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2 anni dopo

Taehyung ormai lo aveva chiarito a se stesso da più o meno un anno, era perso, perso per un ragazzo, più nello specifico il suo migliore amico. Se ne era corto all' ennesimo balzo commesso dal suo cuore mentre guardava Jimin scostarsi i capelli dagli occhi scuri o fargli un'innocente complimento.

Aveva sofferto abbastanza a tenersi dentro quel sentimento per così tanto senza poterlo confessare a nessuno , a doverlo completamente ignorare, era ora di dirglielo, pensò tirandosi pigramente su dal letto. Si sentiva finalmente pronto.

Ammiccò alla figura riflessa nello specchio. Era un disastro. I capelli bruni scuri arruffati e spettinati, gli abiti del giorno prima usati come pigiama erano sgualciti e i suoi occhi irregolari contorniati da leggeri aloni scuri.

Il ragazzo si affrettò verso la scrivania di Jisoo per agguantare il corettore per tentare di rimediare a quel casino che aveva in faccia.

Dopo aver armeggiato con l' oggetto per qualche minuto tirò un respiro per infondersi sicurezza e poggiò una mano alla maniglia ma qualcosa, o meglio qualcuno, lo fermò. "Tae dove stai andando?" Chiese Jisoo alzandosi dal letto e dirigendosi sospettosa verso il fratello.

"oh, vado da Jimin." Rispose Taehyung sorridendo come un ebete al solo pensiero. Jisoo lo osservò calcolatrice, lo aveva senza dubbio notato, il suo comportamento e quel sorriso. "tu non me la conti giusta. Ora dimmi cosa vai a fare davvero." La ragazza era davanti alla porta, non c'era via di fuga, Taehyung non aveva via oltre al confessare. Era solo sua sorella...lo avrebbe capito...lo avrebbe difeso...o forse no... Era quel forse che lo frenava dal raccontarle tutto.

"vado da Jimin." Ripetè tentando di raggiungere la maniglia. "no, no, no, signorino, cosa gli vuoi andare a dire?" Chiese indagatrice la sorella rafforzando la presa sul pezzo di ferro. "cose." Borbottò Taehyung, non poteva cedere.

"non fare il bambino, dimmelo." disse severa la sorella. Taehyung annuì, non poteva evitare la domanda ancora a lungo, sua sorella sapeva sempre come farlo crollare. "Jisoo Noona, tu non mi giudicherai, vero?" Chiese timidamente per averne la certezza. La ragazza rimase spiazzata dalla domanda, le brutte sensazioni accalcate nella sua mente la torturavano.

"no, Tae, non lo farei mai, perché?"

Taehyung respirò profondamente. "Mi piace." Jisoo si augurò con tutto il cuore di aver capito male. "mi piace Jimin, tanto." Il sorriso della sorella si pietrificò all' istante. "dimmi che stai scherzando." Mormorò sconvolta. Tae ricacciò le lacrime negli occhi. "n-no"

Jisoo si sedette su una sedia, spiazzata. "non è possibile." Mormorava come per autoconvincersi, stringendo la testa tra le mani. Poi alzò lo sguardo sul fratello e freddamente mormorò: "hai idea di cosa mi hai fatto?" Taehyung, confuso, scosse la testa. Di cosa stava parlando?

"tu sapevi che piaceva a me, eppure lo hai fatto lo stesso!" Sbottò la ragazza con gli occhi lucidi. "no!" Si difese Tae avvicinandosi alla sorella. "Taehyung, cosa ti ho fatto per meritarmi questa situazione? Perché mi fai questo?" Per il fratello, però, era la goccia che fa traboccare il vaso.

"NON TI VERGOGNI JISOO? È PIÙ PICCOLO DI TE!" Urlò con le lacrime che gli pizzicavano l' interno degli occhi.

"E TU, TAE, NON DOVRESTI ESSERE TU A VERGOGNARTI? OLTRE AD ESSERE UN MASCHIO È IL TUO MIGLIORE AMICO!" sbottò Jisoo perdendo il controllo e mollando uno schiaffo al fratellino.

Accadde tutto in due secondi di follia.

Era stata accecata dal panico.

Ed era successo quello che era successo.

Taehyung alzò lentamente il viso rosso. Jisoo non appena notò l' alone innaturale sulla guancia destra del fratello iniziò a singhiozzare. "s-scusa Tae, non volevo..." Gli allacciò le mani al collo piangendo sul corpo freddo e rigido del fratellino, che se ne stava fermo mentre due lacrime solitarie gli solcavano il viso.

"come hai potuto farlo tu." Mormorò amaramente Taehyung camminando verso la porta. "NO TAEHYUNG, ASPETTA! SCUSA, SCUSA, SCUSA, NON ANDARE!" Urlò la sorella bloccandogli il polso.

Taehyung sciolse la presa e scese rapidamente le scale fino a trovarsi in giardino. "TAE, NO! HO SBAGLIATO, TORNA QUI!" Urlava Jisoo implorante seguendolo. "Jisoo, hai detto le cose più brutte che avrei potuto sentire, mi hai incolpato per provare dei sentimenti, mi hai tirato uno schiaffo e ora mi chiedi di rimanere?" Si sfogò Taehyung prima di iniziare a correre lontano da quella casa. Ormai le urla di sua sorella erano solo un sottofondo.

...

"Ehy..." Mormorò Jungkook abbracciando fugacemente il Quasi Fratello. "Ciao Kook." Mormorò Jimin sorridendo all' ormai tredicenne e scompigliandogli i capelli corvini.

In quei due anni tutto era cambiato radicalmente. Jimin si era accorto che in famiglia l' unico su cui poteva contare era proprio Jungkook, il bambino che nei primi mesi aveva odiato con tutto se stesso, che era molto comprensivo per essere così tanto più piccolo.

"Jiminie, ci sono brutte notizie..." Disse il più piccolo sedendosi di fronte al fratello cercando il suo sguardo. Jimin si girò verso il ragazzo, come ad invitarlo a parlare. "Dobbiamo trasferirci, dalle parti di Seoul, papà ha avuto un offerta di lavoro e non la può rifiutare." Spiegò il corvino temendo la reazione del maggiore.

Jimin si congelò. "ma io voglio rimanere qui! Qui a Busan c'è la mia vita!" Mormorò sapendo che avrebbe dovuto cedere. "scusa Mochi, ma glielo dobbiamo, ci ha supportati per tutto questo tempo." Rispose il più piccolo abbracciandolo.

"e ora come lo dico a Tae?"

...

Taehyung si asciugò gli occhi lucidi e rossi prima di entrare nella casa che aveva davanti. Si stampò un sorriso finto sul volto e suonò il campanello. Jungkook aprì subito la porta, era più impacciato e timido del solito, notò il maggiore. "Oh...ehm...ciao Tae." Borbottò il più piccolo grattandosi la nuca e fissando terra. "Ciao Kook, Jimin è in casa?" chiese, anche se non era più molto certo di volerglielo confessare dopo la reazione di sua sorella.

"Oh...si...e ti dovrebbe anche dire..." "Grazie." Lo interruppe Taehyung correndo su per le scale della casa diretto verso la camera del suo migliore amico.

Non appena si ritrovò davanti alla prima porta a destra sapette di dover prima bussare per essere accettato. "Uhm...entra Kook." Mormorò la voce di Jimin dall' interno della stanza. Taehyung spinse la superficie di legno e si ritrovò davanti all' essere più perfetto esistente sulla faccia della terra. Era sdraiato di schiena sul materasso del suo letto, aveva i capelli scuri scompigliati, le labbra rosee e gli occhi altrettanto scuri semichiusi e concentrati su un libro.

"Ah, ciao TaeTae." Lo salutò il più grande alzandosi in piedi e regalandogli un piccolo sorriso che fece fare un salto carpiato al cuore del minore. "Io devo dirti..." esordirono entrambi nello stesso momento con facce ugualmente serie prima di iniziare a ridere.

"Hahah! Che coincidenza!" esclamò Jimin subito dopo ridacchiando.

Uno squillo intermittente proveniente dalla tasca di Taehyung li distrasse. Quest' ultimo rimase sconcertato quando vide che lo chiamava il numero della sua vicina di casa, la signora Oh. Strano.

"Pronto? Signora Oh?"

La vita senza di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora