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(Nota dell'autrice: Cercate l'Easter Egg che si riferisce alla trama, ma dopo non cercate me coi forconi * scappa in Messico *)

/Flashback/ Primavera 1986
Il professor Morris insegnava matematica e scienze al liceo Hawkins, ed era conosciuto come l'insegnante con meno tatto di tutta la scuola. Sembrava quasi che non gliene fregasse un fico secco di offendere o mettere in ridicolo gli studenti, e scrutava tutte e tutti con quegli occhi minuscoli e azzurrini ridotti a due fessure. Chrissy aveva sempre apprezzato la sua materia - in fondo, una reginetta della scuola doveva cercare di farsi valere in tutto, no? - ed era una dei suoi pochissimi preferiti. Quel giorno di fine Marzo, a lezione si era presentato perfino Eddie Munson, lo stesso ragazzo da cui lei aveva comprato della droga giorni prima. Sì, proprio quell'Eddie che Jason detestava tanto e chiamava «svitato» solo per il suo modo di vestirsi e il suo amore per la musica metal e i giochi nerd.
Quando lo aveva visto entrare e salutarla con un cenno amichevole, era trasalita. Per tutti quei giorni l'aveva adocchiato solo da lontano nella mensa o qualche volta nei corridoi, cercandolo distrattamente con lo sguardo.
Aveva ricambiato il saluto con un sorrisetto, e si era portata una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Eddie si era seduto una fila più avanti rispetto a lei, abbastanza a destra da garantirle una bella vista del suo profilo, e aveva tirato fuori dallo zaino il minimo indispensabile di armamentario per prendere appunti.
Il professore era arrivato un attimo dopo, e aveva guardato il ragazzo con aria sorpresa, constatando che per una santa volta aveva un quaderno e una penna funzionante.
La lezione cominciò, e parve quasi infinita già nel primo quarto d'ora. Gli studenti giocherellavano con le penne e i fogli, mentre il professor Morris picchiettava sulla lavagna col gessetto a ogni passaggio spiegato, come sempre, e si dilungava in una serie di precisazioni su dettagli utili per il test finale. Chrissy, che di solito era una studentessa brillante, tentava di mantenere l'attenzione sul proprio quaderno o sul professor Morris, ma non ci riusciva. Senza che se ne avvedesse quasi, l'occhio le cadeva sul profilo di un adorabile Eddie con la lingua di fuori, che si sforzava di prendere più appunti che potesse, scarabocchiando numeri e segni con fare frenetico. Di sicuro doveva recuperare delle insufficienze per potersi diplomare.
Ad un certo punto, il professore smise di scrivere e picchiettare alla lavagna e si schiarì la gola.
"Cunningham?"
La ragazza si riscosse e guardò l'insegnante, con la bocca leggermente schiusa. "Sì?"
"Mi rendo conto che vederlo impegnarsi così è uno spettacolo raro, ma devi guardare la lavagna. Non Munson." Si rese conto che quella battuta fu un errore madornale quando si levò uno sguaiato coro di risa che perfino lui faticò a zittire.
Eddie si girò di colpo verso Chrissy, con gli occhi neri spalancati.
"Non lo stavo...!" Lei distolse lo sguardo e si coprì il volto bollente con le mani, gemendo. Avrebbe voluto scomparire immediatamente, sprofondare sotto terra, volare via a causa di qualche incantesimo, tutto pur di non essere lì. Che razza di figura aveva fatto? Stava ancora con Jason, tra l'altro, nonostante fossero in procinto di lasciarsi, contrariamente a ciò che volevano far intendere a tutta la scuola.
Il professor Morris fece cessare la ridarella con un sonoro "Silenziooo!" e poi commentò, con fare stizzito: "Ugh, questi giovani d'oggi. Se non altro vi ho svegliato da quello stato di dormiveglia in cui eravate!".
Dopo che le acque si calmarono, la lezione proseguì in modo abbastanza regolare per gli ultimi venticinque minuti.
Eddie aveva perso buona parte della concentrazione di prima, e ogni tanto sbirciava la ragazza, che si era irrigidita e non osava nemmeno spostare il capo verso destra per paura di essere canzonata. Non era per niente abituata alle prese in giro, protetta com'era dal suo status di fidanzata del re del liceo Hawkins.
Quando suonò la campanella, Eddie si alzò e finse di metterci un'eternità a conservare nella cartella nera gli unici due oggetti che aveva messo sul banco, solo per aspettare che tutti gli altri uscissero.
Chrissy fece per fuggire di corsa dall'aula.
"Hey, hey Chrissy! Aspetta!"
La ragazza fu tentata di fingere di non averlo sentito, ma poi si bloccò e girò lentamente i tacchi, fissando il pavimento. "S-sì?"
Eddie si grattò il collo. "Non scappare. Ciao di nuovo."
"Uhm. Ciao... qualcosa non va?"
Lui aggrottò le sopracciglia. "No! Volevo solo dirti che... uhm... sai, l'invito all'Hideout è sempre valido. Domani sera suoniamo. E mi farebbe molto piacere se tu ascoltassi per prima il nostro nuovo pezzo." Le rivolse un sorriso caloroso.
Chrissy lo guardò, sorpresa, e sbatté le ciglia. Era attraente come se lo ricordava, con quelle rughette che gli si formavano ai lati della bocca quando era allegro, gli occhi scuri luccicanti ed espressivi e i ricci un po' disordinati che gli incorniciavano il viso.
"A che ora posso venire?"
Eddie si illuminò ancora di più. "Dalle nove e mezza in poi. Sai dov'è l'Hideout, no? Altrimenti posso..." Gesticolò in modo buffo. "...darti indicazioni."
La giovane rise. "Sì, so dov'è. Grazie, Eddie."
Lui annuì. "Bene. Scappo che ho letteratura e i miei voti fanno pena. Ci vediamo domani!" Si precipitò verso la porta, mandandole un bacio volante con fare scherzoso.
Lei rimase imbambolata, e quando fu assolutamente sicura di non essere vista, fece qualche saltino sul posto.
"Ah, dimenticavo!"
Chrissy si ricompose in un istante nel vederlo fare capolino dalla porta. "A-ha?"
"Che se non riuscivi a... concentrarti oggi... se vuoi ti passo i miei appunti." propose, senza un'ombra di presa in giro nel tono. "Sai, non per montarmi la testa, ma sono i migliori appunti che io abbia mai preso in sei anni qui."
La ragazza rimase spiazzata. "O-oddio... magari sì."
Eddie si dondolò su un piede solo, fissandola. Pareva quasi che non riuscisse a stare mai fermo per dieci secondi di fila. Anche Chrissy si concentrò su di lui, e per un po' mantennero il contatto visivo in un modo incredibilmente spudorato, finché la ragazza non scosse il capo cercando di darsi una svegliata. "Uhm, ti ringrazio molto, Eddie. C-ci vediamo."
"Ma figurati. A domani!"

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