"Starai bene, tranquillo, scommetto che ti divertirai da morire!" Jimin guardò di traverso Jin. Non gli era mai capitato di dubitare del suo hyung eppure... "Questa faccia scettica non ti dona, marmocchio..."brontolò il ragazzo più grande rimanendo pur sempre concentrato sul volante e sulla strada che scorreva velocemente sotto le gomme della sua macchina. "Sono un po' sotto stress e ho paura che questo possa compromettere il mio test di ammissione." sussurrò Jimin sdraiandosi contro il sedile di pelle. Jin lo guardò con premura, come un genitore, il genitore che per lui era sempre stato. "Tranquillo, Jimin-ah, è un dato di fatto che tu sia schifosamente bravo a ballare." Il più piccolo si girò verso lo hyung, pur mantenendo gli occhi bassi. Era sempre stato un ragazzo timido e insicuro e ancora non si sapeva come avesse trovato, a 11 anni, la forza di esibirsi per la prima volta in uno spettacolo di danza messo su dal suo piccolo corso di paese. Ci mise tutto il dolore che provava a vedere la sua famiglia ricostruirsi da zero nella sua apparizione di 3 minuti e infatti sconvolse tutti gli invitati al saggio. Lì iniziarono a piovere le borse di studio da importanti scuole di danza under 14 tedesche, italiane ed addirittura americane, oltre a tutte quelle provenienti dalla stessa corea. Il ragazzo, però, rifiutò tutti i corsi, tutte le richieste. Voleva vivere un'infanzia normale, felice, al fianco della sua famiglia e del suo amico Taehyung, non aveva mai voluto andarsene. E quest'ultimo non era mai venuto a sapere di tutto ciò al quale aveva rinunciato Jimin per stargli vicino ovvero, in poche parole, la possibilità di realizzare il suo sogno.
Nemmeno il tempo di ricordare tutta quella tiritera, che Jin aveva già accostato e in seguito parcheggiato la sua auto vicino ad un enorme edificio bianco. "Forza, Jimin, ti vengo a prendere alle 4,divertiti e fai del tuo meglio." Jimin annuì alle parole del suo hyung, mentre nel suo stomaco si scatenava il putiferio. Chiuse la portiera e si diresse verso l'entrata. Li una ragazza con la frangia e i capelli color rosso acceso gli sorrise. "Buongiorno, chi sei?" chiese lei tirando fuori un block notes. "Ehm...Park Jimin."farfugliò il ragazzo inchinandosi. La ragazza cercò il suo nome sulla lista per qualche secondo, poi gli sorrise di nuovo. "Aaaawww, il ragazzino nuovo! Ti avviso che sei il più piccolino di tutti, oddio che carino, sarai il namdongsaeng di tutti, aaawww! La tua presentazione è nella palestra 7, segui i numeri. Se avessi bisogno di qualcosa chiedi di me, sono Sujeen." Jimin annuì, un po'stranito e si diresse verso la direzione indicata. I corridoi erano stranamente lussuosi e confortevoli, ma per quanto il ragazzo cercasse di concentrarsi sulla carta da parati color panna, l'agitazione era comunque onnipresente.
La palestra 7 sembrava quasi invitarlo ad entrare e ad andarsene nello stesso momento. Il piccolo Jimin guardò con terrore oltre la porta spalancata e vide 4 o 5 insegnanti seduti dietro un tavolo ad aspettare proprio lui. Quello che fece fu l'inchino più profondo di tutta la sua vita. "Io sono Park Jimin, ho 22 anni e vengo da Seoul." Una donna gli sorrise e gli indicò il centro della stanza, invitandolo ad esibirsi. Il cuore di Jimin martellava nel suo petto senza sosta, appesantendogli il respiro e dandogli l'illusione distare annaspando. Le prime note della canzone sulla quale si era esercitato per mesi gli vibrarono sulla pelle, dandogli i brividi, poi iniziò a ballare. Era una coreografia studiata al millimetro per essere perfetta, eppure Jimin riuscì a non pensarci mentre ballava. Era solo lui.
Quei 3 minuti passarono in un' eternità, ma poi, alla fine, gli insegnanti iniziarono ad applaudire, mentre il ragazzo guardava ancora a terra. Un uomo prese la parola, avvicinandosi. "Bravo, signorino Park, come le sembra di essere andato?" Jimin impallidì spalancando i piccoli occhi scuri. "Ehm...avrei potuto fare di meglio..." borbottò fissando intensamente il parquet della palestra. Una terza signora di mezza età parlò a sua volta. "Ragazzo, sei stato molto bravo, ho apprezzato molto la tua espressività. Pensavi a qualcosa in particolare?" Jimin impallidì ancora e indietreggiò quasi impercettibilmente. "Ehm, pensavo al mio fratellino." sussurrò cercando di mascherare ciò che avrebbe voluto dire davvero. La signora sorrise ancora e gli diede un modulo composto da parecchi fogli. "Bè, a quanto pare questo ti ha aiutato, sei definitivamente dentro, ragazzo. Dopo il giro dell'accademia passi nel mio studio per alcune correzioni." La signora fece un cenno ad un ragazzo più giovane, di 25 anni circa, che scortò Jimin a destra e a sinistra per all' incirca 2 ore.
Era un ragazzo taciturno con le lenti a contatto verdi e i capelli tinti di rosso, che parlò si e no 4 volte e che non faceva altro che guardare sospettosamente il piccolo Jimin. Anche la sua presentazione fu strana, visto che si svolse al momento del congedo, davanti all'ufficio della donna di prima, la signora Seo. "Io sono Baekhyun, classe numero 4."
Jimin cercò di togliersi dalla mente quello strano incontro ed entrò nella stanza, dove si ritrovò di fronte alla bella signora Seo e a un ragazzo moro. "Oh, signorino Park! Si accomodi. Quanto a te, Taemin, puoi anche andare. Tornando a te, Jimin, ti piace la scuola?" l'interpellato annuì, mentre con la coda dell' occhio vide 'Taemin' allontanarsi. "Oh, ne sono contenta. Volevo parlare della tua esibizione. Allora, la coreografia era molto difficile, eppure l'hai eseguita in modo molto preciso, dovresti solo stare più attento ai movimenti delle braccia, che durante il primo feetwork si sono un po'perse, del resto sei stato molto abile ed espressivo. Mi permetto di darti un altro consiglio: lavora di più, per quanto tu possa essere portato e bravo, ricorda che il massimo delle tue capacità è ancora inutilizzato. Devi dare di più." Quelle ultime parole rimbombarono nel cervello di Jimin. Se le era sentite dire per 10 anni. A quanto pareva non era abbastanza nulla di ciò che faceva, specie voti e altro. Eppure sorrise, cacciando dentro le lacrime e uscì dalla porta.
Doveva dare di più.
Ok, so di essere assente come lo schifo, ma purtroppo questa storia è caduta un po' in secondo piano grazie ad alcuni lampi geniali che mi sono venuti in testa. Se vi piace la storia, vi prego, fatevi sentire nei commenti, perchè io, essendo cretina, poi mi dimentico di questa storia e dell' impegno che mi sono presa scrivendola. Cmq vi lascio la lista delle cretinate (ancora non pubblicate) che mi stanno prendendo il tempo, in modo che voi mi diciate quale dovrei pubblicare.
-The Truth Untold (Yeonbin)
-Titolo Che Non Mi Ricordo (fictional characters boy x boy)
-Love Dive (Vmin)
-E se... (Minsung)
-Mikrokosmos (Vmin Angel AU)
-Like Crazy (Jirosè-Vmin)
Serendipity_Lily
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La vita senza di te
FanfictionDopo che Taehyung ha chiuso fuori tutti dalla sua vita la metà di questi è andata avanti, pensando che fosse meglio dimenticare. Bè, non la metà, proprio tutti, a parte lui, il suo ormai ex migliore amico Jimin, che nonostante tutto non lo ha mai di...