Una volta terminata la piacevole chiacchierata con Ranpo, questi era tornato a dormire poiché era ancora un po' stanco, mentre invece, per quanto riguardava gli altri suoi colleghi, loro erano tornati nell'ufficio tra documenti e scartoffie varie. Le informazioni fornitegli dal corvino erano state sin da subito comunicate al presidente Fukuzawa e al Boss della Port Mafia, Mori Ougai, ed era stato concordato un incontro straordinario per le 11 del mattino seguente così da poter discutere faccia a faccia della situazione di assoluta emergenza che stavano attualmente vivendo. Erano già decorse diverse ore e, a un certo punto, Dazai era sgattaiolato in infermeria per vedere un po' come stava Chūya, o se si fosse svegliato mentre lui era impegnato a fare altro. Lanciò una breve occhiata a Ranpo, trovandolo ancora nel mondo dei sogni, che si stringeva il cuscino tra le mani come un pupazzo di pezza. Si andò a sedere alla solita sedia posta accanto al letto, dopodiché si incantò nel guardare il viso del rosso, seppur fosse profondamente segnato dall'esperienza traumatica vissuta nella base principale di quella organizzazione, eppure, agli occhi di Dazai, restava ugualmente magnifico e non si sarebbe mai stancato di guardarlo nemmeno per un secondo.
Gliel'avrebbe fatta pagare, chiunque fosse stato l'artefice di un atto simile, perché nessuno, a parte lui stesso, poteva anche solamente sfiorarlo con un dito.«Dazai-san.»
Era così perso nei meandri della propria mente da non essersi accorto dell'arrivo di un'altra figura nella stanza. Inclinò il capo alla sua sinistra, vedendo comparire nel proprio campo visivo il suo ex sottoposto, colui che gli era sempre stato fedele sin dall'inizio e persino in quell'esatto momento, Akutagawa Ryūnosuke. Il viso di lui era impassibile, freddo, distaccato; gli angoli della sua bocca perennemente puntati verso il basso. Dal suo primo giorno all'interno dell'organizzazione, il castano lo aveva mai visto accennare un sentimento di qualche tipo sulla propria faccia? Neanche lontanamente. Sembrava quasi che, per quel giovane uomo, le emozioni fossero un qualche cosa di estraneo ai suoi occhi, talmente tanto che non sapeva nemmeno come mostrarle ad altri esseri viventi. Questi, era appena entrato, silenzioso come un serpente che ha appena agguantato la sua preda, sgusciando dalla finestra dell'infermeria lasciata aperta ed ora stava collocando le proprie iridi di un grigio scuro sul castano di fronte a sé.
«Oh, Akutagawa-kun! Che piacevole sorpresa averti qui...» esclamò allegramente Dazai. «A proposito, perché sei venuto qui, eh?» domandò con le sopracciglia scure inarcate vistosamente.
«Ero-» tossicchiò nel palmo della mano «ero venuto a controllare lo stato di salute di Nakahara-san, c'è qualche problema per caso?» L'espressione gelida di Akutagawa pareva proprio non voler accettare un no come risposta. Fosse stato un altro individuo, decisamente più pauroso e codardo del sottoscritto, sarebbe scappato a gambe levate dopo aver assistito a quello sguardo del giovane mafioso. Dazai, tuttavia, si limitò a sbadigliare sonoramente.
«Ah, sì? Non sapevo che ti preoccupassi così tanto di un tuo superiore! Mi stupisci ogni giorno di più, sai?» disse il moro abbozzando un sorrisetto sulle labbra. L'altro replicò rivolgendogli uno sguardo fulminante contro. «Non essere così antipatico Akutagawa-kun! Stavo solo scherzando...» nei successivi cinque minuti nessuno dei due proferì mezza parola fin quando, la voce del corvino, proruppe nella stanza.
«Passiamo al sodo: come sta Nakahara? Si è già svegliato?» alla domanda, Dazai si lasciò andare ad un profondo sospiro collocando il proprio sguardo sul freddo pavimento bianco.
«Beh, diciamo di sì... Soltanto che- stava avendo una specie di brutto sogno, urlava, si contorceva tra le lenzuola e anche una volta sveglio la situazione non è migliorata così tanto: era come se stesse vivendo un sogno ad occhi aperti. Io cercavo in tutti i modi di calmarlo, davvero, eppure... lui- non si lasciava toccare in nessuna maniera dicendomi di stargli lontano...» si morse il labbro a forza. «Sembrava completamente terrorizzato. In tutti gli anni che l'ho conosciuto non l'ho mai visto così, mai. A un certo punto, per evitare che la situazione degenerasse ancora di più, abbiamo chiamato la dottoressa Yosano e, con l'aiuto mio e di Atsushi, lo abbiamo dovuto sedare.» disse l'ultima frase con le lacrime agli occhi ponendo una mano sul materasso di Chūya sfiorandolo con i polpastrelli delle dita. «Dorme profondamente da allora.» guardò Akutagawa negli occhi trovandolo impassibile come sempre.
STAI LEGGENDO
Siamo come i fiori di ciliegio- Soukoku
Romance[Chuuya Nakahara × Osamu Dazai] Questa è la storia di due anime affini che, per quanto possano stare distanti l'una dall'altra, anche per giorni, mesi, o addirittura anni, finiranno sempre e comunque per rincontrarsi perché, senza l'altro, si senton...