2. L'interrogazione

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In aula ancora non è arrivato nessuno, sono la prima. Arrivo sempre in anticipo io, soprattutto quando ho una verifica o, come oggi, un'interrogazione.

Mi metto a ripassare con la testa china sul libro di storia. SONO IN ANSIA, aiuto...

Ad un certo punto entra in aula Gaia, una mia compagna, che mi saluta e vede che sto ripassando.

"Buongiorno Bella! Interroga te oggi la prof.?"

"Ciao Ga, sii" le rispondo disperata.

"Stai impanicata?"

"Sì un sacco, non so nienteee"

"Ma daiii, falla finita! Dici sempre così e poi prendi 9!"

Faccio un sorriso innervosito. Nonostante quello che Gaia ha appena detto sia vero, sento comunque che questa volta potrebbe andarmi male. Ho studiato ma...ho un brutto presentimento.

Mano a mano arrivano anche altri miei compagni, quando entra Gessica mi sale il nervoso. Ha sempre questo fare...saccente! Si mette a ridere con alcuni dei miei compagni. Odio la sua risata, è così stridula e fastidiosa. Vorrei strozzarla delle volte di quanto è irritante. Ma ecco che entra la prof.

La mia prof di storia è una donna vecchia e grassa, che cammina lentamente e in modo goffo. Si siede alla cattedra e tira fuori il registro, comincia a fare l'appello. Arriva quasi subito a me, perché sono tra i primi dell'ordine alfabetico.

"Casti Dorabella" (sì in realtà Bella è un diminutivo, ma col mio nome completo non mi ci chiama praticamente nessuno, a parte in casi come quando, per l'appunto, si fa l'appello). La prof si ferma e mi guarda "Ti devo interrogare oggi vero?"

"Sì prof." le dico.

"Molto bene, allora intanto vieni qui vicino alla cattedra che appena ho finito l'appello cominciamo subito" proferisce.

Sono troppo in ansia. Mi alzo dal mio banco e vado in piedi vicino alla prof. Questa finisce l'appello e si rivolge a me.

"Allora Casti, cominciamo dal principio, parlami un po' delle cause che hanno portato al primo conflitto mondiale"

Faccio un respiro, la so. Devo solo concentrarmi e non andare nel panico.

"Dunque, la prima guerra mondiale è stata il risultato di una serie complessa di tensioni accumulatesi tra le varie potenze mondiali, e in particolar modo europee. La Germania, che voleva imporsi come potenza egemone in Europa e che aspirava a potenziare anche le colonie, soffriva di un complesso d'accerchiamento. Temeva da ovest la Francia, che a sua volta era scontrosa con l'impero guglielmino per via del revanscismo (cioè la rivendicazione di Alsazia e Lorena), mentre da est la Russia, che a sua volta aveva forti mire espansionistiche verso ovest, e in particolare ricercava uno sbocco sul Mediterraneo e aspirava a riunire tutti i popoli slavi sotto la propria ala..."

La prof annuiva. Stavo andando bene! Ad un certo punto mi chiede:

"E invece dell'Italia che mi dici? C'erano delle tensioni con le altre nazioni anche da parte del nostro paese?"

"Sì, anche se l'Italia non da subito è attore principale del conflitto. Infatti entrerà in guerra soltanto nel 1915, a seguito della firma del Patto di Londra. Comunque il nostro regno rientrava anch'esso nelle tensioni europee perché c'era l'irredentismo, cioè la rivendicazione di alcuni territori del nord Italia come facenti parte della nostra penisola, vale a dire l'Istria, la Dalmazia, la Venezia Giulia..."

"Va bene, va bene Casti, ci arriviamo dopo a spiegarlo meglio. Torna a dire come scoppia il conflitto nel 1914" mi interrompe la prof.

"Sì...allora...l'evento che ha fatto scoppiare tutte queste tensioni, la così detta goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stato l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria per mano di un nazionalista bosniaco legato alla Serbia: Gavrilo Princip."

Il fascino del cattivoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora