passasse loro per la testa, senza particolari filtri o preoccupazioni. Chrissy trovava che perfino il silenzio fosse confortante con lui, ed era una cosa che non le era mai successa se non con la sua migliore amica.
Eddie bevve un po' della sua birra. "Questa è la seconda di oggi."
"Oddio, non esagerare. Può farti male."
Lui si sdraiò lateralmente sul tavolo, lo sguardo allegro sempre puntato su quello di lei. "Nah, sto benone. E poi lo sai qual è il colmo per un metallaro?"
"Non voglio saperlo!"
"Dai, scommetto che ci puoi arrivare."
Chrissy fece no con la testa, e sorseggiò la coca cola.
"È... avere una salute di ferro."
Lei si tappò la bocca piena con una mano, rischiando di sputare tutto. Era una battuta davvero terribile, forse una delle peggiori che avesse mai sentito, ma stranamente qualunque cavolata che Eddie dicesse o facesse per impressionarla la divertiva un sacco, e iniziava a chiedersi se era così che ci si sentisse quando ci si stava prendendo una cotta.
"Okay okay, scusa, ammetto che non avrei dovuto tirare fuori una freddura così eccezionale mentre bevevi."
"Ti odio."
Si misero a ridere per un minuto buono, ricominciando ogni volta che i loro sguardi si incontravano per sbaglio, finché non si ripresero del tutto, senza fiato. Chrissy allungò una mano per sistemare una ciocca dei capelli di Eddie che gli era finita davanti agli occhi. A quel gesto, il ragazzo cambiò espressione e schiuse le labbra, ma poi cercò di ricomporsi in fretta. Non capitava molto spesso che si toccassero. "Vuoi mettermeli in ordine? Buona fortuna. Guarda che se mi sveglio sembrando un levriero afghano in una giornata ventosa non ci sarà nulla da fare, i miei capelli sono magici."
"È normale per chi li ha mossi. E a me piacciono i levrieri afghani." Chrissy girò la sua bottiglia, sbirciando la tabella nutrizionale e mettendosi a leggerla con aria assorta.
Il ragazzo ci fece caso, e rifletté su come distrarla. "Hey uhm, comunque, domani suoniamo. Verrai?"
L'attenzione della ragazza tornò su Eddie. "Certo. Non mi perdo mai le vostre esibizioni, lo sai."
"Uuuh, mi sa che allora adesso abbiamo ufficialmente un seguito di ben... sei persone! Piccoli progressi."
"Già, piccoli progressi."
Ci fu una pausa breve di silenzio disturbato solo dal frusciare del vento tra le foglie e qualche cinguettio.
"Ne stai facendo anche tu di progressi, vedo, sai per... per lui." sussurrò Eddie, con tono incerto.
Chrissy lo guardò con aria interrogativa per qualche secondo, prima di realizzare. "Oh. Sì, eccome."
Jason l'aveva lasciata alla fine della scuola, subito dopo il diploma, e lei aveva preferito non affrontare l'argomento con nessuno, almeno agli inizi. Sua madre con molta probabilità le avrebbe detto che era perché aveva messo su peso, e per quanto riguarda i suoi amici - compreso Eddie - temeva di tediarli o di farli preoccupare, quindi evitò. In fondo, sapeva benissimo che sarebbe successo, e anche quando. Non era stato chissà che shock.
"Sto a meraviglia, davvero." aggiunse. Fece uno dei suoi sorrisi luminosi.
"Te la senti di parlarne? Sai che puoi."
"Sì. Lo so." Chrissy si strinse di nuovo nelle spalle, e guardò altrove. "In realtà lui... " Sospirò.
Eddie aggrottò le sopracciglia. "Lui...?"
"Senti Eddie... è complicato. Non so nemmeno perché stavamo insieme. Anzi, lo so. Era quello che tutti si aspettavano. Io ero la reginetta della scuola... " Virgolettò in aria. "...e lui era il capitano della squadra di basket..."
"Vuoi dire, lo sport in cui bisogna buttare la palla nella cesta del bucato?"
Chrissy scoppiò a ridere. "Dai!"
Eddie sorrise, e la incitò a continuare con un gesto. "Mi piace quello che stai dicendo. Continua."
"Furbacchione." Gli diede una spinta, fingendosi infastidita. "Stavo dicendo... che quello che c'era fra e me e Jason... non era autentico. Tutti si aspettano che la cheerleader più popolare finisca con l'atleta più ambito della scuola. Abbiamo solo dato a tutti quello che volevano, quello che si aspettavano da noi. Io ho dato a mia madre quello che si aspettava da me, come sempre. Non so perché, ma a volte le persone lo fanno, so che è stupido. E non credo nemmeno di essergli mai piaciuta sul serio. Mi ha tradita almeno due volte, da quel che ne so." Non se la sentì di aggiungere «con dei ragazzi», le parve un'informazione troppo personale.
Eddie assunse un'espressione scioccata, portandosi una mano al petto con fare eccessivamente teatrale. "Cazzo. Come lo hai saputo?"
Chrissy si mordicchiò un labbro. "La prima volta l'ho... spiato. Non è giusto, ma a quanto pare ho fatto bene. La seconda... Andy ha detto qualche parola in più a Patrick, e io ero dietro di loro."
"Hai fatto sempre finta di niente?"
Lei annuì, abbassando lo sguardo.
Il ragazzo inspirò, e si mise supino sul tavolo. Rivolse lo sguardo verso le fronde degli alberi che si sfioravano. Tirò fuori una sigaretta e la accese con un po' di fatica, ostacolato dal venticello che continuava a spegnere la fiamma. Offrì alla giovane il primo tiro, imboccandogliela, e poi ne fece uno lui.
"Mi dispiace... davvero."
"È okay. Ormai è finita." Chrissy posò la sua bevanda sulla panchina. Dopo aver letto il numero di calorie, non riusciva più a finirla.
Eddie buttò il fumo in alto. "Lo so, ma mi dispiace che tu abbia sofferto."
"L'ho superata. Forse non ci sono nemmeno stata particolarmente male. Non fraintendermi, gli volevo bene, e lui a me. Ma... non in quel modo. Sapevo che alla fine del liceo avrebbe smesso di dire in giro che ero la sua fidanzata per coprire il fatto che..." Si bloccò. "Uhm..."
"...che è gay?"
Chrissy assunse un'espressione incredula. Eddie puntò gli occhi neri su di lei. Allungò un braccio.
"Non ne vuoi più, di coca cola?"
Lei scosse il capo.
"Sicura?"
"A-ha."
"Nessun problema, la finisco io."
"Okay." Gli passò la bottiglia. "Come lo hai saputo?"
"Intuito. Mi dispiace solo che viviamo in un mondo in cui si è sentito costretto a nasconderlo, e mi dispiace anche che abbia usato te per farlo. È tutto abbastanza triste." Le passò di nuovo la sigaretta.
"Già."
Eddie giocherellò a far roteare la sua bottiglia vuota sul tavolo. Aveva improvvisamente un'aria troppo seria.
"Tu pensi che ci sia qualcosa di male in questo?" le chiese ad un certo punto, e la sbirciò di sottecchi.
Chrissy inclinò il capo da un lato. "I-in che cosa? Nel fatto che io accettassi di fargli da copertura?"
"No. No..."
"Ah... nel fatto che è gay? No. Ognuno è come è."
Eddie si rasserenò, e spense la cicca. Il viso di Chrissy, invece, si oscurò leggermente. "Uhm... me lo chiedi perché lo sei anche tu o simili?"
"Cosa?! No, affatto!" si affrettò a rispondere lui. "No. Io... non so nemmeno se voglio definirmi, in realtà. Sono uno spirito libero." Distolse lo sguardo e scese dal tavolo. Si appollaiò accanto a Chrissy, in una posizione del tutto scorretta.
"E... e cosa ti piace?" domandò lei. Si tormentò le unghie delle mani nascoste per metà dalle maniche giganti.
Eddie pensò a una risposta più sincera possibile. "Le... persone. Mi piacciono le belle persone." Esitò a lungo, e si sentì il viso più caldo del solito. Sollevò una mano tremante e le accarezzò una guancia. Il tepore delle sue dita contrastava in modo piacevole col freddo degli anelli. "Me ne piace una in particolare." Si sforzò di guardarla dritto negli occhi nonostante avesse voglia di scappare dall'imbarazzo.
Chrissy lo fissò, la bocca schiusa in un'adorabile smorfia di stupore. "Io... ti piaccio sul serio?"
"Sì. Tanto. Voglio dire, con te si può parlare di tutto senza sentirsi giudicati. Sei gentile, hai un buon cuore. Inoltre... ridi alle mie battute idiote, dici che i miei sandwich sono buonissimi anche se mi scordo di metterci il sale..."
La ragazza ridacchiò.
"...e hai un sorriso davvero stupendo. Sì, come adesso."
"Beh... tu..."
"Cosa?"
"Tu mi fai davvero stare bene. Dico sul serio. Quando sono con te è tutto così... leggero. Riesci a farmi sentire sia agitata che serena, non so come spiegarlo. So che sembra una contraddizione. Prima di vederti mi sento stranissima, ansiosa, poi ti incontro ed è come se uscissimo insieme da sempre. E il rapporto che ho con te è così... vero. È così vero." Chrissy strisciò sulla panchina e si avvicinò di più a lui, tanto che le loro gambe si toccavano, e si protese con lentezza. Eddie parve intimidito, ma poi si protese anche lui. Socchiusero entrambi le palpebre, e poi si baciarono prima piano, e poi sempre con più foga per diversi secondi, forse minuti. Non ci fecero neppure caso, tanto erano presi l'uno dall'altra. Lei infilò la mano fra i suoi capelli lunghi, e lo tenne per la nuca, continuando ad accarezzargli le labbra con le proprie. Lui si scostò solo per stamparle una serie di bacetti delicati sul lobo e sul collo. Chrissy gemette a bassa voce, gli occhi ancora chiusi; cercò la sua mano e la intrecciò alla propria.
In quel momento preciso, sentirono un suono di passi concitati sulle foglie secche. Si allontanarono e si voltarono entrambi di colpo, un po' sbigottiti alla vista di Dustin che sbucava da un cespuglio borbottando: "Eddie, finalmente! Sono ore che ti telef- oddio. Oh cazzo cazzo cazzo, scusate!" urlò alla vista di quelle due facce paonazze. "Scusate!"
"Chi è?" chiese la ragazza, con tono curioso.
Eddie le circondò le spalle con un braccio. "È Dustin, uno dei ragazzi che giocano al club di Dungeons and Dragons." Lo guardò. "Che dovevi dirmi, amico?"
"Non ci posso credere che tu stai con Chrissy Cunningham! Prima ti sei diplomato, e poi pure questo! Non raccontarmi mai nulla eh, mi raccomando! Ciao Chrissy."
Lei lo salutò amichevolmente con la mano.
"Hey, cosa vorresti dire? Eh? Eh?" Il giovane incrociò le braccia.
"Scherzavo, comunque volevo solo dirti che oggi si unirà un nuovo membro all'Hellfire Club. Indovina un po' chi ho convinto!?"
"La rossa...? Come si chiama, Max?"
"Sì! Incredibile ma vero. La prima volta mi ha liquidato col suo solito sarcasmo, ma stavolta ce l'ho fatta!"
"Ottimo lavoro! Sapevo di poter contare su di voi."
"Il futuro dell'Hellfire Club è qui!" esultò il ragazzino.
Chrissy si rivolse a lui. "Ho letto qualcosa sul gioco e... sembra divertente."
Dustin si girò. "E io, sciocco, che non te l'ho chiesto perché pensavo che i ragazzi più popolari non avrebbero mai accettato!"
"Oh no, io ti avrei detto di sì."
"Specialmente se sapevi che c'ero io." ironizzò Eddie, beccandosi una gomitatina.
Dustin ammiccò nel vedere quella scena. "Beh, io vi lascio, è stato un piacere!" Il ragazzino sparì alla stessa velocità con cui era apparso. Rimasero entrambi immobili e in silenzio imbarazzato per un bel po', finché non udirono la pancia di Eddie brontolare dalla fame e iniziarono a sghignazzare.
"Non ti ci mettere anche tu!" esclamò il ragazzo, rivolto al proprio stomaco.
"Okay, tempo di andare a prenderti un boccone."
Eddie si alzò in piedi e tese le braccia verso di lei. Chrissy si aggrappò alle sue spalle, e lui la prese in braccio, sollevandola con un piccolo grugnito.
"Che fai?"
"Non lo so, mi andava. Lo sai qual è il colmo per la reginetta della scuola?"
"No, non lo so."
"Essere la ragazza di uno svitato."
Chrissy sbatté le lunghe ciglia, e il suo bel viso si illuminò. Abbracciò Eddie, e lo strinse teneramente a sé e gli posò un bacio sulla tempia.
"Mi piace questo svitato."
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I like this freak
RomanceFandom: Stranger Things (Eddie + Chrissy) Hellcheer / Eddissy L'armonia che c'è fra Chrissy ed Eddie è semplicemente surreale. È surreale il modo in cui le loro voci diventano la più splendida musica mentre chiaccherano, il modo in cui i loro corpi...