Camminiamo in silenzio, per la strada buia, illuminata solo da qualche fioco lampione.
Dionis si è acceso una sigaretta e soffia via il fumo che va a confondersi con la tenebra.
La paura mi sta pian piano passando, mentre procediamo lentamente lungo il marciapiede deserto, ma il cuore continua a battermi forte.
Ogni tanto i nostri passi non seguono in modo perfettamente dritto la traiettoria e va a finire che ci avviciniamo molto fino a sfiorarci i gomiti.
Anche se non parliamo non sento disagio, quel disagio che di solito si prova quando sei con qualcuno che conosci poco e non sapete che dirvi perché non trovare argomenti...
Con Dionis quasi mi piace stare in silenzio, nonostante ami la sua voce calda e profonda.
Non ci mettiamo molto ad arrivare a casa mia, perché non è lontana dalla stazione. Finalmente e, allo stesso tempo, sfortunatamente, ecco il piccolo cancello del cortile di casa. Da un lato sono contenta di essere finalmente giunta sana e salva ma dall'altro non voglio che Dionis mi lasci...
Ci fermiamo davanti all'ingresso. Ci guardiamo. Dionis tira una boccata di fumo e lo soffia via verso il basso, poi rialza lo sguardo. È così...penetrante!
"Eccomi arrivata" dico timidamente "Anche tu vai a casa adesso?" gli chiedo.
"No, non voglio tornarci" risponde cupamente.
"Oh...e perché?"
"Perché c'è una situazione di merda a casa mia..." dice, soffiando via il fumo e buttando il mozzico di sigaretta a terra.
"Mi dispiace..." gli dico con premura "E dove andrai allora?"
"Boh...in giro, vagherò"
"Tutta la notte!?"
"Non sarebbe la prima volta..."
"Ma non è un po' inquietante e...pericoloso?"
"Non ho paura del buio, e so difendermi se occorre"
Lo guardo un po' preoccupata e impensierita. Perché non vuole andare a casa? E cosa fa tutta la notte? Mi dispiace lasciarlo andare così...
Guardo il cellulare, ancora è vivo...è all'1%, faccio appena in tempo a vedere che ore sono. I miei non sono certamente ancora tornati dall'opera, quindi casa è vuota.
"Beh...buonanotte" mi fa Dionis, in procinto di andarsene.
"Ehi...aspetta"
Lui si gira.
"Io..." dico un po' impacciata "ti sono tanto riconoscente per avermi aiutata e poi...mi dispiace che adesso te ne vai da solo, al buio per tutte queste ore, e con questo viso così triste..."
Dionis mi osserva in un modo che mi fa impazzire, il cuore mi batte a mille, non riesco a parlare come dovrei.
"Insomma..." dico "almeno...lascia che ti offra qualcosa. Non ti devi preoccupare, i miei non ci stanno a casa, quindi niente rischi di incontrare la prof insopportabile" aggiungo provando ad essere gioviale.
Dionis continua a mantenere quell'espressione cupa e misteriosa. Io lo guardo col fiato sospeso. Spero di non aver fatto una mossa stupida, di non aver osato troppo invitandolo in casa...
"Sei...troppo gentile" mi dice, sorridendo appena "Non me la sento di accettare, non posso"
"Insisto"
Dionis sta pensieroso per un istante.
"Va bene..." dice infine.
Sono al settimo cielo! Apro il cancello e lo faccio entrare, poi cerco le chiavi del portone e apro anche quello. Faccio accomodare il mio "cavaliere albanese" al tavolo della cucina, proprio dove stava seduto mio padre stamattina mentre mi raccontava, per l'appunto, del 'Così fan tutte'.
Dionis si guarda intorno ovunque.
"Che bella casa..."
"Allora..." dico "vuoi qualcosa da bere? O anche da mangiare?"
Piano piano mi sto sciogliendo dalla mia timidezza e rigidità. La paura è ormai passata e mi sento più disinvolta a parlare con Dionis.
"Oh non so...non importa" mi dice.
"Nemmeno un bicchier d'acqua?"
"Okay"
Prendo un bicchiere e lo riempio d'acqua fino all'orlo. Lo poso sul tavolo davanti a Dionis e mi vado a sedere di fronte a lui.
"Grazie" mi dice il mio salvatore, iniziando a sorseggiare l'acqua fino a finire il bicchiere tutto in una volta.
Lo guardo incantata, col gomito sul tavolo e il mento appoggiato sul palmo della mano. Anche lui mi lancia un'occhiata e io distolgo lo sguardo. Stiamo per un po' in silenzio. Lui giocherella col bicchiere. Io tamburello le dita sul bordo del tavolo.
"Qui si sta bene..." dice Dionis "però, forse, è meglio che vada" e si alza in piedi.
"Sei sicuro? Sai...comunque non c'è fretta, i miei non tornano prima di un'ora"
"Sì...ho già dato troppo disturbo"
"No, non è vero" ribatto, e mi avvicino a lui "Mi fa stare un po' in pensiero il fatto che adesso te ne vai da solo in giro di notte...hai qualcuno a cui rivolgerti se hai bisogno?"
"Non importa...tanto, a nessuno frega nulla di me"
"Ma...che dici... non è vero"
"E tu cosa ne sai?"
"A me frega di te"
Dionis non risponde, mi guarda con gli occhi che brillano. Io mi avvicino ancora un po' di più a lui. È così alto...e più gli sto appresso e più lo sembra, ma mi piace sentirlo molto più grande di me, mi dà un senso di protezione, anche se così mi tocca alzare ancora di più la testa per guardarlo in viso.
"Io non so in che situazione sei" continuo "però posso capire cosa vuol dire sentire come se a nessuno importi di te. Amici non ne ho, soltanto una che non vive qui...ho solo i miei. Forse la mia sembra una famiglia perfetta, con genitori che mi danno tutto quello che mi serve ecc., ma in realtà sono molto egoisti e non gli interessa davvero cosa voglio io, gli frega solo che io soddisfi le loro aspettative e che faccia quello che vogliono loro. Mamma...non è pessima solo come prof...".
Dionis rimane un po' stupito dalle mie parole e continua a tenere un'espressione accigliata. Io lo guardo preoccupata.
"Sicuro che non vuoi altro? Che non ti serve aiuto?" gli dico "Secondo me dovresti andarci a casa...così ti so al sicuro"
"La mia casa non è al sicuro" mi risponde.
"Ma...posso fare qualcosa?" chiedo con apprensione "Perché non è al sicuro?"
"Devo andare..." ripete, avviandosi al portone.
Lo seguo e gli apro l'ingresso di casa. Lui si ferma sul ciglio, mi guarda. Io lo miro incantata e totalmente presa dal suo viso splendido.
"Se davvero ti frega qualcosa di me..." dice "domani ti racconto qualcosa...se ti interessa..."
"Oh certo che mi importa, ma domani quando? E dove?"
Dionis riflette un attimo, poi propone:
"Alle 22:00 ai giardini, nella torre dello scivolo, dove abbiamo giocato assieme quella volta..."
I miei occhi scintillano, un sorriso mi si disegna sul viso, esclamo a bassa voce:
"Te lo ricordi..."
Dionis fa un mesto sorriso, ma sincero.
"Certo che me lo ricordo" dice, e dopo avermi lanciato un ultimo sguardo, va verso il cancello del cortile, lo apre e mi fa un cenno con la mano.
"Buonanotte"
"Buonanotte" ricambio io, alzando a mia volta la mano.
Lo seguo con lo sguardo, fin quando la sua figura non scompare nell'ombra.

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Il fascino del cattivo
Genç KurguUna ragazza, Bella, diligente ma anche molto insicura, è innamorata dell'avvenente e tormentato Dionis. Solo che lui è lo studente indisciplinato e poco raccomandabile della madre di lei...