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Nel bel mezzo della coreografia sento la porta aprirsi e nello specchio intravedo infatti il maestro Todaro, ma comunque proseguo, troppo presa dalla coreografia. Solo dopo mi accorgo che c'era anche Christian, però dalla mia parte del plexiglass.

<A quanto pare non era vuota la sala 6>dice scherzando l'uomo una volta che è terminata la base. Mi gratto la nuca imbarazzata, sentendomi di troppo e anche nuda dal momento che il pezzo è proprio mio e non è ancora pronto.

<Vi lascio parlare>dico frettolosa avviandomi all'uscita.

<No, aspetta>dice l'uomo, bloccandomi sul posto.

<Sophia, tu sai eseguire un doppio tour en l'air?>chiede pensieroso ma con lo sguardo di qualcuno che ha appena avuta un'idea, la soluzione a tutti i mali. In risposta annuisco con convinzione.

<Credi di riuscire a spiegarlo a Christian, dato che i professionisti non possono avvicinarsi?>annuisco, dopo aver comunque esitato un po'.

<Vabbè, non importa, non voglio rubarle tempo>parla per la prima volta il moro, notando forse la mia esitazione e leggero disagio, o essendolo lui in prima persona; immagino che mostrarsi "debole" di fronte a quello che poi è un avversario non sia facile.

<Nessun problema>mi volto verso di lui per rassicurarlo, incontrando per la prima volta i suoi occhi, sono...particolari. Non voglio passi il messaggio che io non sia disposta ad aiutare gli altri. Siamo si in competizione, ma siamo anche compagni in una scuola e se posso dare un suggerimento a qualcuno come fatto ieri con Carola sono lieta di farlo, in fondo sono una persona buona, anche se non apparisco come tale agli occhi degli altri.

<Facciamo che lei ti aiuta con quel passo e tu la aiuti con la sensualità>spalanco gli occhi. Basta, questa cosa mi perseguita. A Christian scappa una risata, ma nessuno ribatte perchè il maestro se ne è già andato. Ora si che sono a disagio e il fatto che lui abbia riso mi fa anche innervosire, ma lascio correre, concentrandomi sul motivo per cui siamo qui, ballare.

<Trovi divertenti le mie difficoltà?>chiedo con tono aspro notando che ha ancora un ghigno divertito ad incurvargli le labbra.

<Scusami, è che suona strano, tutto qui>dice sempre con un sorriso divertito sul volto. Strano perchè poi?

<Prima devi imparare a fare un grand changement de pieds en tournant>dico rompendo il breve silenzio, mostrandogli il semplice salto, fondamentale però per il tour en l'air.

<Lo so fare, ce lo ha insegnato il maestro Montesso>dice, mostrandomelo. Non è pulitissimo, ma va più che bene per cominciare, considerando che è un ballerino di hip hop.

<Ah, bene. Più veloce del previsto allora. Fammi vedere a che punto sei>si passa una mano sulla fronte e poi esegue il salto. La partenza è corretta, merito delle lezioni di Montesso immagino, è la parte successiva che lo sbilancia.  Senza pensarci troppo mi avvicino a lui.

<Allora, quando sei in aria le gambe restano chiuse, salde tra loro, in quinta posizione. Le gambe sono tese, dure, fino all'atterraggio non si ammorbidiscono. Col braccio sinistro ti dai forza, ma poi resta fermo, non devi muovere la spalla>si prende il suo tempo per assimilare, decido di mostrarglielo per bene, così sfilo i pantaloni della tuta, restando con solo il body al di sotto. Mi fa strano avere le gambe nude, ma non gli do troppo peso.

<Prima guarda bene i miei piedi>dico eseguendo il salto. E lo noto poi provare inconsciamente a posizionarli come me.

<Ora le gambe> e il suo sguardo si concentra lì e poi ripeto lo stesso con le braccia. Subito dopo mi avvicino ancora di più a lui. Poggiando una mano sul suo addome e l'altra sulla schiena spingo verso l'interno e verso l'alto e lo noto osservarmi stranito, forse per il contatto improvviso e imprevedibile.

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