Laura Cunningham ciabattava avanti e indietro per la stanza di sua figlia, a braccia conserte. Sembrava quasi un soldatino giocattolo telecomandato, e se non fosse stato per la tensione di quella situazione, a Chrissy sarebbe anche venuto da ridere. Ogni tanto, la donna lanciava qualche occhiata verso la schiena della ragazza, la quale era tutta tesa nel tentativo di non sembrare in soggezione.
Ad un certo punto, Chrissy sbuffò, irritata dal suono dei suoi passi, e smise di fingere di giocherellare con il suo cassetto del materiale da cancelleria. Afferrò tutte le penne e le rimise a posto, ma quella verde le sfuggì e rotolò per terra.
"Tesoro."
"Hm?"
"Guarda che non abbiamo finito di parlare."
Sua figlia alzò gli occhi al cielo e fece ruotare la sua sedia girevole. "Voglio essere lasciata in pace. Per favore."
"Ti lascerò in pace dopo che avrai almeno capito perché ti sto dicendo di stare lontana da lui e dal suo gruppetto punk."
"Metal, mamma. Metal. E l'ho capito il perché, ma non sono affatto d'accordo. Ora posso stare da sola?!"
"Cos'è questo atteggiamento? Vedi che ti stanno traviando?"
Chrissy aggrottò le sopracciglia, e abbassò il capo. Non aveva tutti torti almeno sotto quel punto di vista. In fondo, aveva iniziato a ribellarsi un po' soprattutto dopo che Eddie era entrato nella sua vita, ma non era qualcosa di negativo.
"Sto... semplicemente iniziando a pensare con la mia testa." Addolcì di poco il tono. "Tutto qui. Prima... facevo tutto quello che volevano gli altri. Non ero felice."
"A me sembravi parecchio felice. Eri un'adorabile ragazza, così solare..."
"Mi sento molto più felice ora e - come hai detto anche tu, ti assicuro che l'hai detto! - entro a casa cantando e sorridendo. Cosa pensi? Che non sono più adorabile perché non esco solo e solamente con figli di medici e politici?"
"Non pretendo che tu esca solo con figli di medici e politici, ma perlomeno non con figli di carcerati."
La giovane si passò le mani sul viso. "Ancora. Mamma... se... s-se io avessi avuto un padre in carcere, credi che non mi sarei meritata di avere, che so... di avere degli amici o..."
Laura si piantò le mani sui fianchi e scosse il capo. "...o una relazione?" Il suo tono, invece, si inacidì molto.
Chrissy abbassò la voce di diverse ottave. "Beh. Anche."
"Oh per l'amor di Dio. Dovevo immaginarlo, è che non ti facevo stupida fino a questo punto. Dimmi che è solo una cotta da niente e non il tuo ragazzo."
Chrissy indietreggiò col busto, come se avesse ricevuto un pugno in faccia. Avrebbe voluto affermare con assoluta certezza di essere abituata a quei termini dispregiativi, ma in realtà non lo era mai stata. «Stupida». «Pappamolle». «Grassona». Perfino «scrofa», mormorato alle sue spalle quando da piccola mangiava molto. Si sforzò di trattenere le lacrime e si voltò di nuovo verso il cassetto. Lo aprì e si rimise a sistemare matite, gomme e pastelli, senza rispondere.
"Ho bisogno di stare d-da sola..."
"Io non posso avere la certezza che questo ragazzo è apposto. Invece Jason... Lui era così perfetto. Sempre ben vestito, atletico, affascinante..."
La giovane strinse una manciata di gomme per cancellare nel pugno, reprimendo la voglia di lanciarle dalla rabbia. "Giuro che non ne posso più di sentir paragonare Eddie a Jason. Lo sai cosa mi faceva Jason? Le corna, mamma. Trecento paia di corna mi ha fatto."
Laura spalancò la bocca e la coprì con una mano con fare lezioso, scandalizzata. "Cosa...!? Ne sei così sicura?"
"Ma certo. Sicurissima."
"Mi sembra impossibile, sinceramente. Magari erano voci, perché sai... una coppia così perfetta... l'invidia della gente..."
"È anche questo che mi dà fastidio! Pensi di sapere più della mia vita e delle mie relazioni rispetto a quanto ne potrei sapere io!?"
"Stai calma, stavo solo cercando di capire."
Chrissy si voltò di nuovo, e rimise a posto gli smalti, per poi iniziare con i CD e i libri, con le mani che tremavano. Sua madre si avvicinò con un sospiro e si sedette sul bordo del letto, gli occhi ancora puntati sulla giovane. "Cara... io... te lo dico per esperienza. Anch'io sono stata innamorata del classico «cattivo ragazzo»." Virgolettò in aria. "È una fase attraverso cui tutte passiamo, prima o poi..."
"Eddie non è affatto un cattivo ragazzo. Anzi."
La madre non la ascoltò nemmeno. "...e sono quelli che ti fanno soffrire di più. Prima ti riempiono di affetto e attenzioni, ti rendono euforica... poi ti tolgono tutto, così tu li rincorri..."
"Lui non ha mai fatto niente di tutto questo. Niente. Mi è sempre stato accanto senza invadere i miei spazi, mi ha dato supporto, affetto, e io ho fatto lo stesso con lui. Prima di essere qualunque altra cosa è mio amico. Tu continui a credere sia cattivo solo per come si veste e per com'è suo padre. Sai che lui non vuole nemmeno sentirne parlare? Se ne vergogna da morire."
"Non credo sia necessariamente cattivo, ma che non sia per niente adatto a te. Dio, Chrissy, ma non lo vedi?"
"Cos'è che non vedo!?"
"È troppo... straccione. E poi io e tuo padre abbiamo un lavoro prestigioso, pensi che Edward... non si sia fatto due calcoli?"
"Ma se non sapeva nemmeno quanto fossi ricca quando ci siamo conosciuti bene! E lui non è materialista. Non gli importa di queste stronzate."
"Linguaggio, Chrissy!" gridò la signora Cunningham.
L'altra socchiuse gli occhi.
"Ascoltami un attimo, tesoro, anziché ignorarmi..."
"Sei tu che ignori sistematicamente tutto quello che io-."
La donna le appoggiò una mano sul ginocchio. "...lo dico per il tuo bene. I ragazzi così, un po' scapestrati... esercitano un certo fascino sulle ragazze. E saranno bravi... a... a letto, ma poi non ti garantiscono un buon futuro." Disse «a letto» con voce molto fioca, come se rischiasse di far prendere fuoco all'intera casa solo pronunciando quelle due paroline.
Chrissy distolse lo sguardo e nascose il viso fra le mani, soffocando un "Mamma!" attutito dai palmi.
Come una manna dal cielo, si udì la voce di Benjamin che strillava. "Mammaaa! Vieni a vedere cosa ho appeso al muro! Muoviti!"
Laura sospirò e si alzò. "Vado da tuo fratello."
"Okay." bofonchiò la ragazza, e si sentì sollevata. Non appena sua madre uscì, Chrissy andò a socchiudere la porta e si buttò sul letto, premendo la faccia sul cuscino. Udì Laura borbottare qualcosa del tipo: "Non posso credere che ti piaccia una roba simile!" e suo fratello rispondere "È super ganza, è che voi grandi non capite niente di niente!"
Dopo circa cinque minuti, si sentì bussare piano alla porta. "Posso?"
"Avanti, Ben..."
Benjamin entrò, tutto silenzioso e serio, e vide la sorella sul letto.
"Le caramelle gommose non ce le ho io."
"Non volevo le caramelle." Benjamin raggiunse Chrissy e si sdraiò accanto a lei. La ragazza gli circondò il corpicino con un braccio e lo strinse a sé.
"Sei triste?"
"Hm..."
"L'ho distratta. Mi stavo stufando di sentirle dire cavolate."
Chrissy sollevò il viso dal cuscino, sorpresa, e fissò gli occhi tondi e celesti del bambino. Gli diede un bacetto sui capelli. "Grazie mille, Ben. Meriti tutto il pacco di carame- Hey, ma... ma quindi stavi origliando?"
"Uhm..."
"Ti perdono perché l'hai distratta, ma non farlo più."
"Okay." Ci fu una pausa di silenzio in cui Ben rimase abbracciato alla sorella. Poi si avvicinò meglio a lei per non farsi sentire. "Ma allora è vero che ti piace Eddie?"
"Sshh!"
"Non ci sente!"
"Sì. Mi piace."
"Oddio, che bello, lo sapevo io!"
"Però non voglio parlarne alla mamma per adesso, anche se l'ha capito."
"Sì, lo so." Il bambino allungò una mano piccola e raccolse a fatica la penna che era caduta prima. La mise sul comodino. "C'è una cosa che però non ho capito. Me la spieghi?"
"Che cosa?"
"Perché a mamma dà così fastidio che Eddie dorma tanto!?"
Chrissy si tolse nuovamente il cuscino dalla faccia e sbatté le palpebre, perplessa. "Non l'ha detto."
"Ha detto che quelli come lui sono bravi a letto...! Hey! Cosa... che c'è da rid-"
Lei scoppiò in una risata liberatoria, dopo essere rimasta col viso rigido e corrucciato per un'ora. Abbracciò di nuovo il suo fratellino. "No, nulla..." Si tappò la bocca, pregando sé stessa di smettere di sghignazzare, ma non ci riusciva.
"Scommetto che significa qualcos'altro, visto che ridi così!"
"No, no..."
"Dai, dimmelooo!"
"Sei ancora un bambino. Appena sarai più grandicello te lo spiegherò. Promesso." disse la ragazza con tono materno e un po' severo.
"Ma non è giusto!"
"Fai il bravo, su." Chrissy gli diede due pacchette sulla schiena.
"Uffa, che palle..." Benjamin mise su un buffo broncio e appoggiò la testolina bionda sul cuscino, lo sguardo fisso sulla sorella, la quale notò che il bambino si era pasticciato un bellissimo stormo di pipistrelli con la biro sul braccino, proprio dove Eddie aveva uno dei suoi tatuaggi. Passò le dita fra i piccoli volatili neri, emettendo qualche rumorino di approvazione. Sembrava quasi vero.
"Senti, l'importante è che sposi Eddie perché: primo, si vede ti tratterà super benissimo, e secondo, così io posso dire in giro di avere un cognato che suona musica metal."
Chrissy sorrise, e scosse il capo. "I bambini sono la bocca della verità, dicono."
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I like this freak
RomanceFandom: Stranger Things (Eddie + Chrissy) Hellcheer / Eddissy L'armonia che c'è fra Chrissy ed Eddie è semplicemente surreale. È surreale il modo in cui le loro voci diventano la più splendida musica mentre chiaccherano, il modo in cui i loro corpi...